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mercoledì 26 febbraio 2025

Negli USA le scuole parentali stanno crescendo come funghi

Ripubblico un’e-mail che alcuni anni fa mi scrisse una signora italiana che vive negli Stati Uniti d’America.


Caro Cordialiter, 
hai proprio ragione, la guerra dei nostri nemici contro di noi si sta intensificando. Non puoi immaginare quello che succede qui nelle scuole. Volevo mandarti i link di articoli apparsi sui canali di notizie americane, ma questi articoli  riportano dei fatti così moralmente degradanti che il solo mandarteli mi sembrava sbagliato. Ad ogni modo queste cose succederanno presto anche in Italia. La strada è già stata imboccata anche lì. Qui i genitori stanno ritirando i propri figli anche dalle scuole cattoliche e le scuole parentali stanno crescendo come funghi. 

Se Dio non interviene, non credo che l'uomo riuscirà a riportare questo pazzo mondo all'ordine. Quanta nostalgia e voglia del bello e del buono!

Elvira


Carissima in Cristo,
i nemici di Gesù Cristo sanno bene che per cambiare la società a loro piacimento devono cominciare a plasmare le menti delle persone sin dalla più tenera età. Purtroppo anche in Italia dilaga la propaganda progressista nelle scuole, nelle quali non di rado gli studenti vengono indottrinati con l’ideologia gender. Persino in certe “scuole materne” capita che ai bimbi innocenti vengano raccontate delle fiabe in salsa gender. 

Ma la corruzione morale non dilaga solo nelle scuole gestite dai laicisti. Infatti ci sono delle scuole private che un tempo erano cattoliche, ma che oggi sono divenute dei covi di modernisti. Pertanto fanno bene quei genitori che ritirano i propri figli dalle scuole moderniste per passare alle scuole parentali, le quali spesso sono migliori non solo da un punto di vista morale ma anche didattico. Il mio timore è che i plutocrati progressisti che “dettano legge” nell’Occidente secolarizzato possano “ordinare” una stretta autoritaria per cercare di rendere praticamente impossibile ai genitori di poter optare per la scuola parentale. 

Hai ragione, la società materialista ed edonista in cui viviamo può convertirsi solo con l’aiuto divino. Io penso che prima o poi accadrà qualcosa di epocale che farà svegliare le coscienze e causerà un rinsavimento della società. Ma il genere umano dovrà pagare un prezzo altissimo, come avvenne a Sodoma e Gomorra.

Rinnovandoti la mia gratitudine per tutto il bene che hai fatto per me, ti saluto cordialmente in Corde Regis.

Cordialiter

Pensiero del giorno

Tutta la vita terrena si riduce a queste sapienti parole, che devi stamparti nel cuore: Vita breve, morte certa. Del morire l'ora è incerta. Un'anima sola si ha. Se si perde che sarà? Finisce tutto, finisce presto. L'eternità non finisce mai.


[Brano tratto da "Per il tuo interesse e per la tua vita", di Don Dolindo Ruotolo, Apostolato Stampa].

martedì 25 febbraio 2025

La prima intervista a Maristella

Da molti anni pubblico sul blog gli scritti di “Maristella”, una signora di Milano che per nutrire la sua anima frequenta la Messa in Rito Ambrosiano antico celebrata col messale del grande Cardinale Schuster. Ripubblico l'intervista che pubblicai nel settembre del 2015.


- Sei nata in una famiglia molto laica, ciò nonostante da bambina ti piaceva tanto stare in chiesa. Che cos'è che ti affascinava del cristianesimo?

- Quando ero bambina mi capitava di passare del tempo con mia nonna e le sue sorelle, le quali tutte le domeniche mi portavano in Chiesa. Lì trovavo pace, calma e silenzio, e sentivo dilatarsi dentro di me queste sensazioni piacevoli. Nel corso della vita spesso sono entrata in Chiesa per poter stare in silenzio e raccogliermi interiormente.

