Nato a Genova il 15 dicembre 1804, Don Giuseppe Paolo Maria Frassinetti è una delle figure più significative del clero ligure del XIX secolo, noto per aver coniugato una profonda vita interiore con un'intensa e illuminata attività pastorale. Ordinato sacerdote nel 1827, egli dedicò inizialmente i suoi sforzi alla predicazione e all'istruzione catechistica, ma fu la sua nomina a parroco di Quinto al Mare nel 1831 a segnare l'inizio della sua fama, tanto da meritargli l'appellativo di "Curato d'Ars" italiano per la sua dedizione alle anime e il fervore spirituale. La sua missione non si limitò alla parrocchia; Frassinetti si impegnò attivamente per la diffusione dell'ideale della perfezione cristiana e per la difesa della fede cattolica in un'epoca di grandi cambiamenti politici e sociali. Fu una guida spirituale e un aiuto fondamentale per la sorella, Santa Paola Frassinetti, che assistette e sostenne nella fondazione delle Suore di Santa Dorotea. Mosso dal desiderio di formare sacerdoti e laici capaci di vivere e diffondere la spiritualità ignaziana e mariana, nel 1860 pose le basi della congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata (FSMI), un istituto che aveva come scopo l'educazione della gioventù e la promozione della vita sacerdotale. Instancabile scrittore, Don Frassinetti compose numerose opere ascetico-morali che ebbero vasta risonanza, come il suo Compendio della Teologia Morale di s. Alfonso M. De' Liguori, apprezzato per il suo orientamento antigiensenista e per la sua accessibilità, fornendo preziose "industrie spirituali" per la crescita nella santità. Nonostante le difficoltà e le opposizioni che incontrò nella sua opera, Frassinetti rimase sempre estraneo alla politica, concentrato unicamente sulla sua missione spirituale. Colpito da una grave broncopolmonite, concluse la sua operosa giornata terrena a Genova il 2 gennaio 1868. La sua memoria e la sua eredità spirituale sono state riconosciute dalla Chiesa che, in virtù della sua vita esemplare e dell'eroicità delle sue virtù, lo ha proclamato Venerabile nel 1991.
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venerdì 17 ottobre 2025
Don Giuseppe Frassinetti, zelante parroco genovese (lk)
Nato a Genova il 15 dicembre 1804, Don Giuseppe Paolo Maria Frassinetti è una delle figure più significative del clero ligure del XIX secolo, noto per aver coniugato una profonda vita interiore con un'intensa e illuminata attività pastorale. Ordinato sacerdote nel 1827, egli dedicò inizialmente i suoi sforzi alla predicazione e all'istruzione catechistica, ma fu la sua nomina a parroco di Quinto al Mare nel 1831 a segnare l'inizio della sua fama, tanto da meritargli l'appellativo di "Curato d'Ars" italiano per la sua dedizione alle anime e il fervore spirituale. La sua missione non si limitò alla parrocchia; Frassinetti si impegnò attivamente per la diffusione dell'ideale della perfezione cristiana e per la difesa della fede cattolica in un'epoca di grandi cambiamenti politici e sociali. Fu una guida spirituale e un aiuto fondamentale per la sorella, Santa Paola Frassinetti, che assistette e sostenne nella fondazione delle Suore di Santa Dorotea. Mosso dal desiderio di formare sacerdoti e laici capaci di vivere e diffondere la spiritualità ignaziana e mariana, nel 1860 pose le basi della congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata (FSMI), un istituto che aveva come scopo l'educazione della gioventù e la promozione della vita sacerdotale. Instancabile scrittore, Don Frassinetti compose numerose opere ascetico-morali che ebbero vasta risonanza, come il suo Compendio della Teologia Morale di s. Alfonso M. De' Liguori, apprezzato per il suo orientamento antigiensenista e per la sua accessibilità, fornendo preziose "industrie spirituali" per la crescita nella santità. Nonostante le difficoltà e le opposizioni che incontrò nella sua opera, Frassinetti rimase sempre estraneo alla politica, concentrato unicamente sulla sua missione spirituale. Colpito da una grave broncopolmonite, concluse la sua operosa giornata terrena a Genova il 2 gennaio 1868. La sua memoria e la sua eredità spirituale sono state riconosciute dalla Chiesa che, in virtù della sua vita esemplare e dell'eroicità delle sue virtù, lo ha proclamato Venerabile nel 1991.