Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).
Mi metto alla presenza di Gesù, Capo del Corpo mistico della Chiesa, perché m'insegni a collaborare con lui alla salvezza delle anime.
1 - Nella parola del Battista: «Preparate la via del Signore» (Lc. 3, 4) è implicito un invito all’apostolato [...]. Tale invito ci è rivolto non solo dal Battista, ma anche da Gesù, che ha voluto fare di ogni cristiano un collaboratore della sua opera redentrice.
È chiaro che Gesù, con i suoi meriti infiniti, ha meritato da solo l’immenso e prezioso capitale di grazia necessario per redimere e santificare l’intero genere umano; e tuttavia Egli non ha disdegnato la nostra umile collaborazione [...].
La Sposa di Cristo è la Chiesa, e la Chiesa è la «società» dei suoi fedeli, siamo dunque noi, sono le anime nostre. Gesù non aveva affatto bisogno di noi e, come da solo ci ha meritato la grazia, così da solo poteva applicarla direttamente ad ogni anima [...]. Gesù dunque, nella sua infinita bontà ha voluto associarci a lui per darci l’onore e la gioia di essere suoi collaboratori nell’opera più grande che si compie nel mondo: la salvezza delle anime.
2 - Poiché Gesù, nel suo infinito amore per noi, ha voluto associarci alla sua opera redentrice, riservando in essa un posto alla nostra attività, bisogna dire che ora, nell’economia attuale della Redenzione, la nostra collaborazione è necessaria. Ormai, per condurre a termine l’opera sua, Gesù ha bisogno di noi. Dobbiamo esserne santamente orgogliosi, ma non dobbiamo dimenticare che da ciò deriva una tremenda responsabilità: la salvezza dei nostri fratelli dipende anche dalla generosità con cui noi collaboreremo all’opera di Cristo. «Mistero certamente tremendo, né mai sufficientemente meditato, che cioè la salvezza di molti dipenda dalle preghiere, dalle mortificazioni volontarie intraprese a questo scopo dalle membra del Corpo Mistico di Cristo e dalla collaborazione dei pastori e dei fedeli» (Myst. Corp.). Mistero «tremendo» proprio per la responsabilità che c’impone, e «mai sufficientemente meditato», perché bisogna essere profondamente convinti che «la salvezza di molti dipende» anche da noi, dalla nostra collaborazione. Se tale realtà deve spingere ogni semplice fedele ad un generoso apostolato, quanto più dovrà spingere un’anima consacrata a Dio! Quest’anima ha lasciato tutto per darsi tutta a lui, quindi i suoi interessi devono, in modo particolarissimo, essere gl’interessi di Dio; quest’anima è sposa di Cristo e, come tale è tenuta a collaborare all’opera del suo Sposo divino: la salvezza delle anime, la gloria del Padre celeste.
Le anime sono il «patrimonio» della sposa di Cristo, la loro salvezza è la sua «passione», il bene e lo sviluppo della Chiesa sono i suoi «interessi»; ella vive solo per Gesù e per l’Opera sua.
Colloquio - [...] O Signore, concedi anche a me un vivo amore per le anime, accendi in me un’ardente sete della loro salvezza e fa’ che io spenda le mie povere forze per collaborare alla tua grande opera redentrice.
[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].
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