Per contattarmi: cordialiter@gmail.com


Se il blog ti piace e desideri aiutarmi affinché possa dedicare il tempo necessario per continuare ad aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una libera donazione. Per info: clicca qui.


Visualizzazioni totali

giovedì 9 febbraio 2017

Circa la falsa accusa di antisemitismo (-)

Ogni tanto qualcuno accusa ingiustamente i fedeli legati alla liturgia tradizionale di essere antisemiti. Si tratta di una stupida calunnia, infatti se un cristiano fosse davvero antisemita dovrebbe odiare anche Gesù, la Madonna, San Giuseppe, San Pietro, San Giovanni Battista, San Paolo, e tanti altri santi. Ma se un cristiano odiasse Cristo, che cristiano sarebbe? Una contraddizione del genere è semplicemente assurda.

La realtà è che noi siamo i veri amici degli ebrei, nel senso che siccome vogliamo davvero bene agli israeliti, preghiamo per la loro conversione. Infatti Gesù ha detto che chi crede nel Figlio crede anche nel Padre, ma chi non crede nel Figlio non crede neppure al Padre. Se noi odiassimo i giudei, non pregheremmo per la loro conversione. E invece per noi è una grande gioia quando un ebreo ripudia gli errori del Talmud e abbraccia la fede cattolica, come fece Eugenio Zolli, ex rabbino capo di Roma.

La Sacra Scrittura ha parole molto forti nei confronti degli ebrei che perseverano nell'errore, e giunge a parlare di “sinagoga di Satana”. Ma ciò non ha nulla a che fare con l'antisemitismo, infatti cercare di correggere gli erranti non è una forma di discriminazione razziale, ma è un vero e proprio atto di carità fraterna.

Invece i modernisti sembrano apparentemente amici dei giudei che seguono la religione talmudica, ma in realtà li ingannano. Infatti non fanno quasi nulla per aiutarli ad abbracciare la vera fede, anzi li lusingano facendogli credere che restare nel giudaismo sia una cosa buona, quasi che credere in Gesù Cristo sia un optional. 

Noi amiamo tutti i popoli della terra, anche il popolo di Israele (Giacobbe), ed è per questo motivo che vogliamo che tutti possano abbracciare la vera fede, che è quella in Gesù, unico Salvatore del genere umano.

Noi non siamo antisemiti: se una persona di stirpe israelitica si comporta bene, non abbiamo nulla da rimproverargli. Se una persona (di qualsiasi popolo) si comporta male, non è una forma di razzismo ammonirla e cercare di convertirla. Purtroppo, anche nel popolo ebraico ci sono persone che si comportano in maniera non proprio edificante, basti pensare ai numerosi israeliti affiliati alle logge massoniche. San Massimiliano Maria Kolbe diceva che la massoneria non è altro che una cricca di ebrei fanatici. Probabilmente nelle logge massoniche italiane gli ebrei sono solo una minoranza, tuttavia non si può negare che godono di una certa influenza negli ambienti dell'alta finanza, dell'informazione, e della cultura. Affermare ciò non ha nulla a che fare col razzismo. Ho letto interessanti articoli pubblicati negli anni trenta su “La Civiltà Cattolica”, nei quali si parlava della questione ebraica. Ecco qualche estratto:

