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martedì 15 settembre 2015

Una nuova collaboratrice del blog (-)

Carissimi lettori, vi annuncio che ho “arruolato” una nuova collaboratrice che firmerà i suoi post col pseudonimo di “Maristella”. La stimo molto perché è una persona spirituale, molto attratta dall'ascetica, cioè dalla ricerca della perfezione cristiana. Per nutrire la sua anima frequenta la Messa tradizionale in Rito Ambrosiano. Per presentarvela le ho fatto alcune domande alle quali ha risposto volentieri. Sono contento di aver trovato una valida collaboratrice che mi aiuterà in questa battaglia nella difesa della liturgia antica e nella promozione della vita religiosa. Ad majorem Dei gloriam!


- Sei nata in una famiglia molto laica, ciò nonostante da bambina ti piaceva tanto stare in chiesa. Che cos'è che ti affascinava del cristianesimo?

- Quando ero bambina mi capitava di passare del tempo con mia nonna e le sue sorelle, le quali tutte le domeniche mi portavano in Chiesa. Lì trovavo pace, calma e silenzio, e sentivo dilatarsi dentro di me queste sensazioni piacevoli. Nel corso della vita spesso sono entrata in Chiesa per poter stare in silenzio e raccogliermi interiormente.

- Adesso sei una persona molto attratta dalla vita devota e dal cammino di perfezione cristiana. Come è avvenuta la tua conversione?

- Nella mia vita la Fede è stata per anni come un fiume carsico, che ora scorre nelle profondità della terra, ora alla luce del sole. Dopo un tumore maligno, il dolore e la rabbia, ho iniziato a vedere la vita con occhi diversi, a percepirla come un dono. Il Signore mi ha donato una Fede robusta e il desiderio di mettermi in cammino sulla via della santità. Non ho in alcun modo meritato questo meraviglioso dono, io che sono solo polvere e cenere, ma la mia anima solo in Dio può placare la sua sete di infinito.

- I tuoi conoscenti hanno notato dei cambiamenti in te dopo la conversione?

- Sono diventata molto più silenziosa, perché in varie occasioni della giornata mi immergo nella preghiera donando le mie azioni, il mio lavoro, momenti e incontri che mi suscitano letizia o dolore. Dono tutto al Signore. Cerco di pensare spesso a Dio. Prima di iniziare i pasti faccio il Segno della Croce, leggo libri di devozione e frequento con entusiasmo la Messa ambrosiana vetus ordo (in latino).

- Come hai conosciuto la Messa in Rito Ambrosiano antico?

- Avevo iniziato a partecipare alla messa vicino a casa. Andavo volentieri ma spesso uscivo con un senso di insoddisfazione, quasi di delusione. Un giorno un amico mi ha invitata alla Messa vetus ordo. Per me è stata una folgorazione: i canti, il raccoglimento, la liturgia, il profumo dell’incenso … tutto mi invitava a rivolgermi al Cielo, a ringraziare il Signore. Ho veramente potuto percepire, quasi toccare con mano in modo straordinariamente intenso il senso del sacro che attraversava tutta la celebrazione. A Milano ho iniziato a partecipare alla Messa ambrosiana tradizionale: ogni domenica  mi alzo presto con tanta gioia. 

- Che cos'è che ti affascina della Liturgia tradizionale?

- Nella liturgia tradizionale il centro è il Signore. Durante il Canone, in quel momento di silenzio profondo, spesso immagino di vedere realmente Nostro Signore sulla Croce e non riesco a trattenere le lacrime. Dall’inizio della celebrazione sino al termine, vivo un’esperienza mistica straordinaria nella Presenza reale del Signore. In Chiesa io tengo sempre il capo coperto dal velo. L’anima trabocca di gioia al cospetto del Signore, la Santa Messa tradizionale è un assaggio di Paradiso sulla terra: tutto eleva l’anima al Cielo. Le preghiere, i canti antichi e solenni, la potenza evocativa della lingua latina, lo splendore della liturgia, l’atteggiamento rispettoso dei fedeli, le omelie in cui finalmente si citano i Novissimi … 

- Durante il giorno, oltre a sbrigare le faccende domestiche, devi pure recarti sul posto di lavoro. Eppure, appena ti è possibile ti immergi nella preghiera, nell'orazione mentale e nella lettura spirituale. Perché ci tieni così tanto al dialogo interiore con la Santissima Trinità?

