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sabato 11 novembre 2023

Il Campo dei Caduti

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902 - 1989).


Il tratto di terreno riservato ai Caduti in guerra, è piano e di forma rettangolare. Tutte le tombe sono uguali, tranne cinque, riservate a Medaglie d'Argento ed una a Medaglia d'Oro. Nel centro si erge un maestoso monumento, che rappresenta tre Angeli in atto di raccogliere l'ultimo respiro dei militari sul campo di battaglia. Sette obici di «305» sono posti attorno al monumento, sul quale si legge questa iscrizione: « Le ossa alla terra - il cuore all'Italia - L'anima a Dio ».

I Caduti di quattro guerre sono qui raccolti; ma sono soltanto una buona parte.

La voce del sangue intanto mi chiama ad una tomba. Tante volte son venuto qui a pregare ed in questo momento devo farlo più che mai; è uno dei miei cari fratelli che devo ricordare.

« Qui giace il Fante Placido Tomaselli - Caduto a Palmanova il 7-XI-1917 ». Istintivamente piego le ginocchia e fisso il ritratto di mio fratello. Quanti ricordi!

« Tu, amato fratello, lo dicesti in famiglia quel giorno in cui venisti a trovare la mamma: Questa è l'ultima mia fotografia! Vi resterà per ricordo dopo la mia morte! Due anni sono stato in trincea... là devo ritornare... là lascerò la vita!

«Fosti profeta!... Quello stesso ritratto ora è qui, sulla tua tomba!

« Nel fiore dei tuoi ventidue anni, durante la ritirata di Caporetto, venivi sventrato da arma tedesca e poi fra gli spasimi, chiudevi gli occhi alla terra... stritolato dai piedi dei cavalli nemici!

« Riposa in pace, anima cara! Quel Dio che imparasti a conoscere in mia compagnia presso le ginocchia materne, quel Dio che ti fu forza durante la vita, sia ora il tuo gaudio eterno!... ».

Sento il bisogno di baciare il freddo marmo della tomba e ricordo intanto... l'ultimo bacio che diedi al mio Placido il 14 aprile del « 1917»...

La tomba di mio fratello è un poema; altrettanti poemi sono gli avelli degli altri Caduti.

In un momento vado col pensiero ai campi di battaglia e mi sembra di vedere... folte schiere di giovani lottare col nemico. Scoppio di bombe, raffiche di mitraglia, aerei che precipitano... e dopo breve tempo... tutto tace! Restano solo cadaveri insanguinati e membra sparse! Eroi d'Italia, ora siete qui! La pietà dei congiunti ha reclamato le vostre ossa, per avere agio di versare lacrime sulle vostre tombe!

Non so staccare lo sguardo da questo campo! Per triste esperienza fatta nella mia famiglia, vedo presso queste tombe mamme e spose che piangono ed orfanelli derelitti!

Un profondo solco di dolore avete lasciato, o gloriosi Caduti, nel cuore dei vostri cari! La vostra morte prematura e violenta ha accresciuto la pena della vostra perdita.

Permettetemi, o eroi della patria, una riflessione! Quanti sogni di gloria e di amore vi sorridevano sino all'ultimo giorno della vita! Sopraggiunse la morte e tutto ciò che formava il vostro ideale, svanì come nebbia al sole!... Tutto nel mondo è vanità, anzi vanità delle vanità! Uno solo è l'ideale da attuarsi, assicurarsi la vita eterna con la santità delle opere!... Morire per la patria terrena... meritare delle medaglie al valor militare, lasciare un nome nella storia, tutto ciò giova niente per l'altra vita! Fortunati voi se, quando venne l'Angelo della morte, eravate in grazia di Dio! Il vostro trapasso sul campo di battaglia fu in tal caso un saluto alla terra ed un sorriso al Cielo!


Povera madre

Mentre sto per allontanarmi dal campo dei Caduti, vedo una vecchietta avanzarsi con la corona del Rosario in mano ed un lumino di cera. La seguo con lo sguardo.

La povera donna si ferma ad una tomba, bacia per prima il ritratto incastonato sulla pietra sepolcrale, accende il lumino e si pone a sedere lì vicino, recitando il Rosario. E' così assorta nei suoi pensieri che non bada a me; io però l'avvicino e le rivolgo la parola: Chi sarebbe questo defunto?

- E' mio figlio! Iddio mi diede otto figliuoli; di essi ne morirono sette nelle fasce, questo fu l'unico che potei vedere crescere. Com'era buono! Morì qui, vicino alla città, mentre stava presso una batteria contraerea! Fu vittima di una incursione. Un giorno prima di morire era venuto a trovarmi ed in quelle due ore quante cose mi disse! Chi avrebbe mai pensato che quello sarebbe stato l'ultimo incontro con mio figlio! L'indomani il mio tesoro... non posso pensarci... era fatto a pezzi!... Non potei vederlo più, perchè le sue membra furono chiuse nella bara. -

La donna piange dirottamente ed io sento quasi rimorso di averle rinnovato questo dolore. Tuttavia le chiedo ancora: Venite spesso qui al Cimitero?

- Il venti di ogni mese vengo qui, accendo il lumino e poi prego. Mio figlio morì il venti luglio del «'43 ». Mio figlio è morto, eppure ancora mi aiuta. Ogni giorno è lui che mi dà il pane, con la pensione che percepisco.

- Fatevi coraggio, buona signora. Anche mio fratello è sepolto in questo campo! Mia madre visse sempre in profondo cordoglio per questo lutto; comprendo perciò qual dolore agiti l'animo vostro!

La donna conclude: Tirare su un figlio tra mille cure, vederlo alle porte della vita... ed improvvisamente saperlo ucciso, anzi fatto a pezzi, come un malfattore... è cosa ben dolorosa! Ma c'è un Dio che paga tutti! -

Povera madre! La invito alla rassegnazione ed al perdono cristiano e la lascio nel suo dolore.



[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli, imprimatur: Catanae die 3 novembris 1953, Can. Nicolaus Ciancio, Vic. Gen.].