La dolcezza e il gaudio dell’intimità con Dio, hanno lo scopo di rendere l’anima più coraggiosa nel servizio divino, più generosa nel dono di sé, più forte nel portare la croce. Sì, finché siamo quaggiù la sofferenza non può mai mancare e non manca neppure in mezzo alle delizie dell’unione divina, perché dobbiamo conformarci a Gesù crocifisso, dobbiamo seguirlo sulla via del Calvario fino alla completa immolazione con lui per la gloria del Padre e la salvezza dei fratelli. Le opere che l’unione con Dio deve produrre sono appunto le opere dell’amore, è l’attività intensa dell’amore puro, mediante la quale l’anima sì dona incessantemente a Dio, desiderosa di trascinare con sé uno stuolo immenso di altre anime. Così, dall’intimità divina, dall’unione totale col Signore, dall’amore puro sgorga spontaneo l’apostolato più fecondo.
[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].