Alcune persone mi hanno chiesto cosa penso circa la questione riguardante la preghiera del "Padre Nostro". Ecco la risposta che ho inviato a una lettrice.
Cara sorella in Cristo,
ti dico in sintesi quel che ti avevo detto nel messaggio audio che non hai potuto ascoltare per problemi tecnici.
Sul Catechismo di San Pio X c'è scritto che con la petizione "Non c'indurre in tentazione" chiediamo a Dio che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che siamo tentati o dandoci la grazia di non esserne vinti.
Il curatore di una nuova edizione del Catechismo di San Pio X (è un anonimo legato alla liturgia antica) ha commentato quel punto del catechismo affermando che "Non c'indurre in tentazione" è una traduzione imprecisa del latino "ne non inducas in tentationem", che letteralmente significa "Non abbandonarci al potere della tentazione", cioè non far sì che siamo guidati dalla tentazione. Infatti inducere = ducere in = porre nel comando, nel potere = abbandonare al potere.
Personalmente penso che qualche persona sentendo dire "non c'indurre in tentazione" potrebbe interpretare male quelle parole, pensando che sia Dio a tentarci a commettere qualche peccato. Ma il Signore, come insegna il Catechismo di San Pio X, è incapace di fare o desiderare il male, pertanto non può tentare nessuno a commettere un peccato.
A mio avviso sarebbe stato utile spiegare dai pulpiti, almeno saltuariamente, il corretto significato di quelle parole del "Padre Nostro". Ciò sarebbe bastato ad evitare interpretazioni erronee da parte di qualche fedele poco istruito in materia religiosa. Ma non faccio una tragedia circa la decisione che è stata presa di cambiare la traduzione. Probabilmente per alcuni anni molti fedeli (soprattutto anziani), pregando distrattamente in maniera meccanica continueranno a dire "non c'indurre in tentazione", e in questo modo nelle chiese si formerà un po' di confusione durante la recita del "Padre Nostro" (soprattutto nelle versioni cantate). Ma fossero solo questi i problemi ecclesiali! Ci sono tante altre cose molto più importanti (ad esempio le vere e proprie eresie che vengono diffuse dai teologi di stampo modernista) che mi preoccupano maggiormente.
Del resto noi sappiamo che nulla capita per cieco caso, ma tutto è voluto (o almeno permesso) da Dio in vista del nostro bene, come insegna Sant'Alfonso Maria de Liguori nell'interessante libretto intitolato "Uniformità alla volontà di Dio", che consiglio a tutti di leggere. Se il Signore non vuole che la nuova traduzione venga approvata definitivamente ed entri in vigore, ha il potere di bloccarla impedendo in qualche modo a coloro che hanno l'autorità di modificare i libri liturgici di procedere in tal senso. Se non impedirà che ciò avvenga significa che da questo cambiamento desidera trarre qualche bene. I decreti divini sono imperscrutabili ma, anche se noi non li comprendiamo, poiché siamo troppo piccoli al suo cospetto, dobbiamo essere certi che dietro ogni avvenimento c'è un meraviglioso ricamo della sua infinita misericordia nei nostri confronti.
Anche il semplice vivere con serenità questo cambiamento senza farci trascinare da incomposte agitazioni ci verrà ricompensato lautamente nella Patria Celeste, se avremo la grazia di terminare il breve pellegrinaggio in questa valle di lacrime col cuore contrito per le colpe commesse e, soprattutto, amando il nostro amorevole Redentore Divino.
Nella speranza di aver rasserenato il tuo animo turbato da questa vicenda, ti saluto cordialmente in Cordibus Jesu et Mariae.
Cordialiter