- Io credo di aver ricevuto un dono straordinario dal Signore, e cerco di custodirlo con la massima cura. Ho iniziato ad amare il silenzio; lì il Signore può parlare al nostro cuore. Se siamo distratti da mille pensieri , preoccupazioni e cure mondane non possiamo udire la Sua voce. Mi sono resa conto che quando inizio a dare spazio nel mio cuore e nella mia anima al Signore, poi diventa sempre più facile farlo. Posso pregare mentre sono sulla metropolitana o sull’autobus, in coda al supermercato o alla posta, mentre cerco posteggio per l’auto, mentre lavoro o cammino per la strada. Se ascolto la voce del Signore cresce in me la gratitudine per i doni che ricevo, aumenta il desiderio di fare il bene e fuggire il male, ricevo tanti buoni suggerimenti per la vita quotidiana. Senza la Santissima Trinità, senza la preghiera non potrei vivere: mi sono necessarie come l’aria che respiro.

- Mi hanno scritto tante persone (soprattutto donne) che per diversi motivi si sono pentite di essersi sposate. Tu che hai sperimentato la vita coniugale, che consigli puoi dare ai ragazzi e alle ragazzi che seguono il blog e si sentono chiamati da Dio alla vita matrimoniale? Intendo dire quali sbagli devono evitare nella scelta del futuro coniuge?

- Per la mia esperienza consiglierei a chi si sente chiamato alla vita matrimoniale di considerare con estrema attenzione anche l’aspetto spirituale dell’unione. Nel mio caso, per esempio, io ho sempre avuto fede. Era una fede flebile e piccolina ma sentivo di volermi sposare in Chiesa per “invitare Gesù alle mie nozze”. Mio marito mi vuole bene ma non ha fede, e ha acconsentito solo per accontentarmi. Quando è nata la figlia ho discusso per poterla battezzare, volevo “ringraziare Gesù per il dono che ci aveva fatto”. La fede non è un argomento banale: crea distinzioni e differenze profonde tra chi l’ha e chi non l’ha. Entra in gioco nelle decisioni importanti della vita. Nel mio caso il cammino di fede mi sta allontanando da mio marito. Io accetto questa croce e non rinuncio alla Fede e alla sequela del Signore. Prima di prendere la decisione di sposarsi, consiglio ai credenti  (che vorrebbero coniugarsi con una persona non credente o di altra religione) di pregare a lungo per chiedere luce al Signore e di rivolgersi a un buon direttore spirituale che possa dare un parere illuminato dalla Fede per evitare problemi, incomprensioni e sofferenze future.

- I veri seguaci di Gesù Cristo vengono disprezzati dai seguaci del mondo. Tu non sei un'eremita che vive isolata, anzi vivi in una grande città, hai una famiglia, hai un lavoro, delle amicizie, e quindi trascorri molto tempo in mezzo alla gente. Quando ti trovi tra persone mondane ti senti a tuo agio, oppure ti senti come straniera in terra d'esilio?

- Io mi sento nel mondo ma non del mondo.  Non capisco e non approvo questo mondo senza Dio, feroce e disperato. Cerco sempre di restare nella Presenza del Signore, di non allontanarmi da Lui. Al mattino recito le Lodi, alla sera la Compieta. Durante il giorno mi aiuto con la Comunione spirituale e piccole giaculatorie; di notte nell’insonnia recito il Rosario. Con pochissime persone posso esprimere liberamente il mio pensiero: il mio confessore e due fratelli nella fede. Con le persone mondane cerco di ascoltare e di non parlare troppo. Fuggo però i pettegolezzi e le calunnie: prego in silenzio per chi li dice. Nel mondo mi sento sempre fuori posto, in esilio, lontana dalla mia vera casa e dalla mia vera famiglia: ma lentamente sto sviluppando una letizia speciale che mi permette alle volte di parlare in modo giocoso, mai malevolo.