Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).
O mio Dio, che tutto ordini e disponi per altissimi fini, insegnami ad affidarmi pienamente alla tua divina provvidenza.
1 - « La sapienza divina - dice la Sacra Scrittura - si estende con potenza da un’estremità all’altra del mondo e tutto governa con bontà » (Sap. 8, 1). La sapienza divina s’identifica così con la divina provvidenza che tutto ordina, dispone, guida al raggiungimento di un fine ben determinato: fine ultimo e supremo, la gloria di Dio; fine prossimo e secondario, il bene e la felicità delle creature. Nulla esiste senza motivo, nulla avviene a caso nel mondo, ma tutto, assolutamente tutto rientra nel grandioso piano della divina provvidenza, piano in cui ogni creatura, anche l’infima fra tutte, ha il suo posto, il suo scopo, il suo valore, in cui ogni avvenimento, anche il più insignificante, è fin dall’eternità previsto ed ordinato nei suoi minimi particolari. In questo piano vastissimo e meraviglioso tutte le creature, dalle più sublimi - come gli angeli - alle più umili - come le gocce di rugiada e i fili d’erba - sono chiamate a portare il loro contributo all’armonia ed al bene dell’insieme.
Se certe situazioni ci sembrano incomprensibili, se non riusciamo a capire la ragion d’essere di circostanze e di creature che ci fanno soffrire, è perchè non sappiamo scoprire il posto che esse hanno nel piano della divina provvidenza, in cui tutto è ordinato al nostro ultimo bene. Sì, anche la sofferenza è ordinata al nostro bene e Dio, che è bontà infinita, non la vuole e non la permette se non a questo scopo. Crediamo ciò in teoria, ma facilmente lo dimentichiamo in pratica sì che, quando ci troviamo davanti a situazioni oscure e dolorose che vengono a spezzare o ad intralciare i nostri progetti, i nostri desideri, ci smarriamo e sulle labbra ci sale la domanda angosciosa: perchè Dio permette questo? Eppure la risposta non manca mai ed è universale ed infallibile come universale ed infallibile è la provvidenza divina: Dio lo permette unicamente per il nostro bene. È questa la grande convinzione di cui abbiamo bisogno per non scandalizzarci di fronte alle prove della vita. « La condotta di Dio è tutta bontà e fedeltà per coloro che osservano il patto e gli ordini di lui » (Sal.24, 10); possiamo dubitare di noi, possiamo dubitare della nostra bontà e della nostra fedeltà, ma non di Dio che è bontà e fedeltà infinita.
2 - Dopo averci creati, Dio non ci ha lasciati in balìa di noi stessi ma, come tenera madre, continua ad assisterci ed a provvedere a tutte le nostre necessità: « Potrà forse una donna dimenticare il suo bambino?... e se pur questa lo potrà dimenticare - dice il Signore - io non mi dimenticherò mai di te » (Is. 49, 15). Ogni uomo può, con tutta verità, ritenere queste parole come rivolte a lui in particolare e, di fatto, la provvidenza di Dio è così immensa e potente che, mentre abbraccia l’universo intero, nello stesso tempo si prende una cura speciale di ognuna delle sue creature, anche delle più piccole. Proprio sotto questo aspetto Gesù ci ha presentato la provvidenza del Padre celeste: « Nemmeno un passero cade in terra senza il permesso del Padre vostro... Non temete, dunque, voi siete da più di molti passeri » (Mt. 10, 29 e 31). Come Dio non ci ha creati a serie, ma crea individualmente l’anima di ogni uomo che viene al mondo, così la sua divina provvidenza non si limita ad assisterci in blocco, ma ci assiste uno per uno, ben conoscendo tutte le nostre necessità, le nostre difficoltà e perfino i nostri desideri e ben sapendo quel che più conviene al nostro vero bene. Una mamma, anche la più sollecita, può ignorare qualche bisogno del figlio suo, può dimenticarlo, può sbagliare nel provvedervi o essere nell’impossibilità di farlo; ma ciò non accadrà mai a Dio, la cui provvidenza tutto sa, tutto vede, tutto può. Nemmeno il più piccolo passero è dimenticato, nemmeno il più umile fiore del campo è trascurato. « Considerate - dice Gesù - come crescono i gigli del campo; essi non lavorano e non filano. Tuttavia, neppur Salomone... fu mai vestito come uno di essi. Se dunque Dio riveste così l’erba del campo, che oggi è e domani vien buttata nel forno, quanto a maggior ragione vestirà voi, o uomini di poca fede? » (Mt. 6, 28-30). La provvidenza di Dio ci circonda da tutte le parti; di essa viviamo, per essa ci moviamo e siamo e, nondimeno, siamo così tardi a credere in essa, così diffidenti! Come abbiamo bisogno di dilatare il cuore in una fiducia, in una confidenza più grande, anzi, illimitata, poichè illimitata è la divina provvidenza!
Colloquio - « O Dio, avendo creato il mondo, lo reggi e lo governi con ordine mirabile. Tu fai nascere le piante, le fai germogliare, a suo tempo fai sbocciare i fiori e maturare i frutti. Tu governi il sole, la luna, i pianeti e, insomma, hai creato tutto con mirabile ordine e tutto hai fatto per l’uomo. L’uomo, poi, hai fatto solo per te e vuoi riposarti in lui, nè vuoi che egli si riposi e quieti in altro che in te. Tu non hai bisogno della tua creatura, eppure ti degni cercare in essa il tuo riposo, affinchè lei ti possa poi godere e godere in eterno, possa goderti e vederti a faccia a faccia, assieme a tutto il Paradiso.
« La tua provvidenza divina, o Signore, è tale che Tu hai cura di tutti come se fossero uno solo; e di uno solo, come se in quello fossero tutti racchiusi. Oh, se la tua provvidenza fosse compresa, ogni creatura lascerebbe le cose di questo mondo e seguirebbe te per potersi unire con la tua provvidenza! » (S. M. Maddalena de’ Pazzi).
« Benefico sei, o Signore, verso tutti, e la tua pietà si spande su tutte le tue creature. Ti lodino, o Signore, tutte le tue fatture e ti benedicano i tuoi devoti. Gli occhi di tutti a te si rivolgono in attesa e Tu dai a tutti, a suo tempo, il loro cibo; allarghi la mano e colmi di favori ogni vivente. Tu rendi giustizia agli oppressi e dai il pane agli affamati. Sciogli i prigionieri, apri gli occhi ai ciechi, raddrizzi gli storpi, ami i giusti. Risani i cuori affranti e ne fasci le piaghe. Tu copri i cieli di nubi, apparecchi alla terra la pioggia e fai crescere l’erba sui monti; dai il loro cibo agli animali, ai piccoli corvi ciò che domandano. O Signore, tutte le creature si effondano nel ricordo della tua immensa bontà e acclamino alla tua liberalità! » (cfr. Sal. 144; 145; 146).
[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].