Ogni tanto mi scrive qualche seminarista che mi racconta delle sofferenze che bisogna sopportare a causa della presenza dei “novatori” all’interno di strutture ecclesiali. A tal proposito ripubblico alcuni brani di una lettera che anni fa mi scrisse un giovane seminarista. Onde evitare che possa venire individuato e perseguitato dai modernisti, come è successo a tanti altri, ho eliminato qualsiasi riferimento personale. Li avrei nascosti anche se non me lo avesse chiesto espressamente, perché so bene che sarebbe pericoloso essere scoperti dai modernisti, i quali da decenni hanno instaurato un clima sovietico di paura e persecuzioni.
Caro Cordialiter, mi presento: sono un seminarista del [...], compirò presto [...] anni, e sono giunto al [...] anno del Seminario Maggiore. Innanzitutto, posso dire che seguo quotidianamente il tuo blog e ti ringrazio per i numerosi post spirituali che vai pubblicando così assiduamente. Di certo il Signore Gesù te ne renderà merito. Desideravo scriverti per rivolgerti alcune considerazioni di vario genere. Preciso che il Signore mi ha chiamato dandomi anche la grazia di poter avvicinarmi al “movimento tradizionale” e di poter sperimentare la bellezza della Sacra Tradizione Cattolica e della Santa Messa secondo la Forma Straordinaria, al quale mi piacerebbe un giorno partecipare (e un giorno, se Dio vorrà, magari celebrare). Pur essendovi stata qualche possibilità di assistere, non ho mai potuto andare alla Santa Messa di Pio V (per motivi di prudenza), anche se spiritualmente mi sento sempre più fortemente legato ad essa. Non che partecipi con meno fervore alla Santa Messa secondo la Forma Ordinaria, ma quando “si scopre l’Oro è difficile legarsi all’Argento” (non so se ho reso l’idea). Il Signore mi ha elargito troppo per quello che merita la mia povera anima. Mi sento sempre molto indegno sia della chiamata al Sacerdozio, sia al fatto che il Signore mi abbia aperto letteralmente gli occhi su dove stia l’inganno di questi tempi. Questa è una grazia ma anche una croce che porto quotidianamente. Più si sa e più dolore si prova. Affido queste mie sofferenze al Signore perché mi conceda il perdono dei miei molti e gravi peccati commessi prima della mia conversione e del mio ingresso in seminario, e soprattutto perché tanti altri giovani scoprano il Vero Tesoro della nostra Sacra Tradizione Cattolica. La vita in seminario non è facile, bisogna sapersi muovere con cautela e [...] vi è il rischio di divenire “modernisti di fatto”. [...] Il problema è sempre che non è possibile esporsi più di tanto, in quanto la fine sarebbe abbastanza tragica… Ora, purtroppo, il sacrificio più grande per me è proprio questo: vivere all’interno del “covo dei lupi” come imboscato [...]. Comunque, ringrazio sempre il Signore perché mi ha sempre sostenuto e dato la forza di andare sempre avanti, malgrado tutto. Gli aiuti non sono mai mancati, soprattutto da un confratello che ho trovato. In questi anni ci siamo sostenuti a vicenda nella buona battaglia della Fede. Anche lui prova la mia stessa difficoltà e lo stesso ardore verso la Sacra Tradizione della Chiesa. In molti casi è stata una vera grazia il fatto che abbiamo potuto pregare insieme, anche con la Compieta del Breviarium Romanum. E non solo… altri 3 seminaristi si sono avvicinati alla Messa di Pio V o comunque ad una visione più profonda del Mistero Eucaristico e della Tradizione Cattolica [...]. Non avevano quasi mai sentito parlare della Forma Straordinaria, o peggio erano oscurati, di certo inconsapevolmente, dalle false opinioni che circolano negli ambienti modernisti in merito. Posso dire, quindi, che il Signore non ci lascia mai condurre le sante battaglie da soli, ma ci pone sempre qualche aiuto accanto. Abbiamo formato, insieme a questi miei amici, un vero e proprio “sodalizio”. Il pericolo è sempre in agguato e si cammina sempre sul ciglio dell’abisso, ma che cosa sarebbe la vita cristiana senza rischiare tutto per Cristo? I momenti di buio e di sconforto si presentano e sono molto drammatici, ma quando accade questo mi rivolgo al passato della mia esistenza, e vado a rivedere tutte quelle volte in cui il Signore si è mostrato misericordioso verso la mia povera anima. Così, trovo la forza per andare avanti!
[...]
Nuovamente, desidero ringraziarti per lo splendido apostolato spirituale che vai offrendo. Siccome ho visto che ti è capitato di pubblicare le mail di numerosi che ti hanno scritto, se avrai intenzione di pubblicare qualcuno dei miei poveri pensieri, ti chiedo la cortesia di eliminare i possibili riferimenti personali. La prudenza non è mai troppa.
In comunione di preghiera.
Viva Cristo Re!