Dagli scritti di un ex cappellano militare dell'Armir (Armata Italiana in Russia).
[...] un infermiere chiama: — Il Tenente H. sta male — Vengo subito!
Il tenente H. degli alpini è stato operato di peritonite. Ora è finita. Si è disposto e preparato alla morte in un modo commovente: sente che è giunta l’ora.
— Cappellano, vorrei scrivere a casa per l’ultima volta.
— Dimmi, scrivo io o mi detti tu?
— Detto io.
— Eccomi.
— « Caro papà, cara mamma, cara sorella, prima di morire vi mando l’estremo saluto. Non piangete, ci ritroveremo ancora tutti, io ho fatto il mio dovere.
« Caro papà, mi rincresce di non poterti aiutare nella tua vecchiaia, ma ti ringrazio per tutti i sacrifici che hai fatto per me. Scusami se non sono sempre stato buono, ma ti ho voluto molto bene.
« Cara mamma, non so che dirti, ti bacio. Non piangere... Sii fiera che muoio per la Patria; il Signore ti conforterà... ti bacio ancora...
« Cara Olga, ti vorrei dire molte cose, ma non posso. Conforta papà... e mamma, e... »
C'è un aggravamento; mi getta le mani al collo: gli dò l’ultima benedizione, il foglio della lettera è bagnato di lacrime...
Ora è spirato. E la lettera?
La completerò e la spedirò nel giorno della sepoltura.
[Brano tratto da "La croce sui girasoli", di Don Aldo Del Monte, Edizioni San Paolo, 1945].