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sabato 30 giugno 2018

Preghiera per trovare un fidanzato

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Le donne che cercano una preghiera per trovare un fidanzato perché sentono di avere la vocazione matrimoniale, ma non riescono a trovare un uomo fedele agli insegnamenti della Chiesa Cattolica, possono leggere il seguente annuncio di un ragazzo che sta cercando una fidanzata cattolica:  cliccando qui


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È stata scritta qualche preghiera per trovare un fidanzato? Sì, ma è possibile, e spesso più efficace, pregare utilizzando parole proprie che sgorgano spontaneamente dal proprio cuore. Al Signore non interessano le "frasi fatte", interessa che uno dica col cuore ciò che desidera da Lui.

 La preghiera  è un potente mezzo per trovare un fidanzato che viva da vero seguace di Gesù Cristo. Ci sono molte donne che si sentono chiamate da Dio alla vita matrimoniale, ma non riescono a trovare un fidanzato veramente cristiano con cui sposarsi. In effetti è meglio rimanere nubili anziché sposarsi con un uomo irascibile, scorbutico, adultero, mondano… insomma, “poco cristiano”, poiché costui farebbe molto soffrire la propria sposa. Ecco perché bisogna pregare molto per ottenere da Dio un marito davvero cristiano.

Ma come trovare la persona giusta? Il modo migliore è mediante la preghiera. Per esempio si potrebbe recitare una novena per trovare un fidanzato. È meglio rimanere nubili anziché sposare un uomo cattivo che condurrebbe la propria sposa lontano dal Signore, ad esempio costringendola a compiere atti contrari alla Legge Eterna di Dio, come l'aborto o l'utilizzo delle "pillole del giorno dopo". Dunque, o si riesce a trovare un ragazzo che vuole vivere la vita matrimoniale in modo cristiano, oppure meglio rimanere sole che male accompagnate.


Dagli scritti di Pierre Dufoyer.

Il lettore tenga sempre presente che il vincolo matrimoniale dell'amore puramente naturale deve divenire soprannaturale nel matrimonio sacramentale, cioè cristiano: un amore che scaturisce dalla fede, dalla grazia e dall'amore cristiano di Dio e del prossimo è nel contempo vincolo di perfezione. Anche se lo stato matrimoniale non è in se stesso lo stato più perfetto, i coniugi devono tuttavia tendere alla perfezione cristiana. La parola del Signore: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" vale per tutti i redenti in Cristo. Le indagini psicologiche di questo libro si propongono di indicare la via per realizzare questa aspirazione.

LE RICCHEZZE DELL'AMORE

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Per il cuore femminile l'amore è una meravigliosa realtà. Fin dai primi anni della maturità fisica, tutte le ragazze vi aspirano, più o meno coscientemente. Sentono un bisogno intenso di amare e di essere amate. [...] Per tutte, è il tempo dei sogni sentimentali, delle aspirazioni indefinite, delle impressioni nuove di felicità o di dolorosa solitudine dell'attesa di qualche cosa di grande e di bello, che in un modo meraviglioso le renda felici. Esse pensano, e attendono l'amore, coscientemente o senza rendersene ben conto. Ben presto sono fidanzate: l'amore concreto si è risvegliato nei loro cuori e ne subiscono il fascino. Non sentono incertezze per il futuro: sono sicure che sarà felice. Sanno che per altre la fondazione di un focolare non è stata un successo. Sono tuttavia profondamente persuase che la fondazione della loro famiglia non fallirà e crescerà col passare del tempo, la loro unione matrimoniale sarà splendida, sapranno avvolgere lo sposo dì tenerezza ed affetto non comuni. Egli, a sua volta, sarà buono e premuroso e la sosterrà con le sue energie in modo da rendere permanente la felicità. "Più tardi, quando saremo marito e moglie, educheremo i nostri figli, saranno gentili, intelligenti, docili, e per di più belli". Queste sono le prospettive del futuro e i sogni di tutte le fidanzate, sotto l'incanto dell'amore! Noi non vogliamo coprire a lutto sogni così dolci, che sono la gioia e il sole dei giorni del fidanzamento. Non intendiamo nemmeno proferire qualcosa contro l'amore. Se nessuno dei due sposi lo tradisce, nella realtà concreta esso è ancora più bello, anche se ha qualcosa di diverso da quanto si era immaginato. Ma se si vuole realizzare un amore bello e grande, che dia alla vita un volto nuovo e la rischiari, è necessario scegliere bene il compagno. Non si guarderà in primo luogo alla sua statura, alla sua robustezza fisica, al suo aspetto virile e deciso, perché queste sono qualità superficiali; ma si osserverà se possiede qualità reali e profonde, se è un uomo di coscienza, se ha il senso della responsabilità, se ha voglia di lavorare, se ha sensibilità d'animo. Non ci si deve limitare nemmeno su di un concetto dell'amore irreale a tinte romantiche. Con una lucida consapevolezza occorre accrescerne le ricchezze sentimentali; e quindi prendere una ferma decisione di amare continuamente lo sposo che si è scelto, qualunque cosa possa accadere nel corso della vita, nonostante le delusioni parziali, le inevitabili incomprensioni e sofferenze. Amare significa saper perdonare e soffrire. L'amore è grande e nobile se lo si vive nella sua pienezza e si rimane fedeli alle sue esigenze. Allora esso è completa dedizione di sé alla persona amata e appello totale. In questa perfetta dedizione di sé, la giovane desidera solamente di potersi donare interamente all'amato per renderlo felice. E non bada ai sacrifici che sopporta per la felicità dello sposo. La fidanzata è già pienamente felice al pensiero di poter accarezzare l'amato e di poterlo circondare di una tenerezza sconfinata. Non pensa a un limite nella durata del suo amore, ma nel matrimonio si dona per sempre all'amato. L'amore è anche un appello totale. La fidanzata viene attratta dalla forza e dall'energia del suo fidanzato; conta sul suo appoggio. E quanto più tutto ciò le viene concesso, tanto maggiormente essa può elargire all'amato i propri tesori di affetto e d'amore. Questo le è talmente indispensabile che la vita senza di lui le sembra priva di gioia, e senza di lui non potrebbe più sentirsi felice...

