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sabato 14 settembre 2024

Meglio un buon padre di famiglia che un pessimo prete

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989).


Mi trovai tempo fa in un paese della Sicilia; un professore venne a visitarmi. Lo rividi volentieri perché lo conoscevo. Costui aveva compiuto gli studi ecclesiastici; mancava una settimana per la Ordinazione Sacerdotale. I genitori avevano mandato già la partecipazione della festa del figlio. Anch'io ricevetti l'invito. Il giovane non si sentiva; chiese consiglio a me e lo pregai caldamente di tornare indietro. Con atto risoluto si presentò al Vescovo: Non potrò essere un buon Prete! Cambio strada! - Un telegramma avvertì la famiglia. La mamma del giovane svenne e rimase ammalata a lungo; le sorelle a piangere ed a disperarsi. Tuttavia non avvenne l'Ordinazione. Rivedendo questo tale, gli dissi: Bravo il professore! Vedete che adesso le cose vanno bene? Fate l'apostolato nell'Azione Cattolica e nelle aule scolastiche e così date gloria a Dio! Meglio essere un buon professore ed un onesto padre di famiglia, anziché un Ministro di Dio poco edificante.

Povero giovane!

Trovandomi in un altro paese, mi fu segnalato un tale e fui esortato ad andarlo a visitare. Era un giovane sui venticinque anni. Il suo aspetto serio, anzi preoccupato, mi fece comprendere il suo stato d'animo. Era inconsolabile e da circa un anno non usciva da casa che qualche rara volta e di sera. Dolorosa la sua storia! Aveva trascorsi gli anni più belli nel Seminario; terminato il corso teologico, si accingeva a ricevere l'Ordinazione Sacerdotale. Il giorno era fissato. Il paese natio aveva organizzata una festa solenne per l'ingresso del Novello Sacerdote. La mattina dell'Ordinazione, mentre la Cattedrale della grande città cominciava a popolarsi ed erano già presenti i parenti del nuovo ordinando, prima ancora che iniziasse la funzione, ecco tre persone presentarsi all'Arcivescovo: Eccellenza, vi parliamo prima della funzione, per evitare disordine in Cattedrale. Il tale giovane non è prudente che sia ordinato Sacerdote. L'Arcivescovo ascoltò, ponderò bene la cosa e disse: Meglio avere un Prete in meno, anziché uno il quale possa dare poco affidamento. - È da immaginarsi il dolore del giovane, quando si vide interdetta l'Ordinazione. Si ammalò; preso da forte nevrastenia, rasentò la pazzia. Era inconsolabile. Alla distanza di un anno circa cominciò a rassegnarsi ed a rimettersi in salute. Oggi è un bravo insegnante ed un esemplare uomo cattolico. Si può essere buon cattolico; ma essere buon Prete è tutt'altra cosa.

Sarà un lupo!

Un giorno venne a trovarmi un seminarista.
- Reverendo, ho da parlarvi. - Mi raccontò un po' della sua storia.
Mi accorsi subito che egli non aveva la stoffa del buon Sacerdote. -
- Amico mio, pensate a tornare indietro! Questo è il mio consiglio.
- Tornare indietro? ... E’ una parola! ... Domani mattina sarò ordinato Sacerdote.
- (...) Se diverrete Prete, facilmente andrete all'inferno e con voi verranno probabilmente tante altre anime!
- Un passo indietro ... e farlo proprio oggi ... la vigilia dell'Ordinazione?... Non sarà mai!
- Siete venuto a chiedere un consiglio a me; ascoltate dunque il mio suggerimento. Ve ne supplico caldamente!
- Non ho la forza di subire questo affronto! ... Sarò... un povero Prete... Ma son deciso a farmi ordinare! -
Quando lo licenziai, lo mirai con occhio di compassione, pensando: Costui non sarà il pastore nel gregge di Cristo ... ma un lupo!

Quattro Tempora.

Quanto ho riferito, fa comprendere in qualche modo l'importanza del passo di chi si appresta all'Altare e la scrupolosa delicatezza dell'autorità ecclesiastica nell'annoverare tra le schiere dei Sacerdoti una nuova recluta. Il Sommo Pontefice, consapevole della grandezza e della responsabilità del Sacerdote, ordina che tutto il popolo cristiano cooperi ad implorare da Dio buoni Ministri. Si raccomanda alle anime pie di pregare molto affinché Iddio santifichi i novelli Sacerdoti e tenga lontani coloro che non sono chiamati al Sacro Ministero.