- Adesso sei una persona molto attratta dalla vita devota e dal cammino di perfezione cristiana. Come è avvenuta la tua conversione?

- Nella mia vita la Fede è stata per anni come un fiume carsico, che ora scorre nelle profondità della terra, ora alla luce del sole. Dopo un tumore maligno, il dolore e la rabbia, ho iniziato a vedere la vita con occhi diversi, a percepirla come un dono. Il Signore mi ha donato una Fede robusta e il desiderio di mettermi in cammino sulla via della santità. Non ho in alcun modo meritato questo meraviglioso dono, io che sono solo polvere e cenere, ma la mia anima solo in Dio può placare la sua sete di infinito.

- I tuoi conoscenti hanno notato dei cambiamenti in te dopo la conversione?

- Sono diventata molto più silenziosa, perché in varie occasioni della giornata mi immergo nella preghiera donando le mie azioni, il mio lavoro, momenti e incontri che mi suscitano letizia o dolore. Dono tutto al Signore. Cerco di pensare spesso a Dio. Prima di iniziare i pasti faccio il Segno della Croce, leggo libri di devozione e frequento con entusiasmo la Messa ambrosiana vetus ordo (in latino).


- Come hai conosciuto la Messa in Rito Ambrosiano antico?

- Avevo iniziato a partecipare alla messa vicino a casa. Andavo volentieri ma spesso uscivo con un senso di insoddisfazione, quasi di delusione. Un giorno un amico mi ha invitata alla Messa vetus ordo. Per me è stata una folgorazione: i canti, il raccoglimento, la liturgia, il profumo dell’incenso… tutto mi invitava a rivolgermi al Cielo, a ringraziare il Signore. Ho veramente potuto percepire, quasi toccare con mano in modo straordinariamente intenso il senso del sacro che attraversava tutta la celebrazione. A Milano ho iniziato a partecipare alla Messa ambrosiana tradizionale: ogni domenica  mi alzo presto con tanta gioia. 

- Che cos'è che ti affascina della Liturgia tradizionale?

- Nella liturgia tradizionale il centro è il Signore. Durante il Canone, in quel momento di silenzio profondo, spesso immagino di vedere realmente Nostro Signore sulla Croce e non riesco a trattenere le lacrime. Dall’inizio della celebrazione sino al termine, vivo un’esperienza mistica straordinaria nella Presenza reale del Signore. In Chiesa io tengo sempre il capo coperto dal velo. L’anima trabocca di gioia al cospetto del Signore, la Santa Messa tradizionale è un assaggio di Paradiso sulla terra: tutto eleva l’anima al Cielo. Le preghiere, i canti antichi e solenni, la potenza evocativa della lingua latina, lo splendore della liturgia, l’atteggiamento rispettoso dei fedeli, le omelie in cui finalmente si citano i Novissimi … 

- Durante il giorno, oltre a sbrigare le faccende domestiche, devi pure recarti sul posto di lavoro. Eppure, appena ti è possibile ti immergi nella preghiera, nell'orazione mentale e nella lettura spirituale. Perché ci tieni così tanto al dialogo interiore con la Santissima Trinità?

- Io credo di aver ricevuto un dono straordinario dal Signore, e cerco di custodirlo con la massima cura. Ho iniziato ad amare il silenzio; lì il Signore può parlare al nostro cuore. Se siamo distratti da mille pensieri , preoccupazioni e cure mondane non possiamo udire la Sua voce. Mi sono resa conto che quando inizio a dare spazio nel mio cuore e nella mia anima al Signore, poi diventa sempre più facile farlo. Posso pregare mentre sono sulla metropolitana o sull’autobus, in coda al supermercato o alla posta, mentre cerco posteggio per l’auto, mentre lavoro o cammino per la strada. Se ascolto la voce del Signore cresce in me la gratitudine per i doni che ricevo, aumenta il desiderio di fare il bene e fuggire il male, ricevo tanti buoni suggerimenti per la vita quotidiana. Senza la Santissima Trinità, senza la preghiera non potrei vivere: mi sono necessarie come l’aria che respiro.

