"Non est pax impiis, dicit Dominus" (Isa. 48. 22). Il demonio inganna i poveri peccatori, facendo lor credere che se giungono a prendersi quella soddisfazione, quella vendetta, quella roba d'altri, saran contenti, e troveranno pace; ma no, perché avviene loro tutto il contrario; dopo il peccato resta l'anima più inquieta ed afflitta di prima. Solamente le bestie che son create per questa terra, posson restar contente coi diletti di terra; ma l'uomo ch'è creato per godere Dio, tutte le creature non possono appagarlo, ma solo Dio può renderlo contento.
Ah mio Dio, e che ora mi trovo de' gusti avuti, quando v'offesi, se non pene ed amarezze che mi tormentano? Ma non mi dispiace ora l'amarezza che ne sento, mi dispiace l'amarezza che ho data a voi, che tanto m'avete amato.
[...] Che cosa è un'anima in disgrazia di Dio? è un mare in tempesta, che non ha riposo: un'onda va ed un'altra viene: e son tutte onde di angosce e di pene. In questo mondo a niuno può avvenire ogni cosa a sua voglia. Chi ama Dio, nelle avversità si rassegna al di lui volere e si quieta, ma il peccatore come può quietarsi nel volere di Dio, s'egli è nemico di Dio? In oltre il peccato porta sempre con sé il terrore della divina vendetta. [...]. Sì, perché lo perseguita lo stesso suo peccato, il di cui rimorso resta a rodergli talmente il cuore, che gli fa provare l'inferno anticipato.
Ah mio Signore, mi pento di avervi lasciato; perdonatemi e non permettete ch'io vi perda più.
[...]
Ah Gesù mio, voi in vece d'abbandonarmi com'io meritava, mi offrite il perdono e mi chiamate al vostro amore. Ecco che a voi ritorno addolorato del male che ho commesso e intenerito in vedere che ancora mi amate dopo tante offese che v'ho fatte. Voi mi amate ed io ancora v'amo, e v'amo più di me stesso. Ricevetemi nella vostra grazia, e poi fate di me quel che vi piace: basta che non mi private del vostro amore. Madre mia Maria, abbiate pietà di me.
[Brano tratto da "Via della salute"].
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