Per contattarmi: cordialiter@gmail.com


Se il blog ti piace e desideri aiutarmi affinché possa dedicare il tempo necessario per continuare ad aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una libera donazione. Per info: clicca qui.


Visualizzazioni totali

martedì 3 giugno 2014

Uno stile di vita alternativo

È sempre più difficile vivere cristianamente in questa società paganizzata, materialista ed edonista. Se un fedele desidera fare “vita devota” nel mondo, è costretto a stare in contatto con tanti scandali e con tanta gente che vive come se Dio non ci fosse, pertanto non è facile conservare il raccoglimento interiore ed evitare di intiepidire il fervore della vita cristiana.

Avendo molti contatti con numerosi fedeli laici filo-tradizionali, ho notato che ci sono diverse persone che bramano di poter condurre uno stile di vita "alternativo" alla stressante e degradante vita che in molti conducono nelle città moderne. 

Si tratta di un'utopia? No, basti pensare alle “reducciones”, cioè ai villaggi cristiani che tra il XVI e il XVII secolo gli eroici gesuiti eressero nelle foreste del Sud America. Un altro esempio da prendere in considerazione sono le “colonie agricole” fondate da San Luigi Orione nel XX secolo. Anche oggi si può dar vita a qualcosa del genere. Ad esempio si potrebbe "colonizzare" una vecchia cascina di campagna e dedicarsi a lavori agricoli, dare ospitalità a persone desiderose di trascorrere alcuni giorni di riposo e meditazione, organizzare attività didattiche e ricreative, ospitare campi estivi di bambini e gruppi scout, organizzare conferenze su temi cari al movimento tradizionale, ospitare ritiri spirituali, ecc. Ovviamente i membri del “villaggio tradizionale” dovranno condurre uno stile di vita sobrio (per non dire austero) ed “ecocompatibile”, evitando lo spreco di denaro e di risorse materiali.

Il progetto è fattibile? Io so che in Italia esistono delle comunità simili, le quali riescono ad autogestirsi e ad avere un reddito sufficiente per poter continuare a mantenere in vita il progetto. Dunque, se ci riescono loro, possono riuscirci anche i cattolici. Sarebbe splendido poter condurre uno stile di vita quasi eremitico, lontano dai “rumori” e dalle immoralità che dilagano nell'attuale società secolarizzata e scristianizzata. Non si tratta di fondare una comunità religiosa come quella dei fervorosi monaci certosini (che molti di noi stimano), ma una piccola comunità di fedeli laici che desiderano allontanarsi dalla corruzione morale del mondo, per poter praticare uno stile di vita più cristiano, nel silenzio, per raccogliersi interiormente e vivere “alla presenza di Dio”, cioè col cuore costantemente rivolto ai beni celesti.

Sarebbe ottimo se qualcuno avesse a disposizione un terreno o un casolare di campagna e volesse metterlo a disposizione per dar vita a qualcosa in questo campo.