Pochi gioni fa si è svolto un incontro tra il Papa e Mons. Bernard Fellay, secondo successore di Mons. Lefebvre alla guida della Fraternità San Pio X. Pare che l'iniziativa sia partita da Roma, la quale è disposta anche a procedere gradualmente al riconoscimento ufficiale della FSSPX. La prima tappa potrebbe essere un “riconoscimento di tolleranza”, cioè un permesso a tempo indeterminato a tutti i preti lefebvriani di poter amministrare i sacramenti in attesa che maturino le condizioni per un riconoscimento giuridico completo? Vedremo, tuttavia non mi stupirei se fosse proprio l'attuale Pontefice a trovare una soluzione per "sdoganare" la Fraternità San Pio X. Non si tratta di una pura illusione, infatti l'allora Arcivescovo di Buenos Aires ha incontrato varie volte il Superiore del distretto latino-americano della FSSPX e l'ha sempre accolto con amabilità. Inoltre c'è un altro vantaggio rispetto al passato. Se Benedetto XVI avesse sdoganato la Fraternità probabilmente sarebbe scoppiata una sollevazione popolare dei modernisti fomentata dai media gestiti dai progressisti di tutte le risme, i quali lo avrebbero accusato di essere un traditore filo-lefebvriano. Invece Papa Francesco gode di molta popolarità, quindi se sdoganasse la FSSPX non verrebbe accusato di essere un “Papa lefebvriano”, ma verrebbe “assolto” facilmente, e il suo gesto verrebbe giustificato come una semplice risoluzione di una questione tra preti.
Spero che Roma possa trovare un modo per concedere alla Fraternità un riconoscimento canonico, perché in questo modo la FSSPX potrebbe incrementare notevolmente il suo apostolato, con evidenti vantaggi per tutto il movimento tradizionale, anche per coloro come me che non hanno mai frequentato le cappelle dei lefebvriani. Staremo a vedere quel che accadrà. Sperare non ci costa nulla.