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domenica 9 novembre 2014

Circa il nuovo incarico del Cardinale Burke


Ho una grande stima nei confronti del Cardinale Raymond Leo Burke, perché è fedele al Magistero perenne della Chiesa ed è anche un zelante successore degli Apostoli. Quando era vescovo di La Crosse (Stati Uniti d'America) la sua diocesi sembrava un'oasi, e i fedeli legati alla Messa tradizionale potevano tranquillamente soddisfare le proprie aspirazioni liturgiche (sto parlando di diversi anni prima che Benedetto XVI venisse eletto, e quindi non era ancora stato promulgato il Motu Proprio “Summorum Pontificum”). In seguito Giovanni Paolo II lo promosse alla guida dell'arcidiocesi di Saint Louis, dove, grazie anche al suo zelo pastorale, le vocazioni sacerdotali aumentarono di circa il 100%, e l'allora Mons. Burke, per poter accogliere il massiccio afflusso di seminaristi, fu costretto a far eseguire dei lavori per ampliare il seminario diocesano.


Nel 2008 Benedetto XVI lo nominò Prefetto della Segnatura Apostolica, e nel 2010 lo creò Cardinale. Ieri è stato trasferito all'incarico di Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta. Caro lettore, immagino che vorrai sapere cosa ne penso in proposito. Ti accontento subito.

I modernisti hanno una visione immanentista della vita; noi invece dobbiamo avere una visione soprannaturale di tutto ciò che accade. Non conosciamo quali sono gli arcani decreti della Divina Provvidenza al riguardo di questo zelante Principe di Santa Romana Chiesa, tuttavia sappiamo che nulla accade per cieco caso, ma tutto è voluto o permesso da Dio in vista di un bene più grande. Anche i peccati commessi nel mondo vengono tollerati in vista di un bene più grande. Per esempio, il Signore non voleva che i sabei rubassero il bestiame al Santo Giobbe, ma non impedì che ciò avvenisse perché voleva trarne un bene maggiore. Infatti quel sant'uomo dimostrò di avere una pazienza eroica (perché sopportò con serafica rassegnazione tutte le avversità che lo colpirono), accumulando così grandi meriti per il Cielo.

Come ho già detto, non conosciamo gli arcani decreti della Santissima Trinità, quindi non sappiamo qual è il progetto di Dio sul Cardinale Burke, sappiamo solo che è un progetto buono, perché il Signore è capace di fare e desiderare solamente il bene.

Umanamente parlando, l'incarico di Prefetto della Segnatura Apostolica è più “prestigioso” rispetto a quello di Patrono dei Cavalieri di Malta, ma noi seguaci di Gesù Cristo non dobbiamo pensare al prestigio terreno, ma solo alla maggior gloria di Dio.

Svolgendo il proprio apostolato tra i Cavalieri dell'Ordine di Malta, penso che il Cardinale Burke potrà fare un gran bene alle loro anime, come ha fatto in America quando era vescovo diocesano. E se anche una sola anima dovesse essere salvata dall'infinita misericordia di Dio mediante il lavoro apostolico del Cardinale Burke, ne sarà valsa la pena perdere un incarico prestigioso, visto che quell'anima è costata immensi patimenti al Redentore Divino per redimerla sulla croce del Golgota. San Francesco Saverio, pur di salvare una singola anima, non avrebbe esitato a nessun sacrificio.

Inoltre, adesso che l'eroico porporato statunitense non ha più il faticoso incarico di Prefetto della Segnatura Apostolica (che è un Tribunale della Chiesa), il quale gli assorbiva molto tempo per studiare attentamente le cause che doveva giudicare, potrà dedicarsi ancora di più alla direzione spirituale delle anime desiderose di crescere nel cammino di perfezione cristiana, e potrà anche celebrare più spesso in giro per il mondo la liturgia tradizionale, attirando le folle e facendole innamorare del Santo Sacrificio della Messa.


Insomma non dobbiamo vedere la nuova nomina come una tragedia, perché dietro c'è sicuramente qualche meraviglioso ricamo dell'infinita misericordia di Dio.