- Mi hanno scritto tante persone (soprattutto donne) che per diversi motivi si sono pentite di essersi sposate. Tu che hai sperimentato la vita coniugale, che consigli puoi dare ai ragazzi e alle ragazzi che seguono il blog e si sentono chiamati da Dio alla vita matrimoniale? Intendo dire quali sbagli devono evitare nella scelta del futuro coniuge?

- Per la mia esperienza consiglierei a chi si sente chiamato alla vita matrimoniale di considerare con estrema attenzione anche l’aspetto spirituale dell’unione. Nel mio caso, per esempio, io ho sempre avuto fede. Era una fede flebile e piccolina ma sentivo di volermi sposare in Chiesa per “invitare Gesù alle mie nozze”. Mio marito mi vuole bene ma non ha fede, e ha acconsentito solo per accontentarmi. Quando è nata la figlia ho discusso per poterla battezzare, volevo “ringraziare Gesù per il dono che ci aveva fatto”. La fede non è un argomento banale: crea distinzioni e differenze profonde tra chi l’ha e chi non l’ha. Entra in gioco nelle decisioni importanti della vita. Nel mio caso il cammino di fede mi sta allontanando da mio marito. Io accetto questa croce e non rinuncio alla Fede e alla sequela del Signore. Prima di prendere la decisione di sposarsi, consiglio ai credenti  (che vorrebbero coniugarsi con una persona non credente o di altra religione) di pregare a lungo per chiedere luce al Signore e di rivolgersi a un buon direttore spirituale che possa dare un parere illuminato dalla Fede per evitare problemi, incomprensioni e sofferenze future.

- I veri seguaci di Gesù Cristo vengono disprezzati dai seguaci del mondo. Tu non sei un'eremita che vive isolata, anzi vivi in una grande città, hai una famiglia, hai un lavoro, delle amicizie, e quindi trascorri molto tempo in mezzo alla gente. Quando ti trovi tra persone mondane ti senti a tuo agio, oppure ti senti come straniera in terra d'esilio?

- Io mi sento nel mondo ma non del mondo.  Non capisco e non approvo questo mondo senza Dio, feroce e disperato. Cerco sempre di restare nella Presenza del Signore, di non allontanarmi da Lui. Al mattino recito le Lodi, alla sera la Compieta. Durante il giorno mi aiuto con la Comunione spirituale e piccole giaculatorie; di notte nell’insonnia recito il Rosario. Con pochissime persone posso esprimere liberamente il mio pensiero: il mio confessore e due fratelli nella fede. Con le persone mondane cerco di ascoltare e di non parlare troppo. Fuggo però i pettegolezzi e le calunnie: prego in silenzio per chi li dice. Nel mondo mi sento sempre fuori posto, in esilio, lontana dalla mia vera casa e dalla mia vera famiglia: ma lentamente sto sviluppando una letizia speciale che mi permette alle volte di parlare in modo giocoso, mai malevolo.

Pensiero del giorno

Se un soldato che combatte sotto gli occhi del generale si sente spinto a moltiplicar le prodezze, come non sentirci pronti alle più dure fatiche, agli sforzi più generosi, quando sappiamo di combattere non solo sotto lo sguardo di Dio ma con la sua sempre vittoriosa collaborazione? come non sentirci animati dalla corona immortale che ci promette e principalmente dall'aumento d'amore che ci dà come ricompensa?


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928].

lunedì 24 febbraio 2025

Canale Telegram "Cordialiter"

Cari amici,

informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.

Sursum corda!

