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venerdì 8 gennaio 2010

Messa gregoriana nella propria parrocchia

Ho ricevuto una cortese e-mail da parte di un visitatore del blog, la riporto integralmente qui di seguito, “oscurando” solamente il cognome:

Caro amico,
leggo volentieri le notizie sul suo sito, ringraziando dell'ottimo lavoro.
Mi ha fatto riflettere una sua constatazione apparsa in un articolo di pochi giorni fa, e più precisamente che "Sono convinto che mediamente in ogni parrocchia ci siano non meno di quattro o cinque fedeli interessati alla Messa tradizionale, bisognerebbe che si raggruppassero insieme ai fedeli di altre parrocchie per formare un folto gruppo stabile che richieda la celebrazione del Santo Sacrificio a qualche pio sacerdote non ostile alla liturgia antica".
Penso che sia assolutamente vero che in ogni parrocchia si trovino "non meno di quattro o cinque fedeli" interessati alla Messa di sempre, anzi, l'esperienza mi farebbe dire che ce ne possano essere di più (ma chi conosce il motu proprio, la volontà del Papa, la non abrogazione della Messa gregoriana?). In alcuni casi può anche essere vero che sia necessario un raggruppamento, ma nella maggior parte dei casi non sarebbe forse meglio che questi quattro o cinque andassero dal proprio parroco con una richiesta, esattamente come vuole il dettato del Summorum Pontificum? Non vedo (per modo di dire, le difficoltà ed opposizioni sono quelle che sono) perché si debba rinunciare al principio di appartenenza ad una parrocchia territoriale solo per nutrire il desiderio di partecipare alla liturgia tradizionale. Isolandoci in chiesette a parte, sviliamo la portata del motu proprio (e penso anche la mens del legislatore, che probabilmente desidera una celebrazione della Messa di sempre su vasta scala, anche per tutti quei fedeli che non la conoscono!); il Messale antico non fu abrogato, se un gruppo di parrocchiani (tria faciunt collegium!) desidera la celebrazione si rivolgano al proprio parroco - ora si può, e le graziose concessioni di Messe da parte del vescovo appartengono ormai all'applicazione del motu proprio del 1988 - e cioè alla storia!
Spero non averla tediato troppo con le mie osservazioni, mi scusi.
Assicurandola delle mie preghiere e della mia simpatia (pur senza conoscerla), invio cordiali (sic) saluti.
Peter M.


Gentilissimo Peter,
innanzitutto apprezzo il tono pacato e costruttivo con il quale ha esposto il suo pensiero. In effetti considero la sua proposta (di formare un gruppo stabile all'interno della propria parrocchia e rivolgersi per la celebrazione al proprio parroco) la via maestra da seguire. Però ci sono due grossi problemi. Il primo è che ci sono dei preti ostili alla Messa tridentina (non è una mia opinione, lo ha ammesso, utilizzando altre parole, anche l'autorevole Mons. Camille Perl al convegno di Roma nel settembre 2008). Il secondo è che molti parroci sono già sovraccarichi di impegni nei giorni festivi. Certi celebrano già quattro o cinque Messe, non penso che accoglierebbero con entusiasmo la richiesta di officiare l'ennesima Messa (questa volta nella forma extraordinaria), magari per un gruppo formato solo da una dozzina di persone. Dunque la cosa più saggia da fare è quella di riflettere come agire, caso per caso. Se un gruppo di fedeli si ritrova con un parroco simpatizzante della Messa gregoriana, può senz'altro presentargli la richiesta. Ma se si tratta di un gruppo poco numeroso e magari il parroco è uno di quelli favorevoli all'obiezione di coscienza alla liturgia antica, in questo caso sarebbe meglio rivolgersi altrove, possibilmente coalizzandosi e fondendosi con gruppi stabili di altre parrocchie nelle stesse non invidiabili condizioni. Il Motu Proprio prevede che qualora il parroco non sia stato in grado di soddisfare i fedeli, deve essere il vescovo a trovare una soluzione. A me non dispiace l'idea che vengano istituite delle parrocchie personali destinate alla cura pastorale dei fedeli legati alla forma straordinaria della liturgia romana. Una parrocchia personale con confessione, direzione spirituale, catechismo per i bambini, oratorio ...produce frutti spirituali molto più abbondanti rispetto alla solamente domenicale Messa tridentina (chiamata da alcuni “Messa di sempre” perché ha un'origine antichissima e il canone romano risale all'Apostolo Pietro, come insegnava Mons. Gamber, uno strenuo sostenitore dell'antica forma liturgica).

Ricambio volentieri la simpatia e i cordiali saluti.

P.S. Qualora volesse replicare, può tranquillamente darmi del “tu” (ciò vale per tutti), o al massimo del “voi”. Li ritengo entrambi molto più affabili e fraterni del freddissimo “lei” che purtroppo utilizzo anch'io per consuetudine.