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lunedì 27 giugno 2011

Matrimonio o vocazione religiosa?


Mesi fa ho ricevuto un'e-mail da parte di una giovane lettrice del blog vocazionale, la quale mi aveva raccontato di essere fidanzata con un ragazzo che per motivi di lavoro viveva lontano da lei. Durante questo periodo di “lontananza” ha cominciato a sentire dentro di sé un forte desiderio di vivere di Gesù e con Gesù; e così era incerta se sposarsi o entrare in monastero.

Può darsi che ci siano altre persone che leggono questo blog e si trovano nelle sue stesse condizioni (sono fidanzate ma si sentono attratte ad unirsi più profondamente con Gesù). Pertanto ho pensato di scrivere qualche riflessione utile a tutti coloro che non hanno ancora eletto il proprio stato di vita. Come al solito ho attinto a piene mani dai preziosissimi scritti del mio amatissimo Sant'Alfonso Maria de Liguori.

"Porro unum est necessarium", solo una cosa è importante per ciascuno di noi: la salvezza eterna dell'anima. Tutto il resto (salute, casa, parenti, carriera, amicizie, soldi, eccetera) sono cose secondarie destinate a svanire nell'ora estrema della morte. Per potersi salvare è di fondamentale importanza eleggere lo stato di vita a cui Iddio ci chiama. Se uno sbaglia vocazione, viene a perdere gli aiuti spirituali che Iddio gli aveva preparato, e senza questi aiuti è più difficile salvarsi. Per questo motivo ogni persona giovane dovrebbe fare un ritiro spirituale per eleggere lo stato di vita a cui il Signore lo chiama. Ma dove fare questo ritiro immerso nella solitudine e nella preghiera? Sant'Alfonso consigliava di ritirarsi alcuni giorni in una casa isolata in campagna, ma non tutti possono disporre di un alloggio del genere. Pertanto il mio consiglio è di mettersi in contatto con un ordine religioso di stretta osservanza, e di trascorre qualche giorno di ritiro in monastero per raccogliersi nel silenzio della clausura, e poter pregare e meditare. Inoltre in un monastero di stretta osservanza è possibile trovare qualche buon sacerdote disponibile ad esercitare la direzione spirituale. Perché parlo di ordini religiosi di stretta osservanza? Perché andando in un monastero “rilassato”, cioè dove non si vive da veri religiosi, si rimarrebbe disgustati da quell'insipido stile di vita, e si rischierebbe di perdere un'eventuale vocazione alla vita consacrata.

Sant'Alfonso, alle ragazze indecise se sposarsi o entrare in convento, diceva più o meno queste cose: "...sia un uomo umile creatura, sia Gesù Cristo il creatore dell'Universo, ti vogliono per sposa. Rifletti attentamente su chi dei due può riempire maggiormente di gioia il tuo cuore e poi sposalo. Ricordati però che nel mondo non è raro trovare delle donne pentitesi di essersi sposate a causa dei maltrattamenti che ricevono dai loro mariti spesso simili a dei tiranni, ai dispiaceri che danno i figli, ai litigi con suocere e cognate, alle gelosie del consorte, ai dolori del parto, agli strapazzi per la cura della casa, agli affanni per accumulare beni terreni, ecc. Anche nella vita matrimoniale potresti vivere santamente, ma è molto difficile. Al contrario in un monastero di stretta osservanza sarà molto semplice per te divenire santa. Libera dalle preoccupazioni del mondo potrai dedicare tutta la vita nell'amare Dio. Se proprio non te la senti di entrare in un monastero, cerca di farti santa a casa tua vivendo da nubile, tranne nel caso in cui tu fossi abitualmente incontinente, nel qual caso è meglio prendere marito, come raccomanda San Paolo."

Non so cosa abbia deciso di fare quella ragazza che mi aveva scritto. Spero solo che abbia scelto quel che vuole il Signore. Preghiamo per lei e per tutte le altre persone che sono indecise circa lo stato di vita da eleggere.