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domenica 3 marzo 2024

La penitenza

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).


O Gesù, che vai in cerca del figliol prodigo, non disprezzare il mio cuore pentito ed umiliato, ma purificalo nel bagno salutare del tuo preziosissimo Sangue. 

1 - La grazia, benché elargita con tanta abbondanza nel battesimo e nella cresima e benché abbia per se stessa un’infallibile forza santificatrice, non costringe l’uomo al bene, non lo santifica senza la sua cooperazione volontaria. L’uomo resta sempre libero di corrispondere o no al dono divino, purtroppo egli ha sempre la triste possibilità di resistere alla grazia accondiscendendo al male e venendo così meno ai suoi doveri di figlio di Dio, di soldato di Cristo. Prevedendo appunto queste possibili deviazioni e cadute, Gesù ha istituito un particolare sacramento che ha lo scopo preciso di sanare le ferite del peccato, di ristabilire nella grazia i peccatori e di rafforzare in essa i deboli. «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, ed a chi li riterrete saranno ritenuti» (Gv. 20, 23), ha detto il Signore agli Apostoli, conferendo ad essi ed ai suoi successori la formidabile potestà di rimettere in suo nome i peccati, potestà che non ha data agli angeli e neppure a Maria SS.ma, ma che ha riservata ai suoi ministri. 

«Chi può rimettere i peccati se non il solo Dio?» (Mr. 2, 7), si domandavano scandalizzati gli scribi, vedendo Gesù assolvere i peccatori. Con un simile atteggiamento, ondeggiante fra l’incredulità e lo scherno, tuttora il mondo considera il sacramento della penitenza, non sapendo e non volendo riconoscere nel sacerdote il ministro di Dio. Ma per chi ha fede non vi è forse un sacramento che più di questo muova alla pietà, alla devozione, alla riconoscenza. Grandi sono i sacramenti con cui Gesù c’inalza alla dignità di figli di Dio e di suoi cavalieri; ineffabile il sacramento con cui, ogni volta che lo vogliamo, ci nutre con le sue Carni immacolate; ma non è forse più commovente ancora il sacramento della penitenza mediante il quale Egli va in cerca del cristiano che l’ha tradito, del soldato che ha disertato il campo, del figlio che, dopo essere stato nutrito alla sua mensa, se n’è allontanato per gustare le ghiande degli animali? Invece di sdegnarsi e respingere chi ha corrisposto tanto male ai suoi doni immensi, Gesù istituisce un apposito sacramento per offrirgli il suo perdono, la sua misericordia, per risanare quell’anima che, già rivestita dell’abito nuziale della grazia, già rigenerata nel suo Sangue preziosissimo, è caduta nel peccato rendendosi sua nemica.

2 - Benché il sacramento della penitenza sia necessario solo per rimettere i peccati mortali, tuttavia la Chiesa ne ha sempre raccomandato e lodato l’uso frequente anche per coloro che devono accusarsi di semplici venialità. «Raccomandiamo sommamente - dice Pio XII - il pio uso, introdotto dalla Chiesa per ispirazione dello Spirito Santo, della confessione frequente, con cui si aumenta la retta conoscenza di se stessi, cresce la cristiana umiltà, si sradica la perversità dei costumi, si resiste alla negligenza e torpore spirituali, si purifica la coscienza, si rinvigorisce la volontà, si procura la salutare direzione delle coscienze e si aumenta la grazia in forza dello stesso sacramento» (Myst. Corp.). La confessione frequente è sempre stata considerata dalla genuina tradizione cattolica una scuola di perfezione, un mezzo efficacissimo per correggere i difetti e le cattive tendenze, nonché per crescere nella virtù. Quando il penitente, considerando nel confessore la persona stessa di Cristo, gli svela con umile sincerità le sue mancanze e le sue debolezze ed accompagna l’accusa con vero pentimento e vivo desiderio di emendarsi, il sacramento opera in lui preziosissimi effetti. Non solo gli sono perdonate le sue infedeltà, non solo riceve un aumento della grazia santificante, ma inoltre gli viene elargita la «grazia sacramentale» che gli assicura l’aiuto divino per correggere i suoi punti deboli, per vincere le tentazioni cui va più facilmente soggetto, per superare le particolari difficoltà che incontra nell’esercizio della virtù. Non vi è migliore medicina ai mali e ai languori dello spirito, che la confessione frequente ben fatta, ossia la confessione umile, sincera, dolorosa delle proprie debolezze. Gesù ci attende in questo sacramento dell’Amore misericordioso, non soltanto per lavare le nostre anime col suo preziosissimo Sangue, ma per corroborarle in questo bagno salutare, per irrobustirle, per premunirle contro i futuri attacchi della tentazione e del male. Tutti i meriti della Passione di Gesù, tutto il valore infinito del suo Sangue vengono, nella confessione, applicati all’anima nostra e noi ne usciremo sempre più rinnovati, santificati e rafforzati nel bene quanto più ci accosteremo a questo sacramento con un cuore contrito ed umiliato. 

Colloquio - «Anima mia, se tu hai peccato e sei rimasta ferita, ecco il tuo Dio, ecco il tuo Medico pronto a guarirti. La sua onnipotenza gli permette di rimetterti in un momento tutti i tuoi peccati; la sua bontà e la sua misericordia lo spingono a perdonarti. 

«Ti spaventi, forse, perché Egli è il tuo giudice; ma confida, anima mia, perché se Egli è il tuo giudice, è anche il tuo difensore. È il tuo difensore per scusarti e giustificarti, se ti penti; è il tuo giudice, non per condannarti, ma per salvarti, se ti umilii. La sua misericordia è infinitamente più grande di tutte le tue iniquità. Ed io ti dico questo, non perché tu, rimanendo nel tuo peccato, ti renda indegna della sua pietà, ma perché, allontanandoti dal male, non abbia a disperare della sua clemenza e del suo perdono» (B. Luigi de Blois). 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].


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