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sabato 30 luglio 2022

Difetti femminili

Dagli scritti di Pierre Dufoyer.


Dopo aver parlato dei bisogni fondamentali dell'anima femminile, sarà molto opportuno dire una parola intorno alle virtù e ai difetti abituali della donna. Si possono trovare in lei virtù eroiche, come la si può vedere abbandonata al vizio: gioco, ubriachezza, disonestà, Ma non intendiamo descrivere questi casi eccezionali. Vorremmo piuttosto mettere al corrente in anticipo il fidanzato e il marito delle normali debolezze dell'anima femminile, perché non ne siano sorpresi, e sappiano che nel matrimonio occorre serbare un posto alla delusione, all'indulgenza, alla pazienza e al perdono. Può darsi anche che alcuni, più diplomatici e più virtuosi, arrivino con la loro fermezza e la loro bontà ad aiutare la fidanzata e la moglie a correggersi di qualche suo difetto e a santificarsi, il che costituisce uno dei possibili vantaggi e dei fondamentali scopi del matrimonio. 

Nelle condizioni attuali delle cose, fidanzati e mariti devono aspettarsi di trovare nella donna una tendenza, spesso molto tenace, a vedere soltanto i particolari delle cose fissandosi su questi, e a mostrarsi invece poco capace di giudicare l'insieme di una situazione: di qui le decisioni inopportune e poco sagge, originate da una incompleta visione di tutti gli elementi del problema. Questo atteggiamento mentale è un dato del temperamento. (...)

Tutto questo potrà procurare al marito delle delusioni in parecchie circostanze, o perché durante una discussione per una decisione da prendere egli non arriva a far prevalere la visione del complesso di una questione, o perché deve rammaricarsi di decisioni prese o di compere inconsiderate. Gli potrà capitare di urtare in tremende ostinazioni della donna, la quale si impunterà in un atteggiamento derivante da una visione parziale di cose o dai moti della sua sensibilità. (...)

La maggior parte delle virtù e dei difetti femminili trovano dunque radice nell'emotività della donna. Il tratto di solito più caratteristico della donna, abbiamo detto, sta nell'intensità della sua vita affettiva. Da questo derivano la sua dedizione profonda verso quelli che ama, il calore e il fervore di tale dedizione, la facilità all'abnegazione, il disinteresse. Sono queste le virtù che vediamo comunemente attive nell'amore materno. Sono anche quelle che per i mariti formano l'incanto dell'amore coniugale, a condizione che anch'essi sappiano conservarsi amabili durevolmente. Molti che poco hanno fatto per mantenere intatto l'amore della moglie verso di loro, la rimproverano poi di amarli con tiepidezza. 

La donna, spesso ipersensibile, è capace di dedizioni ardenti, ed è soggetta a viva suscettibilità. La si vedrà subito offesa alla minima parola, alla più piccola osservazione. Il suo amor proprio la farà facilmente reagire, secondo le persone e le circostanze, col broncio, la voluta e calcolata freddezza, le studiate rappresaglie. Sarà tuttavia pronta a perdonare al minimo segno di dispiacere, alla minima espressione di simpatia; ma finché ciò, a suo giudizio, non si sarà manifestato abbastanza, potrà rendersi sgradevole, magari soffrendone interiormente. Lo spirito vendicativo non è una vana finzione nella donna. Di solito esso si dilegua presto davanti a una nuova prova di tenerezza, ma può rivelarsi sorprendentemente tenace, in caso di persistente inabilità del marito. Spirito che non si dimostrerà in piena luce, ne combatterà a viso aperto, ma sarà ingegnoso nel ricorrere a mille colpi di spillo capaci di stuzzicare e di esasperare il marito, dotato solitamente di scarsa pazienza. Non si può in coscienza negare questa forte tendenza alla suscettibilità e allo spirito di rappresaglia nella donna che è quasi innato in lei. Se una virtù solida può condurla a non cedervi, questa virtù è tutt'altro che comune. 

Difetto senza rimedio? Il migliore è quello di prevenire le manifestazioni più stridenti di tale difetto. Il marito accordi abitualmente alla moglie, nel corso degli anni, la testimonianza della sua tenerezza, le conservi la gioia delle sue cortesie. Facendo cosi eviterà di destare e scatenare in lei questa formidabile passione. 

