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martedì 21 luglio 2015

Tracollo delle vocazioni diocesane in Francia (lk -)

In molti Paesi della secolarizzata Europa si sta assistendo a una vera e propria desertificazione spirituale. Pensiamo ad esempio alla catastrofe vocazionale in Francia. I numeri parlano da soli: nel 1966 oltralpe c'erano 4.536 seminaristi, ma già pochi anni dopo, nel 1975, il loro numero era sprofondato a 1.297. Il tracollo è proseguito, e nel 1996 si è toccata la critica soglia di 1.103, per poi scendere in picchiata a 784 nel 2005. Nel 2011 è stato toccato il livello più basso dai tempi della Rivoluzione Francese a quota 710. Se la matematica non è un'opinione, il crollo complessivo dal 1966 supera l'84%. Ecco dove ha portato la svolta dei teologi modernisti che hanno distrutto il senso del soprannaturale!

Si tratta di numeri implacabili che non hanno bisogno di commenti, sono fin troppo eloquenti. Non si tratta di fare propaganda, si tratta di valutare con serietà la situazione catastrofica. Del resto, i numeri non sono né tradizionalisti né modernisti, sono dati di fatto di cui prendere atto. La situazione in Francia è drammatica, tra pochi anni in varie diocesi non ci saranno più preti, poiché quelli attuali hanno un'età media di circa 75 anni.

Tuttavia, non bisogna disperarsi, infatti, se il clero diocesano francese rischia quasi l'estinzione, gli istituti legati alla venerabile e antica liturgia romana continuano a crescere grazie al notevole afflusso di nuove vocazioni. La speranza è che vengano aperti ulteriori seminari che consentano a un maggior numero di ragazzi fedeli alla Tradizione Cattolica di poter abbracciare il sacerdozio. Non è facile pronosticare quando avverrà il "sorpasso" tra "preti moderni" e "preti tradizionali", ma almeno in Francia sembra che sia ormai solo una questione di tempo.