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mercoledì 22 agosto 2012

Serve un seminario di rito antico anche in Italia

Dalle numerose e-mail che ricevo ogni anno ho avuto la conferma che in Italia c'è molto interesse per un seminario tradizionale per coloro che aspirano al sacerdozio, ma non se la sentono di abbracciare la vita religiosa, e quindi aspirano a diventare “preti secolari”. Mi riferisco a un seminario nel quale le lezioni avvengano in lingua italiana per facilitare i seminaristi negli studi.

In passato ci sono stati alcuni tentativi in tal senso, ma non sono giunti a maturazione. Ci sono speranze per il futuro? Io penso che la FSSPX se venisse elevata a Prelatura Personale avrebbe la forza necessaria per aprire un seminario (magari nei pressi di Roma) e successivamente anche la Pontificia Università San Pio X. Questo è uno dei motivi per cui spero in un accordo tra Roma e la Fraternità.

Recentemente Don Pierpaolo Petrucci, luogotenente della FSSPX in Italia, ha aperto un pre-seminario ad Albano Laziale. Ritengo altamente probabile che quando nascerà la Prelatura Personale, Albano Laziale sarà presa d'assalto da talmente tanti candidati al sacerdozio, da costringere Don Petrucci e Mons. Fellay ad aprire un seminario in Italia.

Ma ci sarà l'accordo con Roma? Io continuo ad essere fiducioso, non escludo che nelle ultime settimane le diplomazie abbiano lavorato sotto traccia per cercare di trovare una soluzione soddisfacente per tutti.

Le principali alternative sono essenzialmente due: o qualcuno dà vita in Italia a una nuova società di vita apostolica legata alla liturgia antica e apre un seminario (ma sappiamo che le difficoltà sarebbero molte), oppure qualche saggio vescovo diocesano decide di aprire un seminario specifico per ragazzi che in futuro saranno destinati ad occuparsi della cura pastorale delle anime che frequentano la Messa tradizionale. Quest'ultima soluzione mi sembra più facilmente praticabile.

Ci sono tanti ragazzi italiani che vorrebbero diventare preti, ma fanno fatica a trovare un seminario adatto alle proprie sensibilità. Piange il cuore nel vedere tante vocazioni sacerdotali che non trovano sbocco, nonostante la grande necessità di numerosi e zelanti preti.