Quando saremo in Cielo capiremo bene perché adesso stiamo soffrendo molto

Lettera di Don Giulivo ai giovani


Carissimi, 

un giorno Pio IX ricevette un signore il quale gli dichiarò di non saper conciliare certi avvenimenti con l'onnipotenza di Dio e con la sua bontà. 

Il Papa, invece di rispondergli direttamente, lo invitò a seguirlo in una visita alla fabbrica degli arazzi del Vaticano. 

Aperta che fu la porta, apparve la parte posteriore d'un immenso lavoro, posto su di un cavalletto. 

- Guardate com'è bello! - disse il Papa all'ospite. 

Questi, attonito, guardò, ma non capì: non vedeva che un groviglio di punti e di colori. 

- Santità - balbettò - veramente... forse saranno i miei occhi... ma io non scorgo disegno alcuno. 

Pio IX sorrise, e lo condusse dal lato opposto. Un oh! di meraviglia sfuggì spontaneo al visitatore. Era di fronte ad un arazzo d'inestimabile valore e di meraviglioso splendore. 

Caro figliuolo - disse paternamente il Papa - vedete?... Fin che siamo nella parte opposta, cioè quaggiù, non scorgiamo che strani grovigli. Ma quando passeremo lassù, (e indicava il Cielo) nella luce della vita vera, allora distingueremo le proporzioni e il disegno, l'unione delle parti, la varietà delle ombre, la vaghezza dei colori. 

Giovi questo insegnamento anche a voi, miei cari giovani. 

Il mondo colle sue passioni in tormenta ci si presenta come un'inestricabile confusione, dove non sempre è dato di scorgere la presenza della Somma Sapienza e della Somma Bontà. 

Ma non meravigliamoci. Verrà tempo in cui vedremo e comprenderemo tutto. 

Intanto, di fronte al male che dilaga e ai dolori che si accumulano, ricordiamo che Dio, avendo creato l'uomo cosciente e libero, non gli toglie mai il dono della libertà, perchè se gli togliesse questo dono l'uomo non sarebbe più uomo. La responsabilità quindi di tutti i mali non è mai di Dio, ma degli uomini che violano i diritti di Dio e del prossimo. 

Il segreto della nostra salvezza e della nostra felicità sta nel non abusare della nostra libertà, ma nell'impegnarla a vivere in conformità alla volontà divina osservando i Comandamenti. 

Preghiamo quindi perchè tutti gli uomini si facciano più buoni e rispettino la santa legge di Dio. E voi cercate di concorrere colla vostra buona condotta meglio che potete. 

Vostro aff.mo Don Giulivo


[Articolo pubblicato sul "Bollettino Salesiano" del luglio 1942].

Pensiero del giorno

Ricordarsi che vale più un giorno di pazienza e di rassegnazione nelle sofferenze, che un anno di preghiera, di digiuno e di attività esteriore.


(Padre Felice Maria Cappello)

domenica 23 febbraio 2025

Circa coloro che soccorrono le anime del purgatorio

[Brano tratto da "Il mese di novembre santificato, ossia la divozione verso le anime del Purgatorio promossa per via di brevi considerazioni e scelti esempi”,  Tipografia dell'oratorio di San Francesco di Sales, 1869].


Santa Brigida, rapporta Benedetto XIII, attesta nelle sue rivelazioni aver inteso una voce uscire dalle vorticose fiamme del purgatorio e dire: «Sia ricompensato e pagato chi ci procurerà qualche refrigerio in mezzo alle nostre pene.» Altra volta intese una voce sonora che diceva: «O Signore Dio, usate dell'incomprensibile vostra onnipotenza e rendete il centuplo a coloro che ci vengono in aiuto con i loro suffragi, e ci elevano fino agli splendori della vostra divinità.» La stessa santa dice aver inteso un angelo che diceva: «Benedetto sia in terra colui che, con le sue preghiere, con le buone opere, e con le sofferenze corporali reca soccorso alle povere anime purganti.»

