“Mi ricordo che il parroco di Castelnuovo in sul principio, in privato e anche dal pulpito, dava contro alle così dette beatelle, dicendo che facevano perdere il tempo al confessore, che potevano spiegarsi meglio, essere più concise nelle loro narrazioni e via dicendo. Per questo dovette soffrire non poco, poichè nessuno andava più a confessarsi da lui, essendosi con queste parole alienati gli animi del paese. Tutti coloro che volevano confessarsi andavano dal Vice-parroco. Un giorno se ne lamentava meco, ed io gli feci presente il consiglio di D. Cafasso: cioè l'esortai a parlare dal pulpito diversamente, ad invitare la gente a venire con frequenza a confessarsi, ed aggiungere che il prete confessa sempre volentieri. Specialmente gli raccomandai a trattar bene in confessionale quelle buone donne, usar con loro molta carità e pazienza e a dare eziandio ad esse l'incarico di condurre altri a confessarsi. Il parroco mi ringraziò e fece come io gli aveva suggerito. In poco tempo il paese venne tutto a confessarsi da lui, e si accrebbe moltissimo il numero delle Comunioni in quella parrocchia”.