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domenica 11 febbraio 2024

La santità e i propri doveri

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


Mi metto alla presenza di Dio col vivo desiderio che mi aiuti a conoscere ed a compiere la sua santa volontà. 

1 - Gesù ha detto: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti... Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nell’amore mio, come io stesso ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nell’amore di lui» (Gv. 14, 15; 15, 10). 

La perfezione della carità consiste nella perfetta conformità al volere divino; tale volere divino è espresso anzitutto nei comandamenti di Dio e nei precetti della Chiesa; inoltre, in modo più concreto e minuto, nei doveri del mio stato, nelle diverse circostanze della vita. I miei doveri di stato, in particolare, determinano come devo comportarmi nell’esistenza quotidiana per essere continuamente conforme al divino volere: doveri indicati dalla Regola e dalle leggi del mio Istituto, dagli ordini dei superiori, dal lavoro che l’obbedienza m’impone, se sono religioso; dal ministero delle anime, se sono sacerdote; dalle esigenze concrete della mia vita di famiglia, dalla mia professione, del mio ambiente sociale, dei miei compiti di buon cittadino, se sono semplice secolare. 

La volontà di Dio mi viene incontro, poi, attraverso le circostanze della vita, grandi o piccole e perfino minutissime: salute o malattia, povertà o ricchezza, aridità o consolazioni interiori, successi o contraddizioni, disgrazie, distacchi, lutti. E di volta in volta, secondo le circostanze, Dio mi presenta particolari doveri di carità, di pazienza, di attività o di rinunzia, di distacco, di sottomissione, di generosità, di sacrificio. Tutto è permesso da Dio, tutto è da lui ordinato alla mia santificazione: «tutto coopera a bene per chi ama Dio» (Rom. 8, 28), perché «tutto è grazia!» (T. G. B. NV. 5-VI). 

2 - «La santità consiste propriamente solo nella conformità al volere divino, espressa in un continuo ed esatto compimento dei doveri del proprio stato» (Benedetto XV) [AAS. 12 (1920) 173]. Questa formula mi conferma che la santità non consiste in cose straordinarie, ma è essenzialmente ridotta alla linea del dovere: essa è alla mia portata. 

L’adempimento dei miei doveri dev’essere però esatto e continuo. Esatto, senza negligenze, sollecito di piacere a Dio in ogni azione per andare incontro alla sua santa e santificante volontà. Mi è perciò necessario abituarmi a vedere in ogni mio dovere l’espressione della volontà divina, e allora tutto mi sarà occasione per addentrarmi nell’amore di Dio e nell’unione con lui. Continuo, cioè adempimento fedele dei miei doveri, non solo quando sono nello stato di fervore, ma anche se mi trovo nella tristezza, stanchezza, aridità di spirito: per essere costante devo essere generoso. [...] Quest’incessante generosa fedeltà non mi sarà sempre facile, ma, senza scoraggiarmi per le cadute, «ricomincerò» ogni giorno daccapo, nella piena fiducia che il Signore renderà finalmente efficaci i miei poveri sforzi. 

Colloquio - Malgrado la mia miseria, Signore, sento sempre più vivo rinascere in me il desiderio di tendere alla santità. Voglio farmi santo, non per la mia personale soddisfazione, non per riscuotere la stima o le lodi altrui, ma unicamente perché lo vuoi Tu che ci hai detto: «Siate santi, perché santo son io» (Lev. 19, 2). Dunque, voglio farmi santo unicamente per venire incontro alla tua volontà, al tuo desiderio, per farti piacere, per darti gloria, per corrispondere al tuo amore infinito, per darti tutto l’amore che vuoi da me e di cui mi vuoi rendere capace. E Tu mi fai intendere sempre meglio che la santità non richiede da me grandi cose esteriori, ma solo un amore forte e generoso che mi permetta di compiere perfettamente la tua santa volontà. 

Mio Dio, quando penso che Tu, Creatore e Signore dell’universo, ti degni manifestare la tua volontà a me che al tuo cospetto sono meno di un piccolo verme, rimango pieno di confusione. Un Re così grande e onnipotente che parla all’ultimo dei suoi schiavi con la bontà con cui parlerebbe ad un figlio diletto! Sì, mio Dio, Tu mi parli e mi manifesti la tua volontà attraverso i tuoi comandamenti, attraverso i doveri del mio stato e tutte le circostanze della mia vita. Tutto ciò che mi circonda: ogni incidente, ogni evento, ogni pena, ogni gioia... tutto è espressione della tua volontà e mi indica momento per momento quello che Tu vuoi da me. Come vorrei, Signore, avere un profondo spirito di fede che mi aiutasse a riconoscere in ogni circostanza il messaggero del tuo volere divino! 

Sì, anche in quegli incontri difficili, in quelle situazioni penose, sei Tu che mi vieni incontro e mi chiedi un particolare esercizio di carità, di pazienza, di dolcezza, di umiltà, di rinnegamento di me stesso. Mio Dio, come cambia aspetto così la mia vita! Le creature, le circostanze, le cause, i motivi umani scompaiono ed io non vedo che te, la tua santa volontà che incessantemente mi circonda e m’invita a maggiore generosità. Visti in questa luce, anche i doveri più difficili e più penosi alla natura, anche quel benedetto «terribile quotidiano», tutto diventa amabile e dolce, tutto appare facile e soave; in ogni istante, in ogni occasione non devo far altro che dire un generoso «sì» alla tua dolcissima e amabilissima volontà. 

Ti supplico, Signore, concedimi la fedeltà necessaria per perseverare con umile costanza in questo cammino di continua adesione alla tua volontà; col tuo aiuto, voglio fare di questo esercizio il centro della mia vita interiore. 

Cadrò, Dio mio? Sì, cadrò ancora perché sono la stessa debolezza; ma so che Tu sarai più sollecito a sollevarmi di quanto io sarò facile a cadere. Il mio proposito e la mia costanza consisteranno nel «ricominciare» ogni giorno, ogni istante, umiliandomi profondamente per la mia miseria e rialzandomi con piena fiducia nella tua volontà di santificazione per l’anima mia. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].