Ripubblico una lettera che nel 2016 mi scrisse Maristella sul tema dell'elezione dello stato di vita.
Caro fratello in Cristo,
spero di non essere molesta scrivendo i miei pensieri a te, se così fosse ti prego di farmelo fraternamente presente. Io credo nella correzione fraterna e apprezzo molto quando questa mi viene rivolta. (Salmo 140,5 Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri).
Anche oggi ho potuto partecipare alla Messa tradizionale ambrosiana che tanto nutre la mia anima. Nelle letture il Vangelo di San Giovanni capitolo 9, il cieco nato. Questa è la mia storia, la storia di tante persone come me. Eravamo ciechi, non vedevamo e non capivamo nulla. Il Signore misericordioso si è chinato su di noi, ci ha presi per mano. Ora vediamo dove è il vero bene, ora vediamo che vogliamo vivere solo in Lui e per Lui, noi che eravamo dispersi, affamati, disperati e feriti.
Durante il Canone, non riesco, non posso proprio trattenere le lacrime... anche adesso che sto scrivendo in un momento di solitudine le lascio scorrere. Mi rendo conto che Gesù sulla croce soffre terribilmente, anche perché porta il peso di tutte le nostre offese, di tutti i nostri peccati. Poi ci sono l'immensa solitudine e il peso atroce di tutto il dolore del mondo. Quanto dolore dentro di noi e intorno a noi!
Mi capita di raccogliere le confidenze di amici, parenti e di perfetti sconosciuti. Io cerco di accogliere il loro dolore, mi lascio colpire e ferire dal loro dolore. Lo custodisco nel cuore e lo offro in preghiera.
Leggo le testimonianze che pubblichi sui blog: oggi la lettera dell'uomo che riflette sulla sua triste condizione mi colpisce e piango per lui e con lui. Rifletto e penso che siamo stati avventati nell'elezione dello stato di vita e ormai non possiamo far altro che pregare perché i nostri fratelli più giovani abbiano un migliore discernimento. Accogliamo il dolore e offriamolo a nostro Signore che per noi ha versato il Suo preziosissimo sangue: lasciamo ora che sia Lui a modellare come argilla la nostra vita a Sua maggiore gloria. Diveniamo umili strumenti nelle Sue mani e lasciamo che Lui scriva dritto sulle nostre righe storte.
Invece nei giorni scorsi che tenerezza che grande gioia leggere che ci sono ragazzine di 16-17 anni attratte dalla vita religiosa! Io che sono una mamma gioisco e mi rallegro per loro, penso che sia una meraviglia diventare la sposa del Signore... io cerco di accompagnare queste giovani con la preghiera.
Cerco di pregare sempre più spesso e in modo sempre più fervente... spesso faccio fatica, mi distraggo, come si dice dalle mie parti "mi perdo via". Però che gioia quando riesco a riprendere, mi accorgo proprio che il Signore opera tanto bene per mezzo mio quando mi abbandono nella preghiera.
Scusa se ho scritto tanto ... ti auguro una buona domenica pomeriggio in compagnia del Signore.
Nei Cuori Immacolati
Maristella
Cara sorella in Cristo,
leggo con interesse le tue e-mail. Se così non fosse, non ti avrei mai supplicato di darmi il permesso per poterle pubblicare e non ti avrei chiesto di sceglierti uno pseudonimo. Anzi mi sembra doveroso ringraziarti per il tempo che mi dedichi.
Circa la tua vita privata, ti confesso che ho pensato diverse volte alla tua situazione: secondo me se tuo marito, anziché essere ateo, fosse stato un uomo pio e devoto (come il papà di Santa Teresa di Lisieux), tu adesso probabilmente saresti una delle signore più felici della Lombardia. Del resto non sempre nei monasteri la situazione è rosea. La vita religiosa è meravigliosa solo se vissuta in maniera autentica. Purtroppo ci sono tanti monasteri che forse sarebbe meglio se venissero chiusi. Tra i monasteri “non buoni”, da una parte ci sono quelli rilassati (che tristezza sapere che certe monache di clausura vedono programmi frivoli alla televisione!), nei quali non si vive più in maniera davvero religiosa, poi ci sono altri monasteri che sono troppo rigidi (ho conosciuto personalmente alcune ragazze, mie lettrici, che mi hanno raccontato le loro dolorose esperienze in alcune case religiose nelle quali c'erano delle superiore che si comportavano in maniera aspra, acida, “poco caritatevole”, per usare un eufemismo).
Qualunque sia la propria vocazione, è necessario scegliere con prudenza il modo in cui adempierla, e quindi scegliere un monastero osservante, ma dolce e caritatevole, se si ha la vocazione monastica, oppure un coniuge pio e devoto, se si è chiamati da Dio a santificarsi nella vita matrimoniale.
Supplichiamo Dio affinché tuo marito abbracci con fervore la vita cristiana. Voglio che tu sia felice!
In Corde Matris,
Cordialiter