Paleocristiano (IV–VI secolo) — basiliche longitudinali con navate, abside e mosaici.
Bizantino (VI–XI secolo, influenza in Occidente soprattutto VI–IX) — piante centrali a cupola, ricco apparato musivo.
Romanico (circa X–XIII secolo) — murature spesse, archi a tutto sesto, volte a botte, massiccia solidità.
Gotico (XII–XVI secolo) — archi a sesto acuto, volte a costoloni, elevazione verticale e grandi vetrate.
Rinascimentale (XV–XVI secolo) — ritorno a modelli classici, proporzioni armoniche, cupole centrali.
Barocco (fine XVI–XVIII secolo) — teatralità, decorazione dinamica, scenografia liturgica e grandi altari.
Rococò (XVIII secolo) — decorazione stuccata più leggera e ornata, palette pastello.
Neoclassico (fine XVIII–prima metà XIX secolo) — ritorno all’ordine classico, sobrietà monumentale.
Revival / Storicismi (XIX secolo) — neogotico, neobizantino, neorinascimentale: riscoperta e rielaborazione degli stili passati.
Liberty / Art Nouveau (fine XIX–inizio XX secolo) — ornamentazione organica applicata anche a edifici sacri.
Modernismo liturgico (primo Novecento–anni ’60) — sperimentazione formale, nuovi materiali, accentuata funzionalità.
Brutalismo religioso (anni ’50–’70) — cemento a vista, volumi massicci, espressività materica.
Architettura postconciliare (dopo 1965) — riorganizzazione degli interni per la liturgia riformata: altare centrale, spazi partecipativi.
Contemporaneo / Architettura sacra contemporanea (anni ’80–oggi) — sperimentazione formale, attenzione a luce, paesaggio e tecnologia; integrazione di linguaggi globali e locali.
Tradizione locale / Vernacolare religiosa (sempre presente) — forme regionali e materiali vernacolari adattati al contesto storico e culturale.
