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lunedì 15 luglio 2024

Circa la pastorale dell'inculturazione

Pubblico uno scritto di Teodolinda.


Quasi due decenni fa si discuteva in parrocchia su quale fosse il metodo giusto per diffondere il Vangelo nell’epoca presente e un sacerdote sosteneva che il metodo giusto fosse quello dell’inculturazione. Per applicare questo metodo bisognava dapprima entrare nella mentalità e nel tipo di vita di chi si voleva convertire o avvicinare alla fede senza discorsi sulla fede o sul Catechismo, e in un secondo momento proporre il Vangelo non attraverso la lettura o la preghiera ma attraverso il proprio modo di comportarsi. Ad esempio qualcun altro sosteneva che, se si conosceva una persona che non credeva, bisognava coltivarne l’amicizia, passare delle ore insieme facendo qualche attività ricreativa, farle vedere un comportamento corretto da brava persona, nella speranza che in questo modo spontaneamente e senza nessun riferimento al Vangelo o alla Chiesa questa si convertisse. Questo metodo potrebbe anche essere giusto in certe occasioni, per esempio quando dei missionari si trovano a predicare in territori sperduti dove mai è entrato il cristianesimo e c'è diffidenza verso nuove idee, ma quello che mi lasciava perplessa era il fatto che noi non ci trovavamo in terra di missione dove nessuno conosceva il Vangelo ma in in Italia dove i più erano cristiani battezzati e cresimati che però avevano accantonato la loro fede o non avevano approfondito la conoscenza della loro religione. Secondo alcuni dovevamo accettare la lontananza da Dio delle persone che non credevano e mimetizzarci nella loro cultura, nel loro modo di fare, e in secondo momento cominciare ad avvicinarli al Vangelo.  Ero perplessa perché vedevo che avvicinarsi alle mode effimere e alle inutili distrazioni della vita mondana contribuiva ad allontanare le persone dalla preghiera e dall’andare in Chiesa.

Questo metodo a volte viene ancora riproposto (anche in tv) come nuovo e speciale ma non lo è ed io negli anni ho visto che non ha affatto funzionato, non ha portato a nuove conversioni, non ha portato neppure più civiltà o umanesimo. Ultimamente, poi sto constatando, frequentando le Chiese della mia zona, il suo totale fallimento. Non ha funzionato perché invece di evangelizzare ci si è fermati allo stadio dell’entrare nella mentalità altrui e questa mentalità si è cominciata molto tranquillamente a condividerla senza passare alla predicazione del Vangelo e del Catechismo la cui credibilità fin dall’inizio, e proprio dallo stesso metodo, si era messa in discussione in modo molto forte. Infatti non proporre direttamente alcune idee cristiane e alcuni principi del Catechismo dà l’impressione che non si creda nella loro validità. Mimetizzandosi con la mentalità del mondo, la mentalità del mondo invece di essere cambiata è stata assorbita da chi doveva portare il Vangelo e da molti fedeli. La verità è che i cristiani che hanno rifiutato la loro fede per via dei nuovi costumi o che non avevano per diversi motivi approfondito la propria fede non potevano di certo riavvicinarsi a Dio se veniva rafforzato in loro ciò che li aveva allontanati dal Vangelo.

Quando ripenso a come da bambina ho assimilato la fede penso alla forte impressione e al senso di Verità che ho avuto frequentando le antiche Chiese del mio territorio, entrando in contatto con il sacro durante la S. Messa, durante la recita in Chiesa del Rosario, leggendo le vite di qualche Santo, guardando le immagini dei vecchi opuscoli di preghiere e dei santini, oltre all’esempio coerente nei fatti e nelle parole di alcuni miei parenti.

(…) Se vogliamo avvicinare le persone alla fede avviciniamole all'Eucarestia! La via è semplice.

Per riavvicinare la gente alla Chiesa bisogna ridare loro la centralità della figura di Gesù e dei Sacramenti, soprattutto dell’Eucarestia, Gesù vero con i suoi miracoli e le sue parole, anche quelle scomode come quelle sull’adulterio, non il Gesù solo sociale, come va di moda adesso. Bisogna riscoprire il Dio vivente nascosto nel Tabernacolo ed utilizzare nuovi metodi di fare Catechismo in cui si dia vera importanza ai Sacramenti in modo chiaro come nel Catechismo di S Pio X (...).

Faccio appello a tutti i cristiani e ai pastori della Chiesa affinché tutti con l’aiuto di Gesù possiamo fare la nostra parte di preghiera e testimonianza alla Verità per quanto piccola sia.

A gloria di Dio, 

Teodolinda


Cara sorella in Cristo,
                                innanzitutto ti ringrazio per il tempo che mi dedichi in maniera disinteressata.

Leggendo quel che hai scritto mi hai fatto venire in mente l’esperienza dei “preti operai”, i quali avrebbero dovuto mescolarsi ai proletari lavorando nelle fabbriche nel tentativo di riuscire a convertirli al Vangelo, ma spesso è avvenuto l’esatto opposto, cioè sono stati gli operai a convertire i preti al comunismo.

Pertanto dico che può andar bene l’inculturazione, anche nella nostra società, purché venga praticata seriamente, altrimenti, come abbiamo visto, diventa solo un modo col quale i cristiani si adeguano alla mentalità del mondo.

In Corde Matris,

Cordialiter