(Brano tratto da “Abbasso i preti”, di Don Giuseppe Tomaselli)

Pensiero del giorno

Nel colmo di qualche grande afflizione, prendete in mano il Crocifisso, fatevi fare una predica da Lui. Che predica sentirete!



(San Paolo della Croce)

venerdì 13 settembre 2024

La necessità dell'istruzione religiosa è urgente

Dagli scritti del Cardinale Jaime de Barros Câmara (1894-1971).


La necessità dell'istruzione religiosa è urgente. L'ignoranza religiosa, come tutti sanno, si constata in ogni classe sociale, ed è questa una delle principali cause dei mali che gravano sulla società moderna. 

Da questa ignoranza proviene che la Religione non sia apprezzata come si dovrebbe, e la Chiesa, depositaria della Rivelazione, non venga rispettata, amata e ubbidita come esige la sua divina autorità. Né diversamente può spiegarsi la freddezza di molti nella vita cristiana, la mancanza di rispetto e la noncuranza con cui sono trattate le cose sante, anche da coloro che si dicono cattolici. 

Dall’ignoranza della dottrina cristiana nasce l’indifferentismo religioso, così che anche le persone dotte ed erudite nelle scienze profane, non esitino di affermare che tutte le religioni sono buone; che ci deve essere libertà di professarle e praticarle nello stesso modo come per il Cattolicesimo, sebbene insegnino dogmi e principi morali errati, contradittorii e, alle volte, infami. 


[Brano tratto da "Compendio di Teologia Pastorale", del Cardinale Jaime de Barros Câmara, pubblicato negli anni cinquanta dalla Libreria Editrice dell'Università Gregoriana].

Tutti i cristiani devono tendere alla santità

[Brano tratto da "Formare il vero cristiano" di Mons. Costantino Caminada, Istituto Padano di Arti Grafiche, 1961]


Il Canone 124 del Codice di Diritto Canonico sancisce: « Clerici debent sanctiorem prae laicis vitam interiorem et exteriorem ducere, eisque virtute et recte factis in exemplum excellere ». 

Il significato del Canone è evidente. Parla di dovere, e parla di santità. 

Vi è chi non vuole che si parli di santità, ma solo di perfezione (cfr. Nemorensis, Formazione alla virtù; Torino, Lice, 1945). 

Nella Sacra Scrittura, sia nell'Antico come nel Nuovo Testamento, gli inviti di Dio alla santità sono innumerevoli e possono riassumersi in questo monito evidentissimo: « Sint ergo sancti, quia et ego sanctus sum! » ( Lev. XXI, 6). 

Del resto che cosa è la vera vita cristiana se non lo sviluppo della grazia, che si definisce « santificante »? 

Tutti i cristiani devono tendere alla santità. Basterebbe aprire il Catechismo per persuadercene. Ci limitiamo a due esemplificazioni. Alla domanda: « Che ci ordina il sesto comandamento? » risponde: « Il sesto comandamento ci ordina di essere santi nel corpo... ». Nella definizione del matrimonio insegna che questo Sacramento conferisce la grazia di santamente convivere. 

Se tutti i cristiani devono tendere alla santità (e questo deve essere il principale obbiettivo di tutta l’azione pastorale), tanto più i Sacerdoti hanno questo dovere.


Pensiero del giorno

Ogni Santa Messa bene ascoltata e con devozione, produce nella nostra anima effetti meravigliosi, abbondanti grazie spirituali e materiali, che noi stessi non conosciamo.

(Pensiero di San Pio da Pietrelcina)

giovedì 12 settembre 2024

La Madonna assiste i suoi devoti nell'ora dell'ultima agonia

I mondani pensano a vivere nelle agiatezze e ad accumulare più ricchezze possibili, le quali sono un grosso pericolo per l'anima. Al contrario, coloro che vivono in umiltà hanno maggiori possibilità di salvarsi.

