Brano tratto da "Ripariamo!", di Padre Giuseppe M. Petazzi S.J., edizioni "Santa Lega Eucaristica", Milano, 1933.
Deus tu conversus vivificabis nos...
Il tuo sguardo, Signore, è per il mondo delle anime quello che è il raggio del sole per il mondo materiale: illumina, vivifica, feconda. Tu hai guardato la Maddalena peccatrice, e dell’anima sua, deturpata e avvilita da tante colpe, hai creato un capolavoro della tua grazia: una creatura che non ha sete che della tua parola, che inonda i tuoi piedi di lacrime di contrizione, che spezza dinanzi a Te l’alabastro del suo cuore; che non vede più il mondo che sogghigna, che non vede più che Te, Gesù Salvatore, e ti segue in un’ascesa sublime, nelle fatiche dell’apostolato e nelle ignominie della Croce, fino a meritare la grazia suprema di sentirsi purificata e angelicata, sul Calvario, dalla pioggia del tuo Sangue redentore; fino a meritare di vedere il suo lungo pianto d’amore e d’attesa consolato dalla tua apparizione dopo la Risurrezione, e di raccogliere dalla tua bocca divina che la chiama per nome: Maria! l’invito ineffabile che la rende apostola degli Apostoli: “Va ai miei fratelli e dì loro che io salgo verso il Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Tu hai guardato Pietro che ti aveva rinnegato: Et conversus Dominus respexit Petrum; e l’amore e il dolore hanno aperto nel suo cuore la vena di un pianto che non si è più arrestato e che ha scavato nel suo volto due solchi profondi; il tuo sguardo gli rende la potenza di proclamare il suo amore dinanzi alla Chiesa nascente: Domine, tu scis quia amo Te; il tuo sguardo lo condurrà al martirio di croce, martirio consumato in un atto di ineffabile umiltà: crocifisso come Te, ma con la testa in basso, verso la terra, quasi a testimoniare col sangue e con la suprema umiliazione, la divina potenza della tua grazia e della tua redenzione amorosa.
Uno sguardo tuo, o Gesù, ha creato legioni di Vergini, Sacerdoti, di Apostoli, gigli fragranti di purezza e di amore, che imbalsamano la terra e ne impediscono la corruzione; il tuo sguardo crea ancora, ogni giorno, le piccole vittime nascoste del dovere e della riparazione. Fammi comprendere, Signore, che la migliore riparazione è l’amore; l’amore che adora la tua volontà in un fiat e in un amen perpetuo; l’amore che ti consola e partecipa alle tue sofferenze causate dal peccato; l’amore che arde di propagare, di estendere quel beato fuoco che Tu sei venuto a portare sulla terra e che tanto veementemente desideri che si accenda. Pietro ripara le sue negazioni proclamando pubblicamente, per tre volte, il suo amore per Te; la Maddalena è assolta, purificata, beatificata dalla tua divina affermazione: dilexit multum, ha molto amato. Guardami, o Signore, e il tuo sguardo produrrà nella sterile anima mia una miracolosa primavera di vita, di virtù, di carità; io pure guarderò a Te, Signore, e leggerò nei tuoi occhi divini le esigenze ineffabili dell’Amore tuo. L’anima più santa è quella che guarda con più intenso amore verso Dio e soddisfa più perfettamente le esigenze del tuo sguardo.
Deus, tu conversus vivificabis nos, et plebs tua laetabitur in Te. Quando un’anima vive sotto l’irradiazione del tuo sgardo, Gesù, in un profondo silenzio interiore, quando, sostenuta dall’amore, arriva alle vette del sacrificio e dell’immolazione, allora veramente essa spezza dinanzi a Te l’alabastro del suo cuore, e le fragranze dei profumi riempiono tutta la casa, la Chiesa santa di Dio. Molte anime, dopo di lei, saranno attirate gioiosamente al Signore e lo loderanno per le sue misericordie sovrabbondanti, per la salvezza che viene solo da Lui. Et salutare tuum da nobis!
Domine, exaudi orationem meam, et clamor meus ad Te veniat. Il Signore ci esaudirà quando la nostra preghiera sarà un grido, valido clamore. Il grido della nostra miseria e della nostra speranza; quando la nostra preghiera sarà un gemito, che sapremo strappare dal nostro cuore con la violenza santa che costa lacrime e sangue. “Il regno dei Cieli soffre violenza, e solo i violenti lo rapiscono”. Tu sai, Signore, quanto costa, talora, afferrare le terribili potenze di vita, di dolore e di amore che sono in noi e gettarle tutte nel rogo acceso dell’Amore divino, affinchè la fiamma si elevi pura, bella, feconda.
O Gesù, che intercedi continuamente per noi nel tabernacolo santo e in Cielo; o Spirito d’Amore che formi in noi i gemiti inenarrabili ai quali Dio non resiste, insegnaci a pregare, trasforma tutta la nostra esistenza in una preghiera vivente che, come un’ala di fuoco, ci difenda, ci protegga e ci sollevi, insieme alle anime sorelle, verso la manifestazione suprema delle invisibili Realtà alle quali aspiriamo e delle quali già ci nutriamo e viviamo per la grazia di Nostro Signore Gesù Cristo.
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