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martedì 21 novembre 2023

Le Messe celebrate con devozione edificano l'anima

Molti anni fa una signora mi raccontò di aver riassistito alla Messa tradizionale grazie alla promulgazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum" di Papa Benedetto XVI.


Caro D.,
                 ti scrivo per dirti che ieri sera ho partecipato alla S. Messa secondo il rito straordinario a Moncalieri. Dopo la Messa è seguita l'adorazione della reliquia della S. Croce, un momento molto commovente. Ho avuto notizia di tale funzione dal tuo blog.

È stata una "Messa cantata", quindi si è protratta più a lungo del solito, ma non mi sono per nulla stancata, anzi non mi sono quasi distratta (invece quando partecipo alla Messa moderna devo sempre fare uno sforzo di attenzione mentre prego e rinnovarlo più di una volta). […] E' la prima volta che prendo parte a una Messa secondo il rito straordinario dopo il Motu Proprio “Summorum Pontificum”, ma non è stata la prima volta in assoluto: ho vissuto di nuovo la messa della mia infanzia. Sono infatti nata nel '54 [...]. Sì, ci sono molte differenze tra le due forme del rito, non si tratta solo di lingua. C'è ad esempio l'orientamento del sacerdote e dei fedeli, ad Deum nell'antica Messa (devo dire che questa importanza l'ho capita da Benedetto XVI). Dalla mia semplice esperienza e dai miei ricordi posso dire che è importante celebrare bene e partecipare bene alla Messa, sapere e pensare cosa si va a fare, sacerdote e fedeli (anche se la responsabilità del sacerdote, il parroco soprattutto, è maggiore; non c'è bisogno di spiegarlo: se un parroco tollera o non tollera certe cose, di conseguenza la celebrazione sarà o non sarà in certo modo).

Nella mia parrocchia di bambina si celebrava bene e io andavo quasi sempre lì. Però, siccome noi abitavamo ai confini del paese, eravamo più vicini alla chiesa di un'altra parrocchia. Quando mia madre aveva poco tempo, mi portava a Messa in quest'ultima parrocchia. Che pena! [...] Intanto in 20 minuti era tutto finito. Poi la scena: entrava il sacerdote col chierichetto al seguito già farfugliando le prime formule (ho scritto farfugliando, perché andava talmente in fretta, a macchinetta, che non si capiva una sola parola); quando doveva girarsi al 'Dominus vobiscum' faceva una piroetta senza fermarsi, talmente in fretta che era tutto uno svolazzare di tonaca [...]; sulla sinistra le donne più pie recitavano il loro rosario; sulla destra gli uomini erano più scarsi, la maggior parte di loro se ne stava verso il fondo, a mezza via tra dentro e fuori la chiesa: ogni tanto qualcuno sghignazzava in direzione del sacerdote, molti parlavano tra loro, anche con le mani in tasca, di vacche, latte, lavori in campagna e simili (era un ambiente contadino). [...] Ovviamente questo andazzo era impensabile nella mia parrocchia, nessuno si sarebbe sognato di sgarrare. Tra l'altro, l'arciprete che ne era a capo, era un uomo che sapeva farsi intendere al punto tale che gli atei di allora (vivevo nell'Emilia comunista) gli portavano rispetto e lo stimavano; lui d'altra parte andava da loro e parlava con loro (il don Camillo di Guareschi non è stato solo un'invenzione, ce n'erano da quelle parti di preti così).

Ci sarebbe anche altro da dire, ma lo hai già fatto tu in diverse occasioni. Ad esempio, è importante non perdere di vista la sacralità del rito. Secondo me una messa ben celebrata vale molto di più per la formazione dei fedeli di quegli incontri che si fanno in tante parrocchie per attirare le persone; conta molto saper e far mantenere il silenzio in chiesa, soprattutto durante la celebrazione. Mi fermo qui perché è tardi e non finirei a raccontare le cose che non sopporto durante la Messa (non credo di essere io troppo esigente, ma c'è una sciatteria certe volte!). L'uomo ha bisogno di cose belle, ne ha bisogno come l'aria che respira; Dio è bellezza, bellezza infinita, e bisogna mostrarlo in modo bello (che strazio certe chiese moderne) e degno.