Sentite questo fatto narrato da Sant'Alfonso Maria de Liguori ne “Le Glorie di Maria”. Un parroco andò ad assistere un moribondo che possedeva servi e ricchezze. Quando entrò nella lussuosa casa vide che nella stanza del malato agonizzante vi erano dei demoni sotto le sembianze di orribili cagnacci che fremevano in attesa della morte del ricco per prendersi la sua anima e portarsela all'inferno, poiché era in stato di peccato mortale. Intanto anche una pia e povera donna era moribonda e desiderava ricevere gli ultimi sacramenti prima di presentarsi innanzi al cospetto di Cristo Giudice per ricevere la sentenza eterna. Ma essendo il parroco già occupato ad assistere l'anima del ricco per tentare di salvarlo, inviò dalla povera donna un altro sacerdote, il quale prese la pisside col Santissimo Sacramento e andò da lei per portarle in quell'ora estrema della sua vita il Santo Viatico e aiutarla a lasciare questa terra in stato di grazia. Entrato nell'umile casa della moribonda, rimase sorpreso nel vedere prima una gran luce e poi la Madonna che stava vicino al capezzale di quella donna agonizzante per consolarla e asciugarle con un panno il sudore provocato dall'agonia che la stava portando alla morte. Il sacerdote, vedendo Maria Santissima, non ebbe coraggio di entrare nella stanza, ma la Vergine gli fece cenno di entrare e gli prese lo sgabello per farlo sedere e ascoltare la confessione della moribonda, la quale, dopo aver ricevuto l'assoluzione sacramentale, si comunicò con molta devozione e infine spirò felicemente l'anima tra le braccia della Madonna. Invece il ricco morì senza pentimento e si dannò eternamente, senza più speranza di redenzione.

Questo fatto deve infondere molta speranza, infatti è consolante il pensiero che Maria assiste nell'ora della morte i suoi servi fedeli che l'hanno onorata durante la vita. Ma deve anche far riflettere sulla pericolosità delle ricchezze: a che serve all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l'anima sua? È meglio vivere poveramente e salvarsi l'anima, anziché vivere tra piaceri mondani e ricchezze smodate ma andare all'inferno.

Pensiero del giorno

Se siete divoto di Maria, procurate d'insinuare a quanti potete, parenti, amici, servi, la divozione a questa gran Madre di Dio.


(Sant'Alfonso Maria de Liguori)

mercoledì 11 settembre 2024

Pellegrinaggio ad Aquileia (Udine)

 

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Canale Telegram "Cordialiter"

Cari amici,

informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.

Sursum corda!

Noi siamo esuli in cammino verso una patria immortale

Bisogna senz'altro preservare i popoli, o guarirli se ne fossero contaminati, da quelle perniciose dottrine che assegnano agli uomini come unico scopo di questa vita il godimento dei piaceri terreni e, affidando al potere arbitrario dello stato l'acquisto e l'uso d'ogni proprietà, deprimono talmente la dignità della persona umana da distruggerla quasi completamente. Occorre insomma inculcare a tutti in pubblico e in privato che noi siamo esuli in cammino verso una patria immortale, e siamo destinati a una vita eterna e a un'eterna felicità che, dietro la guida della verità e mettendo in pratica la virtù, dobbiamo un giorno conseguire. Solo Cristo è vindice della giustizia umana e consolatore dolcissimo degli inevitabili dolori della vita presente; egli solo ci mostra il porto della pace, della giustizia, del gaudio eterno, al quale tutti, redenti dal suo sangue, dobbiamo arrivare dopo questa vita terrena.


[Pensiero tratto dalla Lettera Enciclica "Evangelii Praecones" del grande Papa Pio XII].

Bisogna trattare i penitenti con molta carità

Dagli scritti di San Giovanni Bosco.

