I tanti giornalisti che hanno affermato falsamente che adesso la Chiesa permette l'uso dei profilattici purché utilizzati con senso di responsabilità, hanno causato un gigantesco disastro spirituale. Che amarezza quando ho sentito al telegiornale le interviste fatte ai fedeli in Piazza San Pietro. Tutti dicevano che erano d'accordo con l'uso dei preservativi, e qualcuno ha spiegato che almeno in questo modo i giovani non rischiano di infettarsi con l'AIDS. Come molti di noi temevano, dai “prostituti” si è passati a tutti gli altri casi problematici. Ormai non mi stupirei nemmeno se sentissi dire che basta un raffreddore per far credere a qualche lassista che sia giustificato l'uso del profilattico, pur di non infettare il partner.
Le macerie prodotte da questo disastro mediatico devono far piangere, però devo registrare un aspetto che mi ha rincuorato parecchio. Temevo che nella confusione mediatica che si era creata, alcuni dei nostri avrebbero cambiato casacca per passare nelle file dei progressisti (almeno per quanto riguarda gli anticoncezionali). Temevo soprattutto la defezione di persone sposate, che avrebbero potuto prendere la palla al balzo, per farsi uno sconto sui peccati contrari al sesto comandamento. Per me è stato edificante leggere numerosi commenti di cattolici “con la schiena dritta”, i quali hanno difeso a spada tratta il Magistero Perenne della Chiesa in materia di anticoncezionali.
Coloro che decidono di sposarsi, per non offendere Dio hanno a disposizione due alternative: o mettere al mondo tanti figli, come fecero i genitori di Santa Teresa di Lisieux (scelta che io consiglio vivamente), oppure devono usare i metodi naturali (purché ci sia qualche valido motivo). Entrambe le scelte comportano dei grossi sacrifici. Dunque per me è stata una fonte di grande soddisfazione sapere che ci sono ancora tanti cattolici sposati che preferiscono sobbarcarsi dei sacrifici, pur di non calpestare la Legge di Dio.