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lunedì 25 ottobre 2010

Circa il nuovo vescovo di Vicenza


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Nulla capita per caso poiché non cade foglia che Dio non voglia. Noi siamo piccole creature e non conosciamo gli arcani disegni del Signore. Certamente dietro la promozione di Mons. Cesare Nosiglia da Vicenza a Torino, si nasconde qualche progetto provvidenziale che noi ignoriamo.

Probabilmente Lorenzo Magnabosco e i suoi amici di Una Voce Vicenza, stanno scalpitando in attesa di sapere chi sarà il successore di Mons. Nosiglia. La speranza è che anche nella Val d'Alpone possa tornare finalmente la Messa tradizionale. Non è facile per i tradizionalisti di questa valle sita in provincia di Verona, ma in diocesi di Vicenza, fare ogni domenica 40 km per poter assistere alla Messa antica.

Nel 2004 Una Voce Vicenza raccolse ben 673 firme di fedeli desiderosi di tornare alla liturgia antica. Nel marzo del 2005, Mons. Nosiglia rispose che non riteneva opportuno aderire alla richiesta fattagli, poiché gravi motivi pastorali ed ecclesiali lo inducevano a quella conclusione. Dopo l'entrata in vigore del Motu Proprio Summorm Pontificum si riuscì finalmente ad ottenere una chiesa e un prete, ma solo a Vicenza, non nella Val d'Alpone. Inoltre ci sono state delle divergenze circa l'osservanza delle rubriche liturgiche. Ormai il passato è passato, bisogna guardare al futuro. Bisogna pregare Iddio affinché il nuovo vescovo che verrà nominato sia un uomo zelante del bene delle anime, come lo era Mons. Giuseppe Sarto (San Pio X). I tempi che stiamo vivendo sono drammatici da un punto di vista spirituale; molta gente sta perdendo la fede e sceglie di sposarsi al municipio e di non battezzare i figli. Ai fedeli della diocesi di Vicenza auguro di ricevere un vescovo zelante come Sant'Alfonso Maria de Liguori; c'è tanto bisogno di vescovi così innamorati della salvezza eterna delle anime.