Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).
O Signore, aiutami ad esserti fedele, affinché lo spirito di orazione non si spenga in me per colpa mia.
1 - Abitualmente, agli inizi di una vita spirituale più intensa, l’anima gode di un fervore sensibile che le rende facili e gustosi gli esercizi spirituali. I buoni pensieri, gli affetti, gli slanci del cuore le sgorgano spontanei; raccogliersi da sola a solo con Dio nell’orazione è per lei una gioia, il tempo che v’impiega le passa rapidamente e non è raro che la presenza di Dio le si renda quasi sensibile. Una simile facilità prova anche nella pratica della mortificazione e delle altre virtù. Ma, solitamente, questo stato non dura a lungo e ad un certo punto l’anima si vede privata di ogni conforto sensibile. Questa soppressione della devozione sensibile costituisce appunto lo stato di aridità che può dipendere da diverse cause.
Talvolta può dipendere dall’infedeltà dell’anima che un po’ alla volta si è rilassata, concedendosi tante piccole soddisfazioni di passatempi o di curiosità, di egoismo o di amor proprio a cui aveva già rinunciato. Se le anime sapessero di quanti beni si privano con una simile condotta, farebbero qualsiasi sacrificio per non lasciarsi andare a tali debolezze! L’abitudine della mortificazione, acquistata con tanti sforzi, si perde presto, e si ritorna schiavi delle proprie passioni. L’amor proprio, che non era morto, ma solo assopito, riprende vigore e così può diventare causa non solo di tante imperfezioni volontarie, che si erano già superate, ma anche di peccati veniali deliberati e può, infine, trascinare nella tiepidezza un’anima che già camminava nel fervore. Un’anima infedele, ricaduta nella mediocrità, non può, nella sua orazione, protestare [ cioè dichiarare, n.d.r] al Signore che lo ama e che vuol progredire nell’amore, e tanto meno può gustare la gioia di chi è consapevole di amare davvero il suo Dio. Ecco dunque che inevitabilmente cade nell’aridità. In questo stato l’unico rimedio è ritornare al fervore primitivo. Le costerà certamente molto ma, lungi dallo sgomentarsi, l’anima vi s’impegni quanto prima. Il Signore, del resto, ama tanto perdonare!
2 - Altre volte, invece, l’aridità proviene da cause fisiche o morali del tutto indipendenti da noi. Indisposizioni, malessere, stanchezza, oppressione causata da dolorose preoccupazioni o da eccessivo lavoro, sono altrettante cause che possono far sparire ogni senso di conforto spirituale, e spesso senza che sia possibile rimediarvi. Si tratta allora di una prova che può anche prolungarsi, ma nella quale siamo in diritto di vedere la mano di Dio che tutto dispone per il nostro bene e non può mancare di concederci la grazia adeguata per trarre profitto da questa nostra sofferenza. Pur non sentendo più alcuna consolazione, non provando più nessuna attrattiva per l’orazione, l’anima vi si applichi per dovere, cercando di rimediare alla sua incapacità con qualche industria. «Se qualcuno non può fare l’orazione mentale - insegna a proposito S. Teresa di Gesù - si dia alla preghiera vocale, alla lettura, ai colloqui con Dio, ma non lasci mai di consacrare all’orazione il tempo stabilito» (Cam. 18, 4).
E se, malgrado tutto, l’anima non riesce a commuovere il suo cuore, ami il Signore con la sola volontà. Questa intanto, mediante tale esercizio che richiede grande sforzo, si irrobustirà e, benché l’anima non se ne renda conto, la renderà capace di un amore più fattivo, più generoso. Si tratta, è vero, di un amore privo di sentimento, ma bisogna ricordare che la sostanza dell'amore non sta nel sentire, bensì nel volere a tutti i costi far piacere alla persona amata. E chi, per far piacere a Dio, persevera nell’orazione pur non trovandovi alcun conforto, ma sentendone piuttosto ripugnanza, gli dà una bella prova di vero amore. Il progresso nella vita spirituale non si misura dal conforto che l’anima sperimenta, anzi, questo non è in nessun modo richiesto, perché la vera devozione consiste unicamente nella prontezza della volontà al servizio di Dio. E la volontà può essere molto pronta e decisa a servire il Signore, pur essendo molto arida e pur dovendo lottare contro tante ripugnanze sensibili.
[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].
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