Tempo fa mi ha scritto una giovane ragazza per dirmi che stava soffrendo assai a causa della morte del suo papà, colpito da una grave malattia. Il dolore era talmente grande che temeva di cadere in depressione. Ecco la mia risposta.
Cara sorella in Cristo,
leggendo la tua lettera appare evidente che volevi tanto bene al tuo papà. Dovrebbe essere una cosa normale voler bene ai propri genitori, ma di questi tempi se ne sentono di tutti i colori.
Comprendo il grande dolore che stai provando, anche io se fossi nella tua situazione soffrirei tanto. Tuttavia c'è modo e modo di soffrire. Gli atei, non avendo una visione soprannaturale della vita, soffrono in modo diverso dai veri seguaci di Gesù Cristo. Infatti il vero cristiano ha una visione soprannaturale della vita, quindi osserva le cose in modo diverso rispetto ai “senza Dio”. Quando muore qualcuno a cui volevamo tanto bene dobbiamo ricordarci che in questa valle di lacrime siamo solo di passaggio per breve tempo. La nostra vera Patria è in Cielo. Siamo stati creati per conoscere, amare e servire il Signore, per poi andare in paradiso ad amarlo per l'eternità. Quindi il nostro scopo nella vita deve essere uno solo: salvarci l'anima per la maggior gloria di Dio. Chi si salva sarà eternamente felice, chi si danna sarà eternamente infelice.
Nulla capita per cieco caso nella vita, ma tutto è voluto, o almeno tollerato, da Dio, in vista del nostro bene. Quando una persona si ammala, ciò non avviene casualmente, ma dietro a questo avvenimento c'è un ricamo dell'infinita misericordia di Dio, il quale per sua natura è capace di desiderare e fare solo il bene. Io non conosco gli arcani decreti del Signore, però so che tuo padre in passato viveva lontano da Dio, addirittura peccava gravemente contro il Secondo Comandamento, ma quando ha compreso che la leucemia stava vincendo la battaglia, si è convertito, e nell'ultimo giorno di vita si è confessato e ha ricevuto con devozione la Comunione e l'Estrema Unzione, e prima di morire ripeteva i dolcissimi nomi di Gesù e Maria. Ciò mi fa molto sperare che tuo padre si sia salvato l'anima e quindi adesso sia molto più felice di quando era in esilio in questa valle di lacrime. Può darsi che nello stesso giorno siano morte in peccato mortale delle persone che sono vissute molto più a lungo rispetto a tuo padre, ma non hanno avuto il tempo di prepararsi a riconciliarsi col Signore (ad esempio coloro che sono deceduti in un incidente stradale o per un infarto improvviso). Se tuo padre non fosse stato colpito dalla leucemia, si sarebbe convertito lo stesso? Non lo sappiamo. Ciò che sappiamo è che il Signore, come insegna San Paolo, “castiga quelli che ama”, perché li vuole salvare.
Se tuo padre si è salvato, come speriamo, ha la certezza assoluta di poter vivere per sempre insieme alla Santissima Trinità, senza patire più alcun male. I santi amavano talmente tanto Dio da desiderare di morire presto proprio per poter finalmente unirsi con Lui, poiché l'amore per sua natura tende all'unione, cioè colui che ama desidera vivere insieme alla persona amata. Ad esempio San Paolo ai Filippesi scrisse che desiderava morire per vivere con Cristo (“Desiderium habens dissolvi et cum Christo esse”, secondo il testo della Vulgata). Santa Teresa d'Avila scrisse una poesia-canzoncina intitolata “Muero porque no muero”, nella quale manifestava il suo grande desiderio di morire per andare in Cielo con Dio. Anche Sant'Alfonso Maria de Liguori in alcuni suoi libri supplicava ardentemente il Signore di poter morire presto in stato di grazia.
Anche se tuo padre è entrato nell'eternità, potrebbe ancora aver bisogno del tuo aiuto. Tra le anime che muoiono in stato di grazia sono poche quelle che entrano direttamente in paradiso. Spesso c'è qualche resto di colpa da espiare in purgatorio. Persino il grande San Claudio de la Colombière, nonostante fosse un uomo molto pio e dalla coscienza delicata, dopo la morte dovette trascorrere un periodo di tempo in purgatorio (lo sappiamo grazie a Santa Margherita Maria Alacoque, mistica e figlia spirituale del suddetto sacerdote). Chissà, forse anche il tuo papà adesso si trova tra le anime purganti e sospira il momento in cui potrà finalmente vedere Dio da faccia a faccia. Per il precetto della carità siamo tenuti a suffragare le anime sante del purgatorio alleviando le loro sofferenze (spasimano soprattutto a causa della temporanea “lontananza” dal Signore, che tanto amano). Dunque, che fare? Il grande dolore che senti a causa di questo grave lutto potresti offrirlo a Dio in suffragio dell'anima di tuo padre. Giova molto offrire al Signore anche il Santo Sacrificio della Messa. Inoltre chi si reca al cimitero per pregare per le anime dei defunti può ottenere l'indulgenza parziale per le anime purganti. Se poi il tuo papà non si trova in purgatorio, le preghiere non vanno perse, ma vengono applicate da Dio ad altre anime a sua scelta. Oltre alla sofferenza e alle preghiere puoi offrire al Signore qualsiasi opera buona in suffragio delle anime sante del purgatorio. Quindi puoi fare un gran bene a tuo padre o ad altre anime di parenti defunti, ricompensando in questo modo il bene che loro ti donarono quando erano su questa Terra. Coraggio!
Nella speranza di esserti stato di qualche utilità, ti saluto cordialmente nei Cuori di Gesù e Maria.
Cordialiter