Molti di voi ricorderanno le assurde polemiche che divamparono contro Benedetto XVI, “colpevole” di aver promulgato il Motu Proprio “Summorum Pontificum”. Si vocifera che in quei giorni il Papa abbia sofferto molto. Fortunatamente, ci furono moltissimi cattolici che espressero la propria gratitudine al Vicario di Cristo. Tra questi benemeriti fedeli, vi fu anche Mons. Salvatore Boccaccio, allora vescovo della diocesi di Frosinone - Veroli – Ferentino, il quale indirizzò al Pontefice una lettera piena di affetto filiale e gratitudine, apprezzando “lo sforzo di Vostra Santità di operare, anche per mezzo del Motu Proprio, una riconciliazione interna nel seno della Chiesa attraverso una illuminata disposizione che [...] ribadisce la sacralità e la dignità di una forma celebrativa che costituisce un intramontabile patrimonio a cui sarebbe insano rinunciare. [...] In piena unione con il mio Presbiterio Le garantisco, Padre Santo, che nelle situazioni concrete sapremo far tesoro delle preziose indicazioni offerteci dal Motu Proprio [...] ”.
E' stato davvero esemplare questo modo di accogliere un documento del Romano Pontefice. Il 18 ottobre 2008, Mons. Boccaccio ha terminato il suo pellegrinaggio terreno. Aveva 70 anni. Spero tanto che Dio misericordioso lo abbia giudicato servo buono e fedele. Una preghiera di suffragio per la sua anima.