Spesso certi giornalisti di stampo progressista seminano confusione sul tema della Comunione ai divorziati risposati, facendo credere che su questo tema siano possibili delle "aperture" verso la mentalità mondana. In realtà non sono possibili compromessi su questo argomento perché non è lecito a nessuna creatura modificare il Vangelo. Visto che Gesù ha esplicitamente proibito il divorzio, chi siamo noi per osare di modificare la sua Legge?
Per poter ricevere il Santissimo Sacramento del Corpo di Cristo è necessario essere in stato di grazia. Chi ha commesso anche un solo peccato mortale deve prima confessarsi se vuole ricevere Gesù sacramentato. Ma per poter ricevere validamente l'assoluzione sacramentale è necessario essere sinceramente pentiti dei peccati commessi (almeno di quelli mortali) e avere il fermo proposito di non peccare più, altrimenti la Confessione è nulla e sacrilega. Così insegnano tutti i buoni manuali di Teologia Morale.
Pertanto un divorziato, se è davvero pentito di essersi risposato civilmente, deve prima cessare l'unione "more uxorio" (cioè nel modo in cui vivono i coniugi) con la sua concubina, e poi potrà ricevere validamente l'assoluzione sacramentale. Se per qualche grave motivo non può separarsi dalla compagna (ad esempio per poter continuare a educare i figli), allora può continuare a vivere nella stessa casa, purché non "more uxorio", bensì come "fratello e sorella" (cioè in totale castità), ed evitando di dare scandalo al prossimo.
È stato Gesù a dire che se un uomo lascia la propria moglie e ne sposa un'altra commette adulterio. Nessuno può modificare il Vangelo, nemmeno i giornalisti progressisti.