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martedì 14 settembre 2010

Tres abhinc annos


Oggi ricorre il terzo anniversario dell'entrata in vigore del Motu Proprio “Summorum Pontificum” che ha liberalizzato l'utilizzo del Missale Romanum del 1962. Senza alcun dubbio si è trattato di un avvenimento epocale, che sta già apportando e apporterà ancora di più in futuro dei benefici spirituali inestimabili. Il rito antico non è più un qualcosa di “tollerato”, ora è un vero e proprio diritto dei fedeli e dei sacerdoti. Benedetto XVI ha abbattuto la “cortina di ferro liturgica” che per anni ha impedito a tanti cattolici di poter soddisfare le proprie legittime aspirazioni liturgiche.

Come sono andati questi tre anni? Se devo essere sincero, quando venne pubblicato il Motu Proprio pensavo che i denigratori della Messa tridentina si sarebbero “limitati” all'ostracismo silenzioso, non mi aspettavo affatto una ribellione così sfacciata, arrivando ad esercitare pressioni, minacce, punizioni nei confronti dei tradizionalisti e a pubbliche manifestazioni di dissenso nei confronti del Papa. Insomma ci è mancato solo l'olio di ricino. Ma come è possibile tutta questa rabbiosa avversione nei confronti di un rito sacro che ha nutrito innumerevoli anime nel corso dei secoli? Questo indica che la situazione spirituale generale sia decisamente più grave del previsto. Odiare la Messa di san Pio V significa essere a un passo dal luteranesimo. Comunque, le “purghe moderniste” non sono riuscite a frenare l'avanzata della Tradizione. I fedeli interessati alla liturgia tradizionale sono aumentati in maniera esponenziale, nelle librerie hanno spopolato numerosi testi filo-tridentini, i centri di Messa si sono moltiplicati a dismisura, alcuni ordini religiosi hanno aderito in massa al rito antico, circa 200 vescovi di tutto l'orbe cattolico hanno celebrato pubblicamente il Santo Sacrificio secondo l'usus antiquior. Dunque il bilancio è nettamente positivo, poiché la situazione è decisamente migliorata rispetto al passato. Certo, bisogna riconoscere che ci sono delle accanite “sacche di resistenza”, ma ormai è impossibile per i denigratori della liturgia antica fermare il movimento tradizionale; sarebbe come tentare di fermare un fiume in piena.