“Mi ricordo che il parroco di Castelnuovo in sul principio, in privato e anche dal pulpito, dava contro alle così dette beatelle, dicendo che facevano perdere il tempo al confessore, che potevano spiegarsi meglio, essere più concise nelle loro narrazioni e via dicendo. Per questo dovette soffrire non poco, poichè nessuno andava più a confessarsi da lui, essendosi con queste parole alienati gli animi del paese. Tutti coloro che volevano confessarsi andavano dal Vice-parroco. Un giorno se ne lamentava meco, ed io gli feci presente il consiglio di D. Cafasso: cioè l'esortai a parlare dal pulpito diversamente, ad invitare la gente a venire con frequenza a confessarsi, ed aggiungere che il prete confessa sempre volentieri. Specialmente gli raccomandai a trattar bene in confessionale quelle buone donne, usar con loro molta carità e pazienza e a dare eziandio ad esse l'incarico di condurre altri a confessarsi. Il parroco mi ringraziò e fece come io gli aveva suggerito. In poco tempo il paese venne tutto a confessarsi da lui, e si accrebbe moltissimo il numero delle Comunioni in quella parrocchia”.

Pensiero del giorno

L’apostolato, considerato nella sua totalità, comprende tutto quel che noi possiamo fare in collaborazione con Cristo per diffondere la vita soprannaturale nelle anime. L’apostolato è sempre una collaborazione con Gesù e raggiunge il suo scopo solo quando contribuisce a conferire ed a sviluppare la grazia divina nelle anime. La dottrina cattolica indica come mezzi fondamentali di questa nostra collaborazione con Cristo la preghiera e il sacrificio [...].


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

martedì 10 settembre 2024

Criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali

Molti giornalisti e opinionisti sono favorevoli alle ordinazioni sacerdotali di seminaristi che praticano l'omosessualità. Ma ciò è contrario a ciò che stabilisce un'Istruzione approvata nel 2005 da Papa Benedetto XVI. Ecco alcuni brani dell'Istruzione della Congregazione per l'Educazione Cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri (LEV).

Per quanto concerne le tendenze omosessuali profondamente radicate, che si riscontrano in un certo numero di uomini e donne, sono anch'esse oggettivamente disordinate e sovente costituiscono, anche per loro, una prova. [...]

Alla luce di tale insegnamento, questo Dicastero, d'intesa con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay.

Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall'Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate.

Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l'espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un'adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell'Ordinazione diaconale.

[...]

Questa Congregazione ribadisce la necessità che i Vescovi, i Superiori Maggiori e tutti i responsabili interessati compiano un attento discernimento circa l'idoneità dei candidati agli Ordini sacri, dall’ammissione nel Seminario fino all'Ordinazione. Questo discernimento deve essere fatto alla luce di una concezione del sacerdozio ministeriale in concordanza con l'insegnamento della Chiesa.

I Vescovi, le Conferenze Episcopali e i Superiori Maggiori vigilino perché le norme di questa Istruzione siano osservate fedelmente per il bene dei candidati stessi e per garantire sempre alla Chiesa dei sacerdoti idonei, veri pastori secondo il cuore di Cristo.

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, in data 31 agosto 2005, ha approvato la presente Istruzione e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, il 4 novembre 2005, Memoria di S. Carlo Borromeo, Patrono dei Seminari.


+ Zenon Card. Grocholewski

Prefetto


+ J. Michael Miller, c.s.b.

Arciv. tit. di Vertara

Segretario

Pensiero del giorno

Un certo buon giovane si fece monaco; stando nel monastero vide il suo povero padre e fratello che si erano dannati per le usure fatte, e l'uno malediceva l'altro. Domandò ad essi l'afflitto religioso se poteva dar loro qualche soccorso; risposero quelli: No, perché nell'inferno nulla est redemptio; nell'inferno non vi è più rimedio.


(Brano tratto dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori)

lunedì 9 settembre 2024

I demolitori della Chiesa hanno fatto il loro tempo

La pastorale non è l’arte del compromesso e del cedimento: è l’arte della cura delle anime nella verità. Quando questo è stato detto tutti hanno capito: anche, e soprattutto, quelli che hanno deformato o criticato. Il linguaggio del buon pastore è all’opposto di quello che dicono alcuni teologi del momento. Non credo a possibilità scismatiche. Coloro che usano della loro funzione ecclesiastica per sovvertire la Chiesa contano, in realtà, innanzi agli occhi del mondo solo perché esiste quella Chiesa che essi intendono demolire in nome della «Chiesa futura umanità». Poi ci sono tanti segni, soprattutto fuori d’Europa, che indicano che i demolitori della Chiesa hanno fatto il loro tempo.


[Pensiero del Cardinale Giuseppe Siri tratto dalla rivista "Renovatio", VI, 1970].