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giovedì 23 maggio 2024

Ignoranza religiosa

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989).


Le opere buone sono meritorie quando chi le compie ha l'amicizia di Dio, cioè si trova senza peccato mortale.

Immaginiamo il giorno dei Morti, cioè il 2 novembre. Anche gl'indifferenti e gli irreligiosi, al pensiero dei cari defunti, vanno in Chiesa. Si ascoltano forse parecchie Messe, si recitano Rosari, si danno offerte ai poveri... tutto per suffragare i propri morti.

Direi a costoro: Avete voi fatto quest'anno il Precetto di Pasqua?... No?... Ai vostri morti non avete dato nessun sollievo! I vostri suffragi sono nulli, perchè siete in peccato mortale.

Direi ad altri: Avete nel cuore dell'odio mortale verso qualcuno?... Vivete nell'immoralità?... Commettete senza rimorso e pentimento mancanze contro la purezza?... Tralasciate la Messa la domenica senza una necessità proprio grave (...)?... Avete confessati questi peccati e li avete detestati?... No?... Ai vostri morti non giunge alcun suffragio per tutte le opere buone che fate per loro! -

Lo stesso si dica di quelli che pregano ogni giorno per i propri defunti e non si trovano in grazia di Dio.

In conclusione: Perchè si possano suffragare le anime del Purgatorio, è necessario essere in grazia di Dio. Chi non lo fosse, ricorra subito al Sacramento della Confessione.

Si fa notare che le opere buone fatte dal peccatore, possono giovare al peccatore stesso, per ottenere da Dio la grazia della sua conversione.

Ignoranza religiosa

La sorte dell'al di là dipende da questa vita. Poichè l'eternità dipende dallo stato in cui si trova l'anima nell'ora della morte, si crede bene ora dare le norme pratiche per giovare ai moribondi, affinchè non vadano all'inferno ed anche abbrevino il Purgatorio più che sia possibile.

Ho dovuto assistere al trapasso di centinaia di uomini e di donne. Ho trovato famiglie veramente cristiane, ma anche di quelle pagane. Ecco un piccolo saggio.

- Signorina, ho saputo che suo fratello sta molto male. Come Sacerdote, non essendo stato chiamato, vengo spontaneamente. Chi sa io possa amministrargli i Sacramenti!

- Mio fratello è un santo! Non ha peccati da confessare! Se vede lei, muore prima del tempo! -

Non potei confessarlo, perchè non capiva più. Sapevo però che non andava mai in Chiesa, mai si comunicava e bestemmiava come un ossesso!... Per la sorella era un santo!... -

- Scusi, signore, mi ha chiamato ora per assistere il babbo! Da una settimana è stato in gravi condizioni!

- E' vero! Ma siccome sino a questa mattina l'ammalato comprendeva, non potevo chiamare il Prete!

- Ma ora che non capisce nulla, come può ricevere con frutto i Sacramenti? Posso amministrarglieli «sotto condizione». Dio solo sa quale utilità possano apportargli. -

Un altro caso.

Il Sacerdote viene chiamato d'urgenza. Una donna sta per morire. Dopo aver preso l'occorrente in Chiesa, cioè il Viatico e l'Olio Santo, il Sacerdote giunge all'abitazione indicata. Batte al portone e si affaccia una donna.

- Reverendo, non c'è bisogno; potete ritornare a casa vostra!

- Mi hanno avvisato che qui trovasi un'ammalata grave!

- Era grave. Siccome ora ha ripreso il respiro e riaperto gli occhi, non c'è più bisogno del Prete!... -

Un caso ancora:

Andai, con non poco sacrificio, al letto di un moribondo. Dopo averlo incoraggiato, gli dissi: Ora fate la Confessione e poi riceverete Gesù Sacramentato.

- Non occorre far questo!

- Ed allora, perchè mi avete fatto chiamare con tanta premura?

- Siccome mi sento male, se non chiamassi il Prete, alla mia morte la gente cosa direbbe?... Neppure il Prete ha voluto!... Basta quindi che siate entrato in casa mia!

- Ma come, siete con un piede nella fossa ed ancora pensate alla gente ed all'occhio sociale?... Preoccupatevi dell'anima vostra!... -

Ce ne volle per convincerlo!

Questi piccoli esempi, che potrei moltiplicare, fanno vedere l'incoscienza di tanti in caso di malattia. Non si pensa che anche nell'ultima ora, prima che Iddio chiami al giudizio, si possono regolare i conti di tutta la vita. Il buon ladrone andò in Paradiso, perchè nell'ultima ora ottenne da Gesù Crocifisso il perdono.

Si aiutino perciò gli ammalati gravi a riconciliarsi con Dio ed a ricevere in tempo i Conforti Religiosi.


Chiamare subito il Sacerdote!

Come è peccato grave tralasciare il Precetto di Pasqua, così è grave non ricevere per colpa propria il Santo Viatico al termine della vita. Tante volte l'infermo non è consapevole del suo stato; sono perciò responsabili i parenti se non s'interessano che egli riceva il Viatico.

Taluni non vogliono parlare agli infermi di Comunione, per non impressionarli. Ma questa è fede? Questo è amore ai propri cari? E se l'ammalato morisse in disgrazia di Dio, di chi sarebbe la colpa?

E quando l'anima sarà piombata nel fuoco dell'inferno, contro chi imprecherà?... Oh, se potessero uscire dall'inferno tanti dannati, come si avventerebbero contro i familiari!... - Per voi sono nel luogo dei tormenti!:.. Ah, se aveste chiamato il Sacerdote nell'ultima ora, sarei salvo!... -

Non pochi genitori e figli credono di essere caritatevoli verso i moribondi non chiamando il Sacerdote e non riflettono che sono crudeli, perversi ed empi, perchè cooperano all'eterna perdizione dei congiunti!

E non s'impressiona l'infermo, quando si fa la consulta medica attorno al letto?... Eppure, per amore del corpo, la consulta, si fa!... E non si preoccupa l'ammalato, allorchè d'urgenza, di notte tempo è trasportato in clinica?... Con tutto ciò, si corre alla clinica!... E non pensa l'infermo che ormai sta per chiudersi la sua vita, quando i parenti corrono a chiamare il notaio per il testamento?... Trattandosi di denaro, nessuna delicatezza per il moribondo! Riguardo all'anima si agisce ben diversamente!


[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli, imprimatur: Catanae die 3 novembris 1953, Can. Nicolaus Ciancio, Vic. Gen.].