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martedì 5 settembre 2023

Sul modo di ricevere la Santa Comunione

Riporto un breve estratto dell'interessante "Nota Pastorale circa la Santa Comunione", emanata il 25 novembre 2012 dall'allora vescovo di Albenga-Imperia, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Mario Oliveri, zelante successore degli Apostoli, che ricorda ai fedeli quali siano i vantaggi del ricevere la Comunione direttamente in bocca.

L’attuale disposizione della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) concede ai fedeli la libertà di scegliere tra il ricevere la Comunione in mano o in bocca. È necessario precisare però che la possibilità di ricevere la Comunione in mano è una pura concessione. Il modo ordinario e preferito dalla Chiesa per la distribuzione della S. Comunione rimane quella di deporla direttamente sulla lingua dei fedeli, come ha precisato l’Istruzione Memoriale Domini, emanata nel 1969 dalla Congregazione per il Culto Divino: «Questo modo di distribuire la Comunione, [...] si deve senz’altro conservare, non solo perché poggia su di una tradizione plurisecolare, ma specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia». Quando gli fu presentata la richiesta di permettere la comunione in mano, inizialmente Paolo VI si dichiarò contrario a concederla, per i seguenti motivi: 

a) facilita la caduta e la dispersione dei frammenti; espone il Santissimo a furti sacrileghi e profanazioni. (cf. MEMORIALE DOMINI, 29.5.1969, in Acta Apostolicae Sedis, 61, 1969, pag. 541-545); 

b) perché può favorire la diffusione di errori contro il dogma eucaristico (ivi); 

c) perché l’antica consuetudine assicurava assai più efficacemente la devozione e il fervore dei fedeli, una consuetudine che fu il termine di un processo evolutivo della fede della Chiesa, nel più vitale dei suoi dogmi. «Con l’andare del tempo, e con il progressivo approfondimento della verità del mistero eucaristico, della sua efficacia e della presenza in esso del Cristo, unitamente al senso accentuato di riverenza verso questo Santissimo Sacramento e ai sentimenti di umiltà con cui ci si deve accostare a riceverlo, si venne introducendo la consuetudine che fosse il ministro stesso a deporre la particola del Pane Consacrato sulla lingua dei comunicandi» (ivi); 

d) perché la prassi precedente era già stata collaudata da una tradizione plurisecolare, in base alla quale se ne sperimentarono i benefici (ivi); 

e) perché la proposta della Comunione in mano era stata respinta dalla maggioranza dell’Episcopato mondiale: 567 in favore, 1233 contrari (cf. MEMORIALE DOMINI, 29.5.1969, in Acta Apostolicae Sedis, 61, 1969, pag. 544). Ciononostante, l’Istruzione conteneva la previsione per le Conferenze Episcopali di consentire la Comunione in mano nei luoghi dove «l’uso contrario... prevale». 

Oggi gli avvertimenti dell’Istruzione, circa la perdita di reverenza e di fede e perfino la profanazione del Sacramento, si sono, purtroppo, avverati. È vero che la Comunione in mano non è stata la causa unica di questa situazione, ma vi ha certamente contribuito. In effetti, è quantomeno difficile riconoscere il sacro in ciò che chiunque può toccare con le mani... Per questo motivo, occorre sottolineare che, anche se la S. Comunione in mano è concessa, l’uso di deporla direttamente in bocca rimane quello più conveniente e conforme alla sacralità dell’Eucaristia. La stessa Istruzione della CEI che concede la Comunione in mano, dice esplicitamente: «Il modo consueto di ricevere la Comunione deponendo la particola sulla lingua rimane del tutto conveniente». Rimane conveniente deporla in bocca, perché nel fedele possono verificarsi inconvenienti. Per esempio le mani sporche: mani che hanno toccato di tutto prima di arrivare in Chiesa, toccano poi Gesù Eucaristia. L’inconveniente primario, però, rimane quello della perdita dei frammenti. Il Catechismo ci ricorda che «Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in ciascuna sua parte». Riflettendo su questa verità, san Cirillo commenta: «Non salvaguarderai maggiormente ciò che è più prezioso dell’oro e più stimato delle pietre preziose, perché non cada neanche un frammento?». Mi pare che, per persuaderci, sia sufficiente l’esempio del Papa Benedetto XVI, il quale quando distribuisce la S. Comunione la dà solo in bocca.