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lunedì 20 marzo 2023

La pazienza

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


O Gesù, Paziente divino e mansuetissimo, insegnami il segreto della vera pazienza. 

1 - La pazienza è la virtù che, per amore di Dio, ci fa accettare con generosità e con pace tutto quel che dispiace alla natura, senza lasciarci abbattere dalla tristezza che facilmente c’invade quando ci troviamo di fronte a cose spiacevoli. 

La pazienza è un aspetto particolare della virtù della fortezza la quale c’impedisce di deviare dal retto cammino per timore delle difficoltà che s’incontrano. Non c’è vita senza difficoltà, anzi, per coloro che vogliono intraprendere grandi cose, queste sono abitualmente maggiori e più frequenti. Le grandi opere, le grandi virtù, le virtù eroiche sbocciano sempre in mezzo alle difficoltà. Di fronte ad esse la fortezza ha un duplice atto: aggredire e sopportare. Molte difficoltà vanno superate e vinte con un atto di coraggio; altre invece è impossibile eliminarle e allora bisogna imparare a sopportarle, e questo è appunto il compito della pazienza. Compito arduo, perché è più facile affrontare direttamente un ostacolo, che non sopportare contrarietà e sofferenze inevitabilmente connesse alla vita e che, con l’andar del tempo, tentano di fiaccare il nostro coraggio e di farci cadere nella tristezza. 

Solo fissando lo sguardo su Gesù, il Paziente divino, s’impara a esercitare la pazienza. Quando vediamo lui, venuto al mondo per salvarci, vivere fin dai primi istanti della sua esistenza terrena in mezzo ai disagi, alle privazioni, alla povertà, e poi alle incomprensioni, alle persecuzioni, fatto segno all’odio dei suoi stessi concittadini, calunniato, cercato a morte, tradito da un amico, processato e condannato come un malfattore, il nostro animo si scuote e comprende che non possiamo essere suoi discepoli, se non battendo il suo stesso cammino. Se Gesù, innocentissimo, ha tanto sopportato per amor nostro, non sapremo noi, peccatori e quindi meritevoli di sofferenza, sopportare qualche cosa per amor suo? Per quanto nella nostra vita ci possa essere da soffrire, sarà sempre ben poco, anzi nulla di fronte alle infinite sofferenze di Gesù, perché Gesù nella sua Passione non ha abbracciato il dolore di una sola vita o di molte vite umane, ma il dolore di tutta l’umanità. 

2 - Chi vuol diventare paziente deve anzitutto, di fronte ai motivi della sofferenza, avere un profondo sguardo di fede, che gli faccia comprendere come tutto ciò che accade nella vita è sempre permesso da Dio e unicamente per il suo bene. Molto spesso, è vero, la sofferenza, le difficoltà si presentano a noi attraverso cause seconde; ma, che cosa importa quando sappiamo che tutto ci viene dal nostro buon Padre Celeste, il quale si serve di queste circostanze penose proprio per farci diventare più virtuosi? Un’anima che vuol vivere unicamente di Dio non si ferma mai a considerare le cause umane delle sue sofferenze, ma di fronte ad esse ripete con semplicità: Dominus est! è il Signore! e tutto accetta dalle mani di lui. 

Questo però non impedisce che si senta il peso della sofferenza e che lo si senta profondamente - lo ha sentito anche Gesù nella sua agonia nell’orto - ma ci aiuta a non turbarci, a non perdere la pace e la serenità, a non perdere il dominio di noi stessi e quindi la pazienza. 

Si comincia ad esercitare la pazienza cercando di tollerare i disagi e le sofferenze quotidiane senza mormorare, ma con rassegnazione, sapendo che la divina Provvidenza non permette prova alcuna che non sia per noi fonte di bene. Agli inizi, ed anche per lungo tempo, l’anima sentirà molta ripugnanza per la sofferenza, tuttavia, se si sforza di abbracciarla bene - con costanza, con pace, con sottomissione al volere divino - un po’ alla volta, proprio attraverso questo esercizio tanto penoso, comincerà a sperimentare il grande profitto spirituale che ne deriva, si sentirà infatti più distaccata dalle creature e da se stessa e più vicina a Dio. Spontaneamente allora giungerà a stimare la sofferenza e poi, sperimentandone sempre più la fecondità spirituale, finirà con l’amarla. 

Ma non bisogna farsi illusioni: l’amore alla sofferenza è il vertice della pazienza, è il frutto della pazienza perfetta; per giungere a queste altezze occorre cominciare da un esercizio assai più umile: accettare in pace, senza lamentarsi, tutto quello che fa soffrire. 

Colloquio - O Gesù, per amor tuo e col tuo aiuto, voglio soffrire in pace tutte le contrarietà della vita. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].


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