Il mercante che volle assistere alla Messa domenicale

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Tre mercadanti di Gubbio si recavano un giorno all'annuale mercato, che si faceva in un borgo chiamato Cisterno. Dopo avere spacciate le loro merci, due di loro cominciarono a ragionare insieme della partenza, e risolvettero di porsi in cammino al primo albeggiare dell'indomani, per trovarsi la sera nel proprio paese. Il terzo disapprovò il loro disegno, e dichiarò che, essendo l'indomani giorno di domenica, non si sarebbe posto in viaggio, prima di avere ascoltata la santa Messa. Indi si diede d'attorno per persuadere i compagni a fare altrettanto, ma fu indarno. Essi gli dissero recisamente esser ormai fissata la loro partenza al far del giorno: e che Dio gliela avrebbe mandata buona, se per questa volta tralasciavano di udir la Messa. Di fatto, ai primi crepuscoli del giorno appresso, montarono in sella, e cavalcarono alla volta del lor paese. In breve ora, giunsero al fiume detto Corfruone, il quale a cagione della pioggia caduta la notte avanti era straordinariamente gonfiato ed aveva alquanto corroso il ponte di legno, che metteva alla opposta riva. Senza punto badarvi i due mercadanti salirono a briglia sciolta sul ponte malfermo. Giunti appena a toccarne il mezzo, un urlo violento delle onde strappò via l'intravatura, e i due infelici precipitarono coi loro cavalli nel fiume. Alle grida dei naufraghi che chiedevano aiuto accorsero solleciti alcuni contadini, ma non riuscirono ad altro che a tirarne alla spiaggia i cadaveri; ove si lasciarono esposti fintantoché non venissero riconosciuti. In questo, mentre anche il terzo mercante, che, per soddisfare al precetto della Chiesa, si era trattenuto in Cisterno, giunse in riva del detto fiume; e vide colà distesi i due cadaveri. Al primo sguardo riconobbe in essi i suoi sventurati compagni di viaggio, ed appena ebbe inteso dai circostanti i particolari di così infausto accidente, levò al cielo le mani, rese grazie all'Altissimo per averlo preservato da quella sventura, e benedisse mille volte l'ora in cui assistette al divin Sacrificio, a cui andava debitore della sua vita.

Pensiero del giorno

La bontà, come dicono i filosofi, di sua natura est sui diffusiva, da sé stessa è spinta a diffondersi in beneficio degli altri; Iddio perciò, essendo una bontà infinita, ha un infinito desiderio di comunicarsi a noi sue creature e farci parte dei suoi beni.

(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)

sabato 22 febbraio 2025

Il perdono del moribondo

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli.


A proposito di perdono, giova ricordare quanto è narrato nella vita di Santa Margherita Alacoque.

Mentre la Santa era nel convento, sotto le predilezioni del Cuore di Gesù, venne a morire un uomo. La moglie di questi era tormentata dal dubbio se il marito fosse salvo o dannato. Si rivolse alla Santa, conoscendo che essa era a contatto con Gesù, affinché pregasse.

Gesù si presentò alla sua Prediletta e le disse: Conforta la tale signora! Suo marito è salvo. Per il momento è in Purgatorio. Era in pericolo di dannarsi; ma un atto di carità compiuto sul letto di morte, gli rese favorevole il mio giudizio.

Che cosa era capitato? Da anni c'era un grande odio tra quest'uomo ed un cognato; non si parlavano più. Quando quest'ultimo seppe che stava per morire il suo nemico, sia per riparare il male fatto, sia per convenienza, si recò a fargli visita; però si fermò in un angolo della stanza, quasi per non lasciarsi vedere. Il moribondo, in un momento di lucidità, scorse il cognato e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi:

- Perdoniamoci a vicenda!... Si muore... Tutto passa!... - Questo atto di carità attirò tanta grazia al moribondo da liberarlo dall'inferno.