“[...] il Giudaismo è una nazione equivoca e insieme, una religione equivoca. Nazione equivoca, perché, al medesimo tempo, è se stesso ed è un altro, quante sono le nazioni del mondo, dove si è stabilito: Giudaismo italiano, francese, tedesco, inglese, americano, romeno, polacco, e via dicendo, onde il giudeo gode di due nazionalità. Sembra che rechi vantaggi alla nazione dove risiede - e ne reca di fatto con la sua potenza finanziaria e con il suo ingegno - ma questi vantaggi sono direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente ordinati al sopravvento e dominio della nazione giudaica, detentrice dell'alta finanza e per mezzo di essa del dominio, più o meno larvato, del mondo. Religione equivoca, perché, se ha il vanto di essere stata l'unica vera religione - cioè il Giudaismo dell'antico Testamento, figura e preambolo del Nuovo, preparazione quindi del Cristianesimo - è ormai, in realtà, una religione profondamente corrotta: il Giudaismo del Talmud, antitesi del Cristianesimo. Infatti, tutto il valore del Giudaismo era nella sua sola ragione di essere la preparazione all'avvento del Messia: cioè il popolo eletto a conservare il culto del vero Dio e le promesse di redenzione e di regno universale del Messia Re e Salvatore del mondo. Venuto il Messia, in persona di Gesù Cristo, cessò, necessariamente ed automaticamente, il valore del Giudaismo tutt'insieme, e quale "popolo eletto" e quale religione: vos non populus meus, et ego non ero vester , secondo l'energica espressione del profeta Osea (1, 9). Il vero messianismo, spirituale e soprannaturale, onde il Giudaismo era la vera religione e insieme il vero popolo eletto a prepararlo, si è cambiato nel messianismo talmudico, materiale e temporalistico. Sicché ora il Giudaismo in tanto è nazione in quanto si crede eletto al dominio messianico universale, materiale e temporale; ed in tanto è religione in quanto professa tale messianismo. Ecco perché il Giudaismo è una religione profondamente corrotta in quanto è una nazione che si presume eletta, ed è una nazione in quanto è la religione del messianismo corrotto. Il messianismo, latente ed operante anche nei Giudei increduli e perfino atei, è essenziale al Giudaismo, come sopra si è detto. Togliete il messianismo e cesserà automaticamente il Giudaismo e la nazione giudaica. Se non che, è impossibile toglierlo dall'anima giudaica, fuori di un miracolo morale della Grazia, e cioè senza la conversione al Cristianesimo. Perciò, dicevamo, che non si può dare soluzione definitiva alla questione giudaica, se non con la conversione di tutto Israele al Cristianesimo. Il che, secondo la profezia di S. Paolo, avverrà negli ultimi tempi. Ma intanto la questione giudaica rimarrà insoluta, perché, come tutti consentono, anche i più benevoli ai Giudei, il messianismo corrotto, e cioè la fatale smania di dominio finanziario e temporalistico nel mondo, è la vera e profonda causa che rende il Giudaismo un fomite di disordini ed un pericolo permanente per il mondo. Non si può dare perciò se non una soluzione relativa e provvisoria, e questa non altra da quella tradizionale, adoperata dai Papi: la carità, senza persecuzioni, e insieme la prudenza con opportuni provvedimenti [...].”  (Brano tratto dall'articolo “Intorno alla questione del sionismo”, “La Civiltà Cattolica”, Roma, 2 aprile 1938, a. 89, vol. II, quad. 2107, pp. 76-82).

Gli articoli de “La Civiltà Cattolica” criticavano l'antisemitismo di stampo razzista in vigore in alcuni Stati, tra cui il Reich germanico di Hitler, tuttavia cercavano di trovare soluzioni compatibili col Vangelo al riguardo della “questione giudaica”. Coloro che accusano la Chiesa Cattolica di essere antisemita non conoscono la storia (o fanno finta di non conoscerla). Nel 1937 Papa Pio XI nell'Enciclica “Mit brennender sorge” condannò severamente le dottrine hitleriane. Nel 1938 tentò di convincere Mussolini a non varare le leggi razziali, le quali erano un grave vulnus ai Patti Lateranensi, perché lo Stato si arrogava il diritto di sciogliere i matrimoni validi celebrati tra cattolici “ariani” e cattolici di stirpe israelitica. Conservo un numero de “La Civiltà Cattolica” del 1959 sul quale sono state pubblicate le lettere private che nel 1938 Pio XI scrisse al Duce e al Re per tentare di “correggere” le norme inique contenute nelle leggi razziali. Insomma, mentre il Papa lottava contro il razzismo, tanti altri personaggi osannavano Mussolini, salvo poi capire gli errori del fascismo solo dopo che il regime si stava ormai sgretolando.

Anche Pio XII, il “Pastor Angelicus”, fu molto caritatevole nei confronti degli israeliti, ordinando che fossero accolti nei monasteri durante la persecuzione nazionalsocialista, salvando così migliaia di vite umane.

Noi cattolici fedeli alla Tradizione siamo i veri amici degli ebrei, li amiamo davvero e speriamo con tutto il cuore che possano abbracciare presto la fede in Gesù Cristo: Via, Verità e Vita.