I bambini formati alla scuola del soprannaturale sanno far riferimento a Dio in tutto e in Lui si rifugiano prontamente e con fiducia nelle loro necessità. Più di noi adulti sono capaci di sentire e di gustare Dio e le cose di Dio. Ma bisogna educarli. Alcuni sono anime privilegiate che destano meraviglia in chi le sente. In essi Dio sa fare miracoli di grazia.
[...] Ma può capitare che anche bambini particolarmente sensibili finiscano col diventare indifferenti come la maggior parte dei ragazzi, se crescono in un ambiente banale, o se manca loro una guida nelle cose soprannaturali, o se, peggio ancora, ricevono cattivi esempi... Allora soffocano, come fiori caduti nel fango e perdono il loro candore e il loro profumo!...
Poveri quei bambini che non sentono mai parlare di Dio! Pur essendo tendenzialmente affamati di Dio, non c'è chi li nutre. Che vuoto nella loro anima!
Nella vita di Padre Doussot, domenicano, si legge:
"Aveva sette anni quando fu messo alla scuola dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Fino a quell'età non aveva mai sentito parlare di Dio. Una sera, dopo che i suoi lo avevano mandato a dormire, stando attento che nessuno lo vedesse, scese dal letto, andò pian piano dalla sorellina di cinque anni e... sotto voce:
-Mimi, dormi già?
-No, Gastone, cosa vuoi?
-Lo sai che c'è Dio!
-Che cosa è Dio?
-È quel grande Papà che ha creato tutte le cose...
e qui spiegò quel poco che aveva imparato.
La sera dopo, stessa scena:
-Mimi, dormi?
-No, ma ho sonno.
-Mimi, ascolta una bella cosa!
-Che cosa?
-Il maestro ha Detto che si può parlare con Dio!
-E come si fa? Dov'è?
-Si prega...
-Che cosa vuol dire: 'si prega'?
-Ascolta, e ripeti con me: 'Padre nostro...'
-'Padre nostro...'
-'Che sei nei cieli...'
-'Che sei nei cieli...'
E così le fece ripetere parecchie sere il "Padre nostro", finché lo imparò; e sempre tutto a insaputa dei genitori".
Quei due bambini cercavano Dio e gli aprivano il loro cuore, ma se Gastone non ne avesse sentito parlare almeno a scuola...? Gastone e Mimi divennero più tardi due apostoli della fede.
Una domestica disse un giorno al bambino di casa che aveva sei anni e che frequentava una buona scuola: "Caro il mio bambino, ti adoro!" E il bambino subito: "No, non devi; si adora solo Dio!"
[...]
Dio parla spesso interiormente: ammaestra, domanda, consiglia, incoraggia, rimprovera, spinge l'anima a compiere il bene... È un lavoro continuo di Dio che vuol santificare l'anima e portarla alla perfezione per cui l'ha creata.
Ma, purtroppo, non sempre l'anima riconosce questa voce interna di Dio, spesso non ci fa caso, confonde le divine ispirazioni con la voglia ordinaria e naturale di fare o non fare una cosa. E così, non ne trae profitto. Non presta ascolto a quella voce che orienterebbe verso i beni soprannaturali e che attirerebbe nuove grazie da Dio e nuova luce per tendere alla perfezione.
Il bambino deve essere educato a riflettere su questo lavorio interno della grazia; altrimenti, anche se Dio parla spesso al suo cuore, inesperto di queste cose, non farà attenzione alle ispirazioni del Signore e perderà quei doni di luce e di grazia che gli erano destinati.
[...]
Facciamo riflettere i bambini sulla voce di Dio che sussurra nel loro cuore e li ispira ora a offrire un servizio, ora a perdonare un'offesa, ora a superare una difficoltà, ora a dire una buona parola a un compagno che soffre, ora a fare una visita a Gesù Eucaristia, ora a pregare per un malato o per un defunto, ecc...
Il bambino ci dice che vorrebbe fare un'opera buona? Invece di dirgli che è buono, diciamogli che è stato il Signore a ispirargli quella cosa. Ci dice che andrebbe volentieri in Chiesa? Diciamogli che è il Signore che lo vuole un po' con sé a tenergli compagnia. Ha detto la verità anche a costo di avere una punizione? Diciamogli che il Signore gli ha suggerito quell'atto di coraggio e gli ha dato la forza di compierlo. Stenta a perdonare un'offesa? Facciamogli presente che il Signore sta osservando se metterà in pratica o meno l'invito di Gesù a perdonare a chi gli ha fatto dei male. Sente rimorso per qualche colpa? Diciamogli che è la voce interna di Dio che lo richiama al dovere, per perdonarlo e renderlo più buono. Un compagno lo invita al divertimento, mentre sta compiendo un dovere? Ricordiamogli che il Signore lo sta osservando e che attende da lui un sacrificio, una vittoria...
Esortiamolo ad ascoltare Gesù soprattutto dopo la Comunione. Insegniamogli a chiedere al Signore che parli al suo cuore.
E anche noi preghiamo Gesù che parli al cuore dei nostri bambini e che li renda disponibili a fare la sua volontà. Formiamoci noi per primi a questa scuola di Dio, ascoltiamo la sua voce, domandiamogli spesso di darci un cuore attento e docile; diciamogli anche noi: "Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta".
Solo quando noi saremo capaci di ascoltare il Signore, potremo educare a questa capacità di ascolto i nostri bambini.
[Brano tratto da "Lasciate che i fanciulli vengano a Me", di Fratel Candido delle Scuole Cristiane, titolo originale: "Formiamo il bimbo al soprannaturale", "L.I.C.E."]
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