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venerdì 16 giugno 2023

I sommergibilisti devoti del Sacro Cuore

In tempo di guerra tanti combattenti hanno supplicato Gesù buono di essere salvati dalla morte. A tal proposito riporto un interessante articolo pubblicato sul “Bollettino Salesiano” del luglio 1941.

Lettera di Don Giulivo ai giovani

Carissimi,

nel «Bollettino mensile della Pia Opera del Sacro Cuore in Roma» ho letto un bellissimo episodio, che vi trascrivo quasi alla lettera. È intitolato: Dentro un sommergibile. «Tre fratelli, uno dopo l'altro vennero mandati alle più rischiate imprese della guerra. Il più giovane era un valoroso capitano di marina. La povera madre, ancora sotto il peso dei due distacchi precedenti, nel congedarsi dal terzo figlio tremava, balbettava, non finiva di baciarlo. 

Egli conteneva a fatica l'interna emozione. Nel deporre l'ultimo bacio sulla fronte della veneranda madre, questa gli disse: - Prendi, figlio mio, questa bella immagine del S. Cuore di Gesù. Portala sempre con te, ti aiuterà. - 

Era un piccolo quadretto di celluloide. Alla madre nessuno può dire di no. Quel giovane, pur senza essere troppo fervoroso, non era nemmeno cattivo e conservava ancora un gran fondo di fede. Prende l'immagine, la ripone tra le sue robe, parte, arriva al luogo di concentramento. Dopo varie vicende, gli viene affidato il comando di un sommergibile che doveva spiare la flotta nemica tra un labirinto di isole della Dalmazia. L'immagine del S. Cuore, nella valigia del Comandante, passò a bordo della piccola nave di ferro. E di tanto in tanto capitava nelle mani del giovane ufficiale, che sempre la baciava e nel baciarla si sentiva rianimare al pensiero della mamma lontana che pregava per lui. 

Un giorno, un triste giorno, in una rischiosissima ricognizione il sommergibile, scoperto dal nemico, dovette immergersi precipitosamente. Forse in seguito a una reazione chimica, poco dopo si sviluppava un incendio dentro lo scafo. Un incendio su di una nave, in mezzo al mare, è una cosa drammatica sempre. Ma un incendio in un sommergibile, durante il periodo della immersione, deve essere terribile. Risalire a galla, lo stesso che offrirsi al nemico in bersaglio. Introdurre l'acqua, lo stesso che sprofondare irrimediabilmente a picco. Il giovane capitano non perdette il suo sangue freddo. Comandò all'equipaggio: - Ragazzi, in catena! E la catena si formò. - Ragazzi, mano a tutto quello che c'è. E si tentò di soffocare l'incendio comprimendo le fiamme con quel che là dentro avevano, fino alle vesti e alla biancheria che ciascuno in fretta si levava di dosso. Intanto il primo della catena a più immediato contatto col fuoco era caduto, privo di sensi, gridando: Mamma! 

Quel grido fece balenare alla mente del giovane capitano il ricordo della mamma lontana e dell'immagine del S. Cuore, che era rimasta nella valigia, vuotata come le altre della sua roba. La prese con mano tremante, la baciò e disse: - Ragazzi, non abbiamo altra speranza che questa. La piccola immagine fu baciata da tutti, passando in catena di mano in mano, e fu posta nella parte mezzo arroventata che minacciava. Si sentì un piccolo crepitio. Poco dopo il fuoco era domato. 

E mentre il nemico sperava di aver sommerso nell'abisso il sommergibile, questo con rapida manovra uscì fuori dalla zona insidiata, affiorò su le onde, scrutò con l'occhio del periscopio la superficie del mare, la vide libera: emerse. Erano salvi, miracolosamente salvi. Uno solo, lo svenuto, morto soffocato. 

Piangendo come bambini, si abbracciarono, ringraziarono il capitano, vollero vedere l'immagine del S. Cuore mezza abbruciacchiata e tutta accartocciata. Il capitano raccontò l'addio, e il consiglio della mamma sua... Ciascuno ebbe un pensiero, una lagrima per la propria mamma... Forse in quell'ora stessa del crudele cimento, le mamme loro, da lontano, pregavano. E il Sacro Cuore aveva accolte ed esaudite quelle preghiere». 

Miei cari: alle preghiere delle mamme pei figli soldati, unite anche le vostre più fervide e più insistenti. Pregate per la salvezza dei combattenti e strappate al Sacro Cuore di Gesù le grazie di cui hanno bisogno. 

Vostro aff.mo Don Giulivo