La Messa tridentina affascina soprattutto persone che hanno un elevato livello culturale, pertanto non mi stupisco del fatto che numerosi lettori e lettrici del blog svolgono (o hanno svolto in passato) la professione di insegnante. A tal proposito ripubblico un'intervista che anni fa mi rilasciò una lettrice che all'epoca svolgeva la professione di docente universitaria. La ringrazio per la cortesia e soprattutto per la pazienza dimostrata nel rispondere alle mie numerose domande. :-)
- Quando hai cominciato a seguire la Messa tradizionale?
- Dal 2013. La prima volta è stato per curiosità, le volte successive per attrazione.
- Che cos'è che ti affascina del rito antico?
- L’atmosfera che favorisce la devozione e l’adorazione, la compostezza del sacerdote e dei chierichetti, i gesti carichi di simbolismo, la musica celestiale, ma anche i momenti di silenzio. In alcuni momenti della seconda parte della Messa sembra che il cielo si apra sopra di me. In questi anni, proprio durante questa Messa, sono riuscita a capire interiormente, in un istante, tante cose la cui conoscenza era rimasta fino ad allora solo a livello intellettuale.
- Spesso quando parliamo di Messa tridentina il pensiero va alla Messa cantata con i canti gregoriani. Vai volentieri anche alla Messa letta?
- Sì. La Messa letta, fatta di lunghi silenzi e niente canti, non è da meno alla Messa cantata. Dopo essere andata ad alcune Messe cantate ho cominciato a capire, apprezzare e vivere intensamente anche la Messa letta che, senza la dovuta preparazione e abituata alla Messa del Novus Ordo, da principio percepivo come un po’ “insipida”.
- So che uno dei tuoi figli viene con te alla Messa tridentina. Si distrae oppure rimane incantato dalla liturgia tradizionale?
- Hai detto bene. Rimane incantato. In questi due anni non mi ha mai chiesto l’ora, com’era invece sua abitudine fare quando andavamo alla Messa del Novus Ordo. Non ha mai protestato per la sua durata (un’ora e mezza) e quando ha la possibilità di andare all’altra Messa (Novus Ordo) immancabilmente preferisce venire con me alla Messa tridentina.
- Cerchi di far conoscere la Messa Tridentina ad altri?
- Cerco di farlo quando capisco che il terreno è favorevole, ma purtroppo fino ad ora non ho avuto successo. Mi ascoltano, sembrano entusiasti, ma quando li invito a venire con me a una Messa tridentina trovano sempre qualche scusa (la distanza dalla chiesa, la lunghezza della Messa, l’orario non favorevole, particolari situazioni familiari, ecc.). Eppure so che basterebbe una sola Messa!
- Hai stretto un rapporto di amicizia con gli altri fedeli della tua diocesi che frequentano la Messa tridentina? Vi frequentate anche dopo la Messa?
- Ho avuto l’opportunità di conoscere altri fedeli, ma non ci frequentiamo. Siccome la parrocchia dove vado è una parrocchia personale e non territoriale, non abitiamo vicino. Alcuni abitano anche a 2-3 ore di distanza. Io sono fortunata perchè abito a soli 10 km dalla chiesa. Tuttavia sono sicura che alcune famiglie si frequentano anche al di fuori. Desidero aggiungere che, dove vivo, sia nelle parrocchie del Novus Ordo sia in quelle del Vetus Ordo tutte le domeniche dopo la Messa e in altre particolari occasioni si organizzano dei momenti conviviali. In queste occasioni possiamo conoscerci e trascorrere un po’ di tempo insieme.
- Vivi all'estero e lavori come insegnante presso un'università “cattolica” gestita dai modernisti. Quali errori dottrinali vengono insegnati dai tuoi colleghi?
- Non so esattamente che cosa si insegna nelle singole aule, ma la missione dell’università è molto sbilanciata verso i problemi di giustizia sociale e i diritti umani. C’è inoltre una certa insofferenza e presa di distanza verso i dogmi cattolici. Tutto questo si capisce dalle iniziative prese dall’università, dai corsi offerti, dalle pubblicazioni dei professori, dagli ospiti invitati e dai contenuti delle loro presentazioni.
- Un giorno uno dei dirigenti della tua università ha affermato sarcasticamente una frase del tipo: “Ah, se i genitori degli alunni sapessero le cose che gli insegniamo!”. È possibile che i genitori non si siano accorti di nulla?
