Eccolo, Carlo Matthey, nella clinica di via Quadronno a Milano ove è entrato per un grave intervento chirurgico. L'operazione va male. Il chirurgo dichiara alla sorella che ormai ogni speranza è svanita.
— Perchè oggi vengono tutti? Sono in pericolo?
La sorella Cristiana trema, ma poi risponde:
— Sì.
— Grave?
— Sì.
— Non c'è più speranza?
— Ma, sai, come si fa a dirlo?
— Ho capito.
E sulle sue labbra, sul suo viso, appare un sorriso che non è di questa terra.
Al suo confessore che accorre subito per predisporlo al grande passo, serenissimamente dice:
— Mi rincresce per i miei cari; ma è così bello andare incontro al Signore.
Poi, pensando al motto della gioventù cattolica:
« Ieri era l’azione; oggi il sacrificio ». Chiede l’Estrema Unzione.
Quando gliela amministrano tutti i suoi cari gli stanno attorno. Vede il babbo e la mamma che piangono.
Entra il sacerdote col Viatico. Per salutare Gesù, Carlo dischiude le braccia. Il suo volto sfavilla di serenità.
Offre i suoi dolori e il suo sacrificio per la Chiesa (...).
Fa avvicinare al suo volto tutti i suoi cari e li bacia ad uno ad uno, con dolcezza:
— Sono nelle mani del Signore: fiat voluntas tua.
Poi desidera vedere la sua bambina. La piccola, ignara del dramma, gli è portata.
— Fa un bacione a papà — le dice la mamma.
La bimba dà e riceve il bacio.
Rivolge uno sguardo alla sua Lydia, le annunzia che dopo la sua morte avrà un dono già ordinato per lei. Le raccomanda i bambini e aggiunge:
— Com'è bello andare al Signore! (...)
Fa cenno di volere un pezzo di carta; e con mano sicura scrive: « A tutti, per tutto, grazie ».
Comincia l'agonia. Invita egli stesso il suo confessore ad iniziare le preghiere delle raccomandazioni dell'anima. (...) Moriva offrendo se stesso, sul letto di morte, come una vittima, alla maestà infinita di Dio.
[Brano tratto da "Direzione spirituale e gioventù d'oggi", di Don Giovanni Barra, Alzani Editore, imprimatur: Pinerolo, 7 marzo 1959, Can. Albino Mensa, Vicario Generale].