La donna è di umore facilmente mutevole. Ciò dipende spesso dalle sue condizioni fisiche. La sua vita fisiologica è infinitamente più pesante, soggetta a maggiori incidenti sgradevoli, esposta a più numerosi malanni di quella dell'uomo. Questi, che ha una vita fisiologica abitualmente senza seccature, non si rende conto abbastanza delle ripercussioni che uno stato fisico può avere sul carattere. Non capisce quindi gli scatti o le variazioni dell'umore femminile; è sconcertato dalle alternative di ottimismo e di pessimismo, di fervore e di tiepidezza, d'entusiasmo e di scoraggiamento, di pazienza e di suscettibilità. Una sposa accetta oggi uno scherzo che domani prenderà in mala parte; essa trova estremamente complicata una difficoltà che in altri momenti riesce a dominare, se non senza risentirne, almeno senza lagnarsene; eccola a un tratto inquieta nel pronosticare uno sfavorevole epilogo a una situazione ch'essa vedeva, alla vigilia, sotto auspici più lieti; fa dei progetti per l'avvenire, ai quali, venuto il momento, rinunzierà; una disposizione dei mobili che dianzi le pareva magnifica le sembrerà a un tratto monotona; i suoi giudizi intorno a una stessa persona varieranno dal rosa al nero in quindici giorni secondo il contegno di questa nei suoi riguardi. (...) Questa grande emotività femminile riserba dunque al marito, accanto a gioie intense, ore penose. Occorre molta pazienza con una sposa pessimista, soggetta a malattie, inquieta o scoraggiata. Occorre non poco amore e capacità di vincere il proprio egoismo per poter arrivare a calmare le sue apprensioni, dissipare i suoi timori, vincere le sue resistenze, sollevare il suo morale. Occorre una buona dose di virtù e di senso pedagogico per condurre una donna di questo genere a una maggiore padronanza di sé, a dominare i suoi nervi, ad acquistare con lo sforzo della volontà un giusto equilibrio nelle manifestazioni dell'umore, non certo caratteristico del temperamento femminile. (...)

Alcuni dicono che la donna è gelosa. La parola ha due diversi significati a seconda che si riferisce al sentimento della donna di fronte al proprio marito o di fronte alle altre donne. A nostro avviso, non si può dire che la donna sia abitualmente gelosa nei riguardi del marito: facciamo astrazione dai casi morbosi e da quelli purtroppo fondati sulla reale cattiva condotta del coniuge. Solitamente la donna ha fiducia nel marito, finché non viene a trovarsi davanti a qualche indice positivo. Da questo momento, è vero, essa fabbricherà delle costruzioni fantastiche su fragili basi, e, una volta scatenato il sospetto, la sua immaginazione e la sua sensibilità difensiva le faranno interpretare male degli atteggiamenti che potrebbero avere tutt'altro senso. Ci sono casi, anche troppo numerosi, nei quali i sospetti non sono infondati. Negli altri casi, è naturale che la compagnia d'una donna sospettosa richieda molta virtù da parte del marito. 

(...)

Abbiamo voluto stendere questa breve lista dei difetti femminili più comuni. Poche donne ne possiedono l'intera collezione; poche però ne saranno totalmente prive, perché le spose canonizzabili sono una grande eccezione, come d'altronde i mariti della stessa categoria! I fidanzati e i mariti cercheranno di aiutare la fidanzata e la sposa a guarire dalle loro debolezze: comprensione, simpatia, incoraggiamento, fermezza, amore, vi riusciranno meglio della durezza, dei rimproveri e dell'indulgenza eccessiva. 

Il marito poi dovrà essere tanto equo da non vedere soltanto i difetti di sua moglie, ma anche le sue qualità, e le qualità dei suoi difetti. Questi schietti bilanci l'aiuteranno a sopportare con filosofia, con un pizzico di buon umore e di virtù, i disturbi inevitabili della convivenza. Nulla quaggiù è del tutto senza inconvenienti: si ha a che fare con la natura umana che porta il segno di una ferita originale, tanto profonda quanto universale. È questa una legge di cui è bene tenere conto. 


(Brano tratto da "Per te fidanzato e giovane marito", di Pierre Dufoyer, Edizioni Paoline)