Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).
O Gesù, che mi accogliesti come tuo membro, fa’ che io non viva da estraneo nel tuo Corpo mistico, ma possa giovare al bene di tutti i fratelli.
1 - Prescindendo dal grado di carità cui un’anima può essere giunta e dalla sua particolare vocazione, esiste per ogni cristiano un dovere di apostolato che ha il suo fondamento nel fatto stesso di essere cristiano, ossia di essere membro del Corpo mistico di Cristo. « Noi molti siamo un corpo solo in Cristo e, per i rapporti reciproci, siamo membri gli uni degli altri » (Rom. 12, 5); perciò, come nel nostro corpo ciascun membro s’interessa al bene degli altri membri « e se un membro soffre, tutti con esso soffrono, e se un membro ha gloria, tutte le membra godono con lui » (1 Cor. 12, 26), così ogni cristiano è tenuto ad interessarsi del bene degli altri.
« Se una spina - dice S. Giovanni Crisostomo - penetra nella pianta del piede, tutto il corpo la sente e ne è sollecito: il dorso si piega, le mani tendono per estrarla, il capo si abbassa, gli occhi guardano con gran cura e sollecitudine ». Come il dorso, le mani, il capo e gli occhi non trascurano il bene del piede, nè dicono: « che me ne importa? », ma ognuno, a modo proprio, corre in aiuto del membro sofferente, così nessun cristiano può disinteressarsi del suo fratello, ma è tenuto - secondo le sue possibilità - ad adoperarsi per il bene dell’anima di lui e ciò appunto in forza del battesimo che, costituendolo membro del Corpo mistico, l’ha reso solidale con le altre membra, sì che il bene altrui è bene suo, come pure il male altrui è male suo.
[...] l’apostolato non è un di più, non è qualche cosa di facoltativo lasciato all’arbitrio della generosità dei singoli, ma è dovere preciso di ogni cristiano, dovere derivante dalla natura stessa del cristianesimo, dovere così stringente che non si può essere veri cristiani senza adempierlo.
2 - Come S. Paolo alle prime cristianità, come S. Giovanni Crisostomo alla Chiesa di Antiochia, così oggi il Vicario di Cristo [a quei tempi era il grande Papa Pio XII, n.d.r.] alza la voce per inculcare ai fedeli di tutto il mondo il grande dovere dell’apostolato. [...]
La Chiesa è la società dei fedeli, la Chiesa siamo noi, quindi ad ognuno di noi incombe il dovere di cooperare alla diffusione della grazia nelle anime. [...]
Di ogni suo membro, ossia di ogni cristiano, Gesù si vuol servire per continuare la sua opera redentrice nel mondo; Egli, onnipotenza infinita, che, come ha creato tutto dal nulla, così ha il potere di santificare le anime senza il concorso di nessuno, vuole avere bisogno di noi, della nostra povera opera e c’invita e ci sollecita a sacrificarci insieme con lui per la salvezza dei fratelli.
[...] Essere apostoli significa prestare a Cristo la propria capacità, la propria attività, affinchè Egli, per mezzo nostro, continui a redimere ed a santificare le anime.
[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].