Per contattarmi: cordialiter@gmail.com


Se il blog ti piace e desideri aiutarmi affinché possa dedicare il tempo necessario per continuare ad aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una libera donazione. Per info: clicca qui.


Visualizzazioni totali

sabato 25 ottobre 2014

In confessionale col telefonino

Pubblico la lettera di una lettrice sul tema della Confessione.


Caro D.,
               ricordo che preferisci il tu e così veniamo al dunque!

Stamattina sono entrata in una Basilica per confessarmi prima di partecipare alla Santa Messa anche perchè oggi inizia la novena per le anime del Purgatorio. Cosa mi trovo davanti? Un giovanotto col confessionale aperto, stola viola al collo ed invece di avere un buon libro di meditazione fra le mani, armeggiava col cellulare al quale non aveva abbassato la suoneria e si sentiva perfettamente ogni tasto che schiacciava! Tutto questo ovviamente fatto in modo plateale, davanti a tutti e soprattuttto nell'indifferenza generale dei fedeli che passavano di là e potevano vederlo perfettamente! Ho cambiato strada ed ho aspettato che lasciasse il confessionale per cedere il turno ad un confratello più devoto e composto. Non è il primo prete che vedo usare il cellulare in confessionale, specie con le porte spalancate. Avendo il cellulare acceso (perchè si capiva che stava inviando sms o forse giocava?) mi chiedo che succede durante una confessione: potrebbe squillare il cellulare o forse sente arrivare un sms e si distrae. E' normale tutto ciò?  Anche in altri luoghi ho visto questo  comportamento...che tristezza!

Magari puoi scrivere tu qualche riflessione sull'argomento...io non ho più parole!
Sursum corda!

(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo, 
                                         la situazione ecclesiale è semplicemente drammatica, con le lacrime agli occhi bisogna supplicare il Signore di inviarci presto numerosi e santi sacerdoti che zelino davvero il bene delle anime.

La Confessione non è una chiacchierata tra amici, ma è un sacramento che va trattato con rispetto. Io apprezzo tanto quei sacerdoti che confessano vestiti in maniera idonea (non con abiti secolari), che usano il confessionale con la grata, che sanno ascoltare i penitenti, ecc. Ma soprattutto gioisco quando mi accorgo che hanno una buona preparazione dottrinale, cioè sono esperti in Teologia Morale. In passato facevo molte domande in Confessione per cercare di capire cosa fosse peccaminoso e cosa no, ma spesso ricevevo delle risposte fumose, contraddittorie, o che comunque mi lasciavano insoddisfatto e perplesso. Per questo motivo mi sono messo a leggere diversi manuali di Teologia Morale scritti da dotti autori del passato (Sant'Alfonso, Frassinetti, Jone, Piscetta, e altri) dove ho potuto finalmente trovare le risposte a tante domande che mi ponevo, e purtroppo ho potuto constatare che diverse risposte che mi avevano dato certi confessori erano errate. 

Purtroppo, gli scritti degli autori che ho citato, pur essendo ancora in gran parte validi, tuttavia avrebbero bisogno di essere “aggiornati” (nel senso buono del termine), sia perché molte leggi ecclesiastiche sono cambiate, sia perché il dibattito teologico su molti temi è andato avanti. Gli stessi autori che ho citato avevano opinioni diverse su diverse questioni: per esempio certe cose che per Sant'Alfonso (XVIII secolo) erano considerate occasioni prossime di peccato mortale, per altri autori di buona dottrina (di secoli successivi) invece non erano considerate prossime alla colpa grave, e in qualche caso erano considerate addirittura occasioni necessarie.

Purtroppo, spesso i manuali moderni sono troppo generici e non fanno capire cosa è peccato e cosa non lo è, cosa è grave e cosa è veniale. Lo so, quelli che la pensano come me vengono accusati di amare la casistica, ma non me ne importa. Anche Sant'Alfonso veniva accusato di fare casistica, eppure lui non solo si è fatto santo, ma ha pure salvato tante anime, mentre i suoi detrattori non sappiamo che fine hanno fatto.

Il problema non è “fare casistica”, ma è riuscire a  sbrogliare i dubbi di coscienza della gente, ciò che non fanno i teologi modernisti con i loro prolissi, fumosi, e sociologici discorsi.

Insomma, auspico che vengano scritti dei moderni manuali di Teologia Morale, ma con lo “stile antico”, cioè spiegando caso per caso quel che è peccato, quel che è grave e quel che è veniale.

Ti saluto cordialmente in Gesù e Maria,

Cordialiter