Cordiali saluti.

(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                               sono contento che tu abbia potuto assistere nuovamente alla Messa celebrata nella forma liturgica che ha allietato la tua giovinezza.

Quando una Messa è celebrata con sacralità e devozione, aiuta le anime ad elevare il cuore a Dio. Viene voglia di piangere quando una Messa viene celebrata in maniera irriverente, con sciatteria e poca devozione. Purtroppo il problema delle Messe celebrate malamente non riguarda solo i nostri tempi, infatti nel XVIII secolo anche Sant'Alfonso Maria de Liguori si lamentava dei preti che celebravano male il Santo Sacrificio. Ecco cosa scriveva in proposito: “[...] qual conto dovranno dare a Dio i sacerdoti che con poca riverenza celebrano questo gran sacrificio. [...] dov'è la devozione e la riverenza in tanti sacerdoti che dicono messa? Questa, che è l'azione (come abbiam detto) la più eccelsa e sacrosanta, onde dice il Concilio di Trento, che bisogna fare con la maggior devozione interna ed esterna [...] quest'azione, dico, è la più strapazzata dalla maggior parte dei sacerdoti. [...] Parlando di questo punto, ci vorrebbero lacrime, ma lacrime di sangue. Nel giorno del giudizio, poveri sacerdoti che celebrano così! E poveri vescovi che li ammettono a celebrare, perché essi, come avvertono comunemente i dottori, ed è certo dal Concilio Tridentino, son tenuti con obbligo stretto a proibire la celebrazione a tali sacerdoti che dicono la messa con tale irriverenza, chiamata empietà dal Concilio [...].  Quindi i vescovi, per adempiere il precetto del Concilio [...] sono obbligati a vigilare continuamente, ed informarsi del come si celebrano le messe nelle loro diocesi, e sospendere dalla celebrazione coloro che dicono la messa senza la conveniente attenzione e gravità. E questa obbligazione dei vescovi non è solo verso i sacerdoti secolari, ma anche verso i religiosi [...]. Ma con tutto ciò fa compassione (diciam così) il vedere lo strapazzo che fanno ordinariamente i sacerdoti di Gesù Cristo nel celebrare questo gran mistero. E ciò che fa più meraviglia è che si vedono anche religiosi di ordini osservanti e riformati celebrare le messe in modo che darebbero scandalo anche ai turchi e agli idolatri. È vero che il sacrificio dell'altare è sufficiente a placare Dio per tutti i peccati del mondo; ma come può placarlo per le ingiurie che gli fanno i sacerdoti nello stesso tempo che glielo offrono? poiché, celebrando con tanto poca riverenza, gli recano più disonore che onore. [...] È reo l'eretico che non crede la presenza reale di Gesù Cristo nella messa; ma è più reo chi la crede e non le usa rispetto; e di più si fa causa, come si fa causa il sacerdote che celebra con poca riverenza, che gli astanti perdano il concetto e la venerazione che si deve alla maestà d'un sì gran sacrificio. Il popolo dei giudei ebbe inizialmente una gran venerazione per Gesù Cristo; ma quando poi lo vide disprezzato dai sacerdoti, ne perdette in tutto la stima: e così al presente i popoli nel veder la messa trattata con tanta negligenza e indevozione dai sacerdoti, ne perdono la venerazione. Così come una messa celebrata con devozione infonde devozione anche agli altri; così al contrario l'irriverenza del sacerdote diminuisce la venerazione ed anche la fede negli astanti.”

Approfitto dell'occasione per salutarti cordialmente in Corde Matris.

Cordialter