Dall'aspetto sembra un tenente della Brigata Paracadutisti “Folgore”, in realtà Don Davide Pagliarani, sempre rivestito con la “divisa” sacerdotale (il glorioso abito talare), è il luogotenente del distretto italiano della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Nel corso di un'intervista in lingua francese rilasciata a settembre a due fedeli transalpini, ha fatto alcune dichiarazioni non prive di interesse. In genere cerco di non scrivere post troppo lunghi perché temo che non vengano letti per intero; pertanto mi soffermo solo su un punto. Il Superiore del distretto italiano ha affermato che attorno alla FSSPX c'è un vasto movimento di sacerdoti e laici che pur non militando in essa, guardano con estrema attenzione a ciò che avviene al suo interno, specialmente al riguardo dei colloqui dottrinali intavolati a Roma. Quel che ha detto Don Pagliarani è vero, anche io ho notato che in Italia c'è tanta gente che guarda ai lefebvriani con molta attenzione, anzi direi con una certa simpatia. Si tratta di molta più gente rispetto a quella che normalmente frequenta le loro cappelle (secondo me il rapporto è di almeno 1 a 20).
Recentemente alcuni lettori del blog mi hanno scritto per chiedermi se non penso di esagerare quando affermo che in caso di erezione canonica della Fraternità, i loro centri di Messa verrebbero “presi d'assalto” dai fedeli in fuga dai parroci modernisti. A parte i toni da “bollettino bellico” che mi diverto a utilizzare, sono sinceramente convinto di ciò che ho detto. Non mi credete? E allora immaginatevi una cittadina con due parrocchie governate da parroci che non credono alla Risurrezione corporale di Cristo, alla verginità perpetua della Madonna, all'eternità dell'inferno, all'importanza della Confessione, e così via (purtroppo non sono pochi i preti di questo genere). Poi immaginate che la Fraternità venga eretta canonicamente con uno staus che le consenta di aprire parrocchie d'ovunque (come avverrà con gli ordinariati anglo-cattolici), e che Mons. Fellay e Don Pagliarani decidano di aprire una parrocchia proprio in quella cittadina. Secondo voi, un fedele laico che ha un minimo di santo timor di Dio, anche se non è legato alla liturgia antica, preferirà frequentare le due parrocchie moderniste, oppure la parrocchia della Fraternità? È chiaro che frequenterà quest'ultima, non solo per la Messa domenicale, ma anche per quanto riguarda le confessioni e il catechismo. Insomma, nel giro di pochi anni ci sarebbe la morte del modernismo per mancanza di rincalzi; si auto-demolirebbe con le sue stesse eresie. Ecco perché desidero ardentemente che i lefebvriani ricevano uno staus canonico “speciale” (tipo “Amministrazione Apostolica”, “Ordinariato Personale” o “Prelatura Personale”) che consenta loro di operare tranquillamente senza preoccuparsi delle persecuzioni moderniste. Non si tratta di ipotesi campate in aria, poiché è risaputo che nel 2000 Mons. Fellay ricevette da un autorevole esponente vaticano la proposta di una super “Amministrazione Apostolica”.
Io penso che la consapevolezza di Don Davide Pagliarani e dei lefebvriani, circa il grande interesse che raccolgono da ambienti esterni alla Fraternità, può facilitare di molto le cose. Se potessi parlare con Mons. Fellay e lo Stato Maggiore della FSSPX, direi loro di non temere di accettare un'eventuale nuova proposta vaticana di erezione canonica. È evidente che i vantaggi per la Fraternità e per tutta la Chiesa Cattolica sarebbero immensi. Può darsi che ci sarà la defezione di qualche elemento, ma per ogni fuoruscita ci saranno molte più adesioni.