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lunedì 5 settembre 2011

Verso una “riscrittura” del Vaticano II?

All'interno dei Sacri Palazzi, qualche autorevole esponente vaticano ammette (per il momento “sottovoce”) che nei testi del Concilio Vaticano II vi sono alcuni passi che sono stati formulati utilizzando un linguaggio teologico poco classico, risultando non molto chiari per vari fedeli.

Inoltre, viene detto che ci sono alcuni passi conciliari che non richiedono ai fedeli di aderire con l'intelletto, non avendo la pretesa di vincolare le coscienze. Anche il dotto e compianto Padre Pierre Blet la pensava in modo simile. Ciò mi fa venire in mente un altro fatto. Nel 2004, l'allora Cardinale Ratzinger, in un messaggio inviato all'episcopato statunitense disse che era legittimo per i cattolici avere diversità di opinione circa l'applicazione della pena di morte.

A questo punto sorgono spontaneamente molte domande: Quel che Giovanni Paolo II ha detto al riguardo della pena capitale nell'enciclica “Evangelium Vitae” non è moralmente vincolante? Se non vincola le coscienze in questo caso, ci sono altri casi “non vincolanti” nel Magistero Pontificio? Quali sono i passi non vincolanti del Concilio e del Magistero?

La speranza è che la Santa Sede “riscriva” (cioè spieghi in maniera più chiara) i brani conciliari più oscuri, e dica quali sono (se ci sono) i passi del Concilio e del Magistero in cui si è parlato come “privati dottori”, senza intenzione di vincolare le coscienze. Del resto è compito di Pietro il confermare nella fede i cristiani. Chissà, forse queste speranze si realizzeranno in occasione delle trattative in corso tra Roma e la Fraternità Sacerdotale San Pio X.