E anche nella ricerca di un confessore o direttore indulgono al segno straordinario o ad attenzioni e affetti che chiamano "carità" (soprattutto le donne) o a una parola dolce, mielosa, gradita più al "cuore" e alle orecchie che utile all'animo. Certi penitenti, senza loro colpa, sono reticenti all'ascetica e alla lotta per la propria santificazione così come i grandi santi l'hanno sempre insegnata. Pensiamo alla scuola carmelitana, al p. Gabriele di S. Maria Maddalena che in "Intimità Divina" ha pagine mirabili che, con opportuni adattamenti, vanno bene per tutti.
Il buon Dio non si sostituisce mai al nostro faticoso lavoro di ricerca, mai si sostituisce a noi, ma ci offre dei criteri nella provata e plurisecolare sapienza di santa Madre Chiesa e poi ci chiede di fare la nostra parte, chiede fede, che ha poco a che fare col "sentimentalismo".
Purtroppo oggi, coloro che cercano di impegnarsi nel cammino di perfezione cristiana secondo gli insegnamenti dei maestri di spiritualità, rischiano di essere tacciati per fanatici fondamentalisti. Termini come mortificazione, rinuncia, silenzio, penitenza e sacrificio sono stati quasi messi al bando da certi personaggi infettati dal morbo del "sociologismo", condannato dal zelantissimo Cardinale Giuseppe Siri nel suo aureo Magistero.
Ringrazio di cuore questo sacerdote per la sua gentilezza e soprattutto per il ricordo nel Santo Sacrificio della Messa di alcune persone che gli avevo chiesto di raccomandare a Nostro Signore.