Avete già rilevato che tra i Sacerdoti, specialmente tra quelli meno forniti di dottrina e di vita meno severa, si va diffondendo, in modo sempre più grave e preoccupante, un certo spirito di novità.
Quando sia lodevole
La novità non è mai per se stessa un criterio di verità, e può essere lodevole soltanto quando conferma la verità e porta alla rettitudine ed alla virtù.
Novità perniciose contro cui stare in guardia
L'epoca in cui viviamo soffre di un grave smarrimento in ogni campo: sistemi filosofici che nascono e muoiono senza punto migliorare i costumi; mostruosità di certa arte che pure ha la pretesa di chiamarsi cristiana; criteri di governo in molti luoghi che riescono più all'oppressione del cittadino che al bene comune; metodi di vita e di rapporti economici e sociali in cui sono più in pericolo gli onesti che gli scaltri. Da ciò quasi naturalmente deriva che non manchino del tutto nei nostri tempi Sacerdoti infetti in qualche modo da simile contagio; e che manifestano opinioni e seguono un sistema di vita anche nel vestire e nella cura della persona, alieni sia dalla loro dignità che dalla loro missione; che si lasciano trascinare dalla smania di novità sia nel predicare ai fedeli sia nel combattere gli errori degli avversari; e che perciò compromettono non solo la loro coscienza, ma anche la loro buona fama e quindi l'efficacia del loro ministero.
Il Clero e la questione sociale
Pari rettitudine di atteggiamento si richiede riguardo alle dottrine sociali del tempo presente.
Nessuna incertezza contro il comunismo
Vi sono alcuni i quali, di fronte all'iniquità del comunismo che mira a strappare la fede a quelli ai quali promette il benessere materiale, si mostrano pavidi ed incerti; ma questa Sede Apostolica, con documenti recenti, ha indicato con chiarezza la via da seguire, dalla quale nessuno dovrà allontanarsi se non vorrà mancare al proprio dovere.
Denunciare le conseguenze dannose del capitalismo
Altri si dimostrano non meno pavidi e incerti di fronte a quel sistema economico che è noto con il nome di capitalismo, del quale la Chiesa non ha mancato di denunciare le gravi conseguenze. La Chiesa infatti ha indicato non soltanto gli abusi del capitale e dello stesso diritto di proprietà che tale sistema promuove e difende, ma ha altresì insegnato che il capitale e la proprietà devono essere strumenti della produzione a vantaggio di tutta la società e mezzi di sostegno e di difesa della libertà e dignità della persona umana. Gli errori dei due sistemi economici e le dannose conseguenze che ne derivano devono convincere tutti e specialmente i Sacerdoti a mantenersi fedeli alla dottrina sociale della Chiesa e a diffonderne la conoscenza e l'applicazione pratica. Tale dottrina infatti è la sola che può rimediare ai mali denunciati e così dolorosamente diffusi: essa unisce e perfeziona le esigenze della giustizia e i doveri della carità e promuove un ordinamento sociale che non opprima i singoli e non li isoli in un egoismo cieco, ma tutti unisca nell'armonia dei rapporti e nel vincolo di fraterna solidarietà.
Ad esempio del Divino Maestro, il Sacerdote vada incontro ai poveri, ai lavoratori, a tutti quelli che si trovano in angustia e in miseria, fra i quali sono anche molti della classe media e non pochi confratelli di sacerdozio. Ma non trascuri neppure coloro che, pur ricchi di beni di fortuna, sono spesso i più poveri nell'anima e hanno bisogno di essere chiamati a rinnovarsi spiritualmente per fare come Zaccheo: " Dò ai poveri la metà dei miei beni e se ho frodato qualcuno di qualche cosa, restituisco il quadruplo " (Lc 19, 8). Nel campo delle contese sociali dunque il Sacerdote non perda mai di vista lo scopo della sua missione. Con zelo, senza timore, deve esporre i principii cattolici circa la proprietà, le ricchezze, la giustizia sociale e la carità cristiana fra le diverse classi, e dare a tutti l'esempio manifesto della loro applicazione.
Formare i laici ai doveri sociali
In via ordinaria la realizzazione di questi principii sociali cristiani nella vita pubblica è officio dei laici, e dove non ve ne sono di capaci, il Sacerdote ponga ogni cura nel formarli adeguatamente.