Spegnere l'odio

Questi esempi dovrebbero essere ben meditati. Poichè il perdonare i nemici è di tanto vantaggio ai vivi e di tanto sollievo ai morti, si approfitti dell'occasione del lutto per rappacificarsi con il prossimo.

L'odio d'ordinario regna o nella parentela o nell'ambito dei cosiddetti «amici». Si superi la ripugnanza naturale a perdonare, si faccia un sacrificio per amore di Dio e per amore dei morti... si vada a visitare chi è a lutto e si dimentichi il passato.

Chi riceve una visita di rappacificazione, non si arrischi a respingerla. E' doloroso il dirlo! E' avvenuto che in occasione di lutto si è presentata qualche persona ed i parenti del morto l'hanno cacciata, dicendo: Voi non dovete mettere mai piede in casa nostra! - Ma chi agisce in tal modo, può dire di amare i propri morti? Se li amasse, perdonerebbe e suffragherebbe la loro anima!

Cosa dire dell'odio che sorge tra fratelli e sorelle dopo la morte dei genitori, a motivo dell'eredità?... Si rompono le relazioni sacre, che sono quelle del sangue, si ricorre ai tribunali, anche quando non si sparga sangue; fratelli e sorelle che non si salutano per anni ed anni e non si visitano neppure sul letto di morte.

Costoro perchè non perdonano? Forse recitano preghiere di suffragio per i genitori; e non sanno però che non giova ai defunti il suffragio che parte da un cuore vittima dell'odio.

Potessero queste pagine concorrere a spegnere l'odio in tante famiglie!


Distruggere

Un altro suffragio è il distruggere i residui di peccato, imputabili ai morti. Si chiarisce l'argomento con qualche esempio, preso dal volume «Meraviglie del Purgatorio ».

Un celebre pittore era stato pressato da un ricco signore a fare dei quadri poco decenti. In seguito se ne pentì e, per riparare il male fatto, si dedicò alla pittura sacra. Passò gli ultimi anni di vita in un convento di Carmelitani Scalzi, ove lasciò un artistico quadro sacro. Morì con i conforti religiosi. Dopo alcuni giorni dalla morte, mentre un Frate era in coro dopo il Mattutino, il pittore apparve in Chiesa; era piangente e stava avvolto tra le fiamme. Il Frate lo riconobbe e chiese come mai dopo una vita così esemplare ed una morte così edificante, potesse trovarsi in tale stato. Il defunto rispose: Quando mi trovai al divin tribunale mi vidi circondato da molte persone, le quali deponevano contro di me, perchè si trovavano in Purgatorio per aver mirati i quadri indecenti da me pittati; ma quello che più mi atterrì fu il vederne uscire altre dall'inferno, gridando, perchè si erano dannate per colpa mia. Fui salvo dalla morte eterna per le opere buone compiute e per la buona morte, ma fui condannato a soffrire tra le fiamme del Purgatorio finché non siano distrutti quei brutti quadri da me lavorati, i quali ancora continuano a dare scandalo. Vi prego, dunque, per pietà, di recarvi dal proprietario, supplicandolo di bruciare subito quelle pitture. Che se si rifiutasse, guai a lui!... In prova di quanto vi dico ed in punizione del cattivo lavoro che volle fatto, fra poco perderà i due suoi figli e, qualora mancasse di ubbidire agli ordini divini, egli stesso morrà. -

Il padrone, informato di tutto, subito distrusse i quadri ed in meno di un mese vide morire i suoi due figli. Fortemente colpito da questo fatto, si diede ad una vita di penitenza.


[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli].

Pensiero del giorno - Appetito e vergogna

Il signor Ravagnan, poi famoso predicatore gesuita, in un pranzo si era trovato al fianco di una signorina elegante, poco vestita. Egli rimase male, e fu taciturno. Alla fine la giovane azzardò:
- Signor Ravagnan, non avete dunque appetito?
- E voi, signorina, non avete dunque vergogna? replicò pronto il vicino interpellato.
A sua volta, anche la signorina perdette l'appetito...
Vent'anni dopo se ne ricordava ancora con amarezza; come lei stessa confessò dopo la sua conversione.


[Tratto da “Catechesi in esempi” di Fratel Remo di Gesù, Edizione “Sussidi”, 1956].

venerdì 21 febbraio 2025

Avviso da Bari

Sabato 22 febbraio dalle ore 17 alle 18,30, presso la chiesa di San Giuseppe di Bari Vecchia, Don Nicola Bux terrà una catechesi sul tema: La retribuzione in base alla fede e alle opere: le Indulgenze nell'Anno Santo per i vivi e per i morti.

Alle ore 19, come di consueto, verrà celebrata la Messa in latino in rito antico.


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Zelo eroico

Si rimane edificati nel vedere dei sacerdoti ricchi di zelo per la salvezza delle anime. A tal proposito riporto un breve brano tratto da un articolo pubblicato sul "Bollettino Salesiano" dell'ottobre del 1939.


Alcuni anni fa ci fu affidato nel Sud-India un Distretto Missionario, ceduto da un altro Istituto per scarsità di personale. Fu suddiviso tra vari Salesiani, i quali organizzarono subito un primo viaggio di ricognizione per avvicinare i cristiani che da anni non erano più stati visitati, e per conoscere il campo di lavoro. Era primavera inoltrata: nel Sud-India in quella stagione nessuno viaggia dalle 9 alle 16, nè europei, nè indiani, perchè la temperatura oscilla tra i 40° e i 45°, e, per una quindicina di giorni, anche dai 48° ai 50°; gli stessi bufali si accovacciano all'ombra dei grandi alberi, perchè il sole è intollerabile e l'afa toglie il respiro. Ebbene, uno dei nostri Confratelli ebbe il coraggio di percorrere l'intiero distretto a piedi, perchè non trovò nessuno che volesse condurlo: vagò cinque mesi per quelle terre bruciate, in cerca di anime, fra la gioia dei cristiani e lo stupore dei pagani, e alla fine rientrò nella sua residenza disfatto dalle privazioni e dalle fatiche, ma colla consolazione del pastore che ha potuto rintracciare centinaia di pecorelle abbandonate. 

Un giorno uno dei nostri cadde battendo il petto contro un grosso sasso: non se ne preoccupò e continuò nel suo ordinario lavoro di ministero; ma il dolore, nonchè cessare, si fece sempre più vivo. Dopo due giorni si rassegnò a mandar pel medico, che constatò due fratture alle costole e gli prescrisse di rimanere a letto. Era ancora in casa il dottore, quando giunse un uomo in cerca del missionario per amministrare gli ultimi Sacramenti ad una povera moribonda: si trattava di una disgraziata che aveva tentato di suicidarsi. Invece del sacerdote si presentò all'inviato il medico: - Buon uomo, andate a cercare un altro sacerdote; Padre Giovanni non può muoversi. - Quella donna ha detto che non si vuol confessare se non dal Padre Giovanni: o lui o nessuno. - Ebbene, dite a quella donna che se essa è moribonda, Padre Giovanni è bell'e morto. - E gli chiuse la porta in faccia. Ma al Missionario non resse il cuore di lasciar morire quella poverina senza Sacramenti: appena il medico se ne fu andato, si alzò, fece a cavallo una ventina di chilometri - con che stento e tra quali dolori, è facile immaginare - e fece in tempo ad amministrare gli ultimi Sacramenti alla moribonda.

Pensiero del giorno

Si accosti sempre e tanto volentieri a ricevere Gesù nella S. Comunione. Egli è e dev’essere l’unico Suo conforto, la Sua consolazione, il tesoro inestimabile dell’anima Sua, poiché possedendo Gesù possiede tutto.


(Brano tratto dagli scritti di Padre Felice Maria Cappello, 1879-1962).