L'amore non conosce limiti né nella misura della dedizione né della durata. Dice semplicemente: "Ti amo". Gli parrebbe di negarsi, se dovesse dire; "Ti amo ora", "Ti amo per qualche tempo". Si attenuerebbe, se dicesse: "Ti amo molto", può solo dire: " Ti amo ". Questa breve parola è impregnata di forza e di persistenza, e vieta in pari tempo qualsiasi restrizione. L'amore non prevede il divorzio. Se ci sono dei fidanzati che lo pensano possibile, allora non sanno cosa significhi amare. L'amore coniugale è totalitario: perciò esige l'unione dei corpi, dei cuori, degli animi, la vita comune. Esso soffre per le reticenze, per i segreti gelosamente custoditi, e per qualsiasi irrequietudine che scorge nello sguardo dell'altro. Il volto oscuro del marito, di cui lei ignora il motivo e la pena, che avvolge nell'ombra e nel mistero il suo cuore, la addolora profondamente. Vuole conoscere tutto il passato e i pensieri attuali dell'amato. Essa sola vuole essere amata, pretende tutto il suo cuore, teme qualsiasi rivale, e tende a un possesso perfetto e definitivo, all'unione totale con la persona amata. Questa è la fisionomia dell'amore dei giovani sposi nel suo splendore naturale, nella sua luminosità originaria. E tuttavia l'amore non si dovrebbe limitare al sentimento spontaneo, per quanto bello possa essere. "La grande e tragica illusione di anime che amano è di credere che la forza e la profondità del loro affetto offrano di per sé una garanzia di perseveranza" (Klages). Basta guardarsi attorno; quanti matrimoni sono incominciati con un felice fidanzamento, con un amore sentito, e poi è sopraggiunta la noia, il fastidio! L'amore fondato solo sul sentimento, partecipa di tutte le illusioni sentimentali e non sfugge al lento logorio che corrode tutte le cose umane. Se l'amore si aggrappa solo all'aspetto esteriore, al tratto, alla giovinezza del fidanzato, alla pura piacevolezza delle sue doti fisiche di uomo, e alla forza d'attrazione originaria che ne deriva, allora esso svanirà insieme con queste cose. Questa attrattiva accentuata del sentimento e questa inclinazione è assolutamente necessaria tra i fidanzati e gli sposi. Ci si deve amare per sposarsi. Ma oltre a ciò è indispensabile che l'amore sia fondato su valutazioni razionali. Questo si avrà nel caso in cui si sia scelto il proprio fidanzato per la sua delicatezza di coscienza, il suo amore al lavoro, il suo valore e la sua bontà, per le doti spirituali... virtù che durano più a lungo del bell'aspetto esteriore e della capigliatura! L'amore si deve fondare sulla volontà. Tutte le donne sposate provano delle delusioni. "Si sposa un fidanzato e si vive con un marito. Questi non è più il medesimo uomo" (Tinayre). Perché l'amore non sia compromesso da tali delusioni del sentimento, si deve essere decisi a nutrire in sé una forte e costante propensione al perdono e alla pazienza, facendo lo sforzo necessario di adattamento. L'amore deve essere fondato sulla fede: la fedeltà del cuore e del corpo è un dovere di stato del quale si renderà conto a Dio. Bisogna quindi appartenere completamente allo sposo e alla famiglia. "In avvenire non avrò più la preoccupazione a chi piacere; io cercherò di piacere solamente a colui che ho scelto" (Alain). Tutto questo ai fidanzati appare semplice, chiaro ed estremamente evidente. Ed è proprio questo che essi desiderano nello slancio del loro amore nascente. La dedizione coniugale non può essere tuttavia completa, l'amore sicuro e duraturo, se a tale fervore di sentimenti non s'aggiungerla chiara volontà di non eccedere in nessun momento di crisi, ma di amarsi fedelmente l'un l'altro nonostante gli inevitabili sacrifici e le delusioni. "Un amore è grande e duraturo solo nella misura in cui esso trae alimento dalle delusioni e dai dolori sparsi lungo il cammino" (Thibon). Questo è realmente il grande amore, quell'amore che la fidanzata dovrà conquistare e accrescere: un amore caldo del cuore, un cosciente amore razionale, un forte amore della volontà, un amore inteso come missione cristiana. Solo questo è l'amore umano in tutta la sua pienezza, l'amore in tutta la sua perfezione.


[Brano Tratto da "La donna nel matrimonio", di Pierre Dufoyer, traduzione di Maria Crivelli Visconti, Edizioni Paoline, 1958].