- Sì, è possibile. Molti genitori si fidano del fatto che l’università sia cattolica. Inoltre non tutti hanno la preparazione, la capacità critica, il tempo e forse anche la voglia di indagare un po’ più a fondo.
- Tu insegni una materia non strettamente collegata con la Religione, tuttavia tra professori avete modo di parlare di questioni religiose?
- Nel mio dipartimento non tutti sono cattolici e la stragrande maggioranza di quelli cattolici non vivono in maniera coerente col Vangelo. Non credo nemmeno vadano a messa la domenica. Per questo motivo, quindi, non si parla di religione. Si commentano però i fatti di attualità e in queste occasioni partono gli strali dei modernisti contro la Chiesa e la dottrina cattolica.
- Oltre a te ci sono altri insegnanti che aderiscono al Magistero perenne della Chiesa?
- Non lo so. Quando credo che qualcuno lo sia, ad una conoscenza più approfondita, scopro che non lo è o lo è “a metà”.
- Quando i tuoi colleghi modernisti notano che accetti gli insegnamenti del Magistero, rispettano le tue idee, oppure si mostrano intolleranti?
- Qualche volta capita di fare qualche discorso con i colleghi con cui ho un rapporto di maggiore amicizia. Per la conoscenza e il rispetto che nel tempo hanno sviluppato nei miei confronti, questi miei colleghi in genere rispettano le mie idee.
- Il demonio ti ha mai tentato suggerendoti di saltare sul carro dei modernisti, i quali beneficiano degli applausi del mondo?
- Sì, ma non è mai riuscito a convincermi. Cresciuta e protetta da una solida famiglia e formata durante i primi anni delle elementari da un catechismo ancora tradizionale, negli anni dell’adolescenza sono stata assalita da dubbi (quello che imparavo a scuola e quello che vedevo e sperimentavo nel mondo era in contraddizione diretta con tutto quello che sentivo e pensavo). Pur adeguandomi a certi comportamenti mondani, qualcosa mi impediva di abbracciare il mondo completamente. Sono stati anni tristi in cui mi sono chiusa in me stessa, convinta di essere strana, poco intelligente, egoista, retrograda e incapace di slanci. Non credevo nemmeno di avere fede. Allo stesso tempo non riuscivo a credere che la mia famiglia, le suore (una in particolare) che avevano avuto una parte importante nella mia formazione e la Chiesa mi avessero insegnato cose sbagliate. Sentivo ancora il loro amore per me e questo mi ha salvata. Chi ti vuole veramente bene non può volere il tuo male. E poi avevo anche una testa che, anche se piena di molti, ma veramente molti dubbi, ragionava. La mia guarigione è avvenuta quando sono diventata mamma ed è arrivato il mio turno di insegnare le cose di Dio ai miei figli. Internet era agli inizi, ma c’erano già delle risorse a cui attingere. Pian piano ho scoperto siti con contenuti veramente cattolici. Ho ritrovato tutti gli insegnamenti ricevuti nei primi anni della mia vita. Ho allora cominciato a capire chi sbagliava. Ci sono voluti degli anni per ripulire il mio intelletto dalle incrostazioni che, mio malgrado, si erano formate e forse c’è ancora del lavoro da fare, ma ora so che sono sulla giusta strada. Dubbi me ne vengono ancora, ma sono dubbi che mi confondono solo temporaneamente, perché adesso ho delle guide ferme e sicure.
- Secondo te, se venisse fondata dalle tue parti un'università cattolica davvero fedele alla Tradizione, riuscirebbe ad attrarre l'interesse delle famiglie?
- Non lo so. Ho l’impressione che il genitore “medio” la considererebbe un po’ “estrema”. Qui ci sono già università veramente cattoliche, ma sono piccole, di nicchia, e in genere non hanno facoltà scientifiche. Inoltre non preparano direttamente ad una professione, ma sono piuttosto università formative dopo le quali i ragazzi di solito si iscrivono in altre università a corsi quali medicina, giurisprudenza, ingegneria, ecc.
- Non sappiamo cosa accadrà in futuro, tuttavia c'è il rischio che le persecuzioni moderniste possano aumentare ancora. Sei determinata a resistere a qualunque costo e a rimanere fedele alla Dottrina Cattolica per dare gusto al Redentore Divino?
- Sì. So che potrebbero esserci delle sofferenze. Ci penso spesso. Non voglio arrivare impreparata. Mi sto preparando a questa possibilità e sto